venerdì 10 dicembre 2010

Del cane pavloviano e di assi nella manica o di un gratin di patate

Mi ha sempre affascinata la strana mistura di complessità e semplicità della Spia.

Per certi versi è un uomo complicato e circonvoluto, con meccanismi e dinamiche nient'affatto prevedibili e scontati.

Per altri, invece, è semplice e comprensibile come un organismo monocellulare dal quale ci si può attendere una precisa gamma di determinate reazioni e non altre, e sempre quelle, e sempre secondo determinati ritmi e tempi e modalità.

Per esempio, un po' come il cane pavloviano, la Spia non può che reagire con un inerme e riconoscente sorriso ogni volta che gli preparo questo gratin di patate, non importa quanto abbia desiderato, fino a un minuto prima, spaccarmi la testa o usarla come bersaglio per tirare a freccette.

(Sia detta per inciso una grande banalità: se anche il vostro amato bene è un po' come la Spia, vi consiglio di procurarvi un paio di ricette di piatti da lui/lei prediletti, da tirar fuori - come assi nella manica - al momento opportuno. Scegliete voi le occasioni, ma sceglietele con saggezza e anche, se posso permettermi di dirlo, con magnanimità: avere simili frecce al proprio arco significa prendersi anche delle responsabilità e non approfittare troppo del proprio potere!).

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Creamy Potato Gratin da Nigella Bites di Nigella Lawson

(per 3 persone, o per una Spia)

600 gr. di patate
160 ml di latte
160 ml di panna
1 cipolla intera, sbucciata
1 spicchio d'aglio, passato allo spremiaglio
1 cucchiaino di sale
burro


Preriscaldate il forno a 240°.

Pelate le patate e tagliatele a fettine spesse circa 1 cm (io ho usato un'affilatissima mandolina); mettetele in una casseruola insieme a tutti gli altri ingredienti, tranne il burro.

Fate sobbollire dolcemente fino a quando le patate non si siano ammorbidite, diciamo 15'-20' - ma molto dipenderà dal loro spessore: tenete presente, però, che non dovete ottenere un puré: le fette devono essere ancora riconoscibili, ma sul punto di sfarsi.
Se vi sembra che latte e panna si siano troppo ridotti, aggiungetene un po', senza esagerare.
(La casseruola avrà un fondo incrostato da far paura ma non fatevi prendere dal panico: lasciatela in ammollo, volendo con poco sapone per lavastoviglie, e pulirla non sarà il delirio che immaginate. È un consiglio di Nigellona, non mio, e funziona).

A questo punto prendete una pirofila, ungetela leggermente con del burro e rovesciateci dentro le patate e tutta la loro crema.
Qualche fiocchetto di burro e in forno per circa 15': in alcuni punti le patate dovranno essere quasi bruciacchiate e la crema dovrà gorgogliare come lava.

Vi consiglio di attendere almeno una decina di minuti prima di avventarvi sopra questa squisitezza: la temperatura è davvero assai prossima a quella di fusione del criceto (come diceva Lorenzo/Guzzanti).


Enjoy!

(Altra parentesi: la prossima settimana sarò nuovamente latitante. Vado a Bruxelles, a bearmi - finalmente - dell'atmosfera natalizia del grande Nord. Sognavo di farlo da molti anni e ora ho deciso e vado! A presto!)


9 commenti:

  1. Da uomo complicato e circonvoluto, ma semplice e comprensibile come un organismo monocellulare quale sono, faccio mia una frase di Goethe: "Una perfetta contraddizione resta misteriosa ai savi come ai pazzi". E a noi stanno più simpatici i secondi.
    Hebbel, un suo collega molto più sfigato che ebbe a fondare niente meno che il http://it.wikipedia.org/wiki/Pantragismo, disse invece che "La vita intera è una contraddizione digeribile". Aggiungerei: proprio come questo gratin di patate. Uno dei motivi per cui vale la pena di continuare a sperare.
    P.S. Ricordatevi di fare gli auguri a Duck, lunedì!!!

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  2. che bontà! una specie di gratin dauphinois, direi, ma più morbido.
    delizioso.
    questo però per il te non va bene. che facciamo, passiamo direttamente a una cena? ;-)

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  3. avevo scritto un commento, è scomparso.
    mah... misteri di blogger.
    orsù, ricominciamo!

    ti dicevo che questo gratin mi sembra fantastico, una versione ancor più morbida del già meraviglioso gratin dauphinois!

    e l'altra cosa che ti dicevo è che se continuiamo così, altro che tè, qui ci vuole una cena intera, dall'antipasto al dolce!!!!

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  4. anch'io perdonerei molte cose per un gratin di patate (specie alle 12.25). buon viaggio!

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  5. Slurp! Gnam! Arislurp!...
    Buona latitanza, Paperis!
    Grazie Spia, prendo nota.

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  6. Cara carissima Duck, già basta *creamy* per incantarmi. Certo che in questi giorni sto andando avanti a patate, quindi se non voglio dover cambiare l'intera sezione pantalone del mio guardaroba farò meglio a mettere questa ricetta in archivio. Ma al mio ritorno la faccio di sicuro. Cosa di meglio di gennaio, per una simile bontà?
    Un abbraccio caro,

    wenny

    p.s.: ma gli auguri di buone feste perchè parti o perchè compi gli anni?

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  7. @ Gaia: hai ragione, questo notro menu continua ad espandersi a dismisura e con esso le possibili occasioni di stare insieme!

    @ lise charmel: alle 12.25 si perdonano, hai ragione, molte cose.

    @ valigiesogni: latitanza parziale, come puoi ben vedere. Chissà cone sarà contenta la Spia ad essere pubblicamente ringraziata per le sue segnalazioni!

    @ Wenny: ti capisco perfettamente: questa non è di certo una ricetta da fare e mangiare in leggerezza. Ma ogni tanto, per ammansire la Spia... (che comunque faceva riferimento al mio compleanno)

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  8. Che bello andrai a bruxelles,divertiti riposati e goditi quell'incanto natalizio, spero in racconti e qualche foto!

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  9. @ Federica: racconti forse si', foto non so, se continuo a dimenticare la macchina fotografica in valigia ogni volta che esco (che testa!)

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