giovedì 5 febbraio 2009

Blog di 'perlinomani' francesi e negozi di Firenze...


Ieri ho trascorso tutto il pomeriggio su Internet, alla ricerca di blog di 'perlinomani'. Ho scoperto che esiste un nutrito gruppo di signore e signorine francesi (sempre loro!) che hanno creato una vera e propria consorteria; alcune di loro si conoscono anche, mi sembra di capire, si attribuiscono premi a vicenda e si scambiano carinerie sui rispettivi blog.

A leggerli, a volte, fanno anche un po' ridere: hanno il gusto un po' sdolcinato che a volte assume il carattere francese e quindi è tutto un trionfo di bisous, mimi, chouette, mignon e via dicendo.

Ogni tanto queste perlinomani si mandano per posta dei regali, ma la cosa non è così semplice come appare: si decide che cosa si crea e per chi, si formano le coppie e poi si manda la propria creazione a chi deve riceverla. Quindi Tizia e Caia si scambiano un anello, Sempronia e Ipazia si inviano un bracciale e così via, e sui rispettivi post trova spazio la foto del regalo ricevuto e la consueta valanga di j'adore!, ça c'est mignon!, tu es adorable! etc. etc.

A parte questo aspetto un po' melenso, queste signore d'oltralpe mi mettono in soggezione.
Raramente ho visto gioielli più belli, elaborati (a volte fin troppo), raffinati, curati e ben fatti. Sembrano tutte opere di professioniste, quando invece si tratta di semplici appassionate. Anche le foto dei vari profili personali mostrano spesso visi sorridenti di segretarie di dentisti, bibliotecarie, casalinghe, commesse di mercerie, qualche volta anche 'stagionate' e dall'aria simpaticamente campagnola, ritratte durante viaggi organizzati.

Alcune di loro sono particolarmente generose: non fanno difficoltà a mettere in rete gli schemi delle loro creazioni. Ma anche solo guardare le foto è una fonte di grandissima ispirazione; inoltre c'è una ricca messe di informazioni su altri blog sparsi per il mondo che queste signore ritengono di particolare utilità e bellezza (mi sembra che vadano forti anche le ungheresi).

Insomma, alla fine, ieri sono rimasta per ore incollata al pc, cosa che in genere mi lascia di cattivo umore (penso sempre che avrei potuto leggere, o cucinare, o fare qualcosa di più creativo che farmi ipnotizzare da quel serpente incantatore che è la rete).
Ed ho aggiunto una quantità assurda di loro blog alla lista dei miei preferiti, perché intendo seguirli con assiduità, benché la visione di tali e tanti capolavori al tempo stesso mi esalti e mi abbatta.

Al di là dei gusti personali, ho molta strada da fare prima di giungere a simili vette di perfezione. Per ora, mi limito a realizzare piccole cose, come per esempio questo anello - fotografato in bagno!

Non si sa quanti problemi mi crei il mio rapporto nevrotico con la macchina fotografica. Fondamentalmente non la so usare, e non ho la pazienza di leggere le istruzioni (ammesso che riesca a ritrovarle), quindi, invece di esplorare le sue possibilità, mi limito a spostarmi per la casa, alla ricerca della migliore luce e delle migliori condizioni per scattare una fotografia decente.

Comunque, l'anello si trova in The Beader's Palette, libro senza autore della casa editrice Ondori, che è giapponese ma ha pubblicato alcuni testi anche in inglese, come questo.
L'ho ordinato presso la Paperback Exchange Bookstore di Firenze, dove lavora la mia amica Lelia (grazie Lelia per la collaborazione!), un posto molto grazioso e molto cosy in pieno centro, proprio dietro il Duomo, l'unico ormai
a Firenze (o quasi, per quel che ho visto) dove si possano comprare libri inglesi o americani.

L'ho acquistato tramite loro perché mi davano la certezza che sarebbe arrivato e in breve tempo: tutto vero, il servizio è assolutamente affidabile e la cortesia di casa, valeva la pena di spendere qualche euro in più.

Il libro in sé non è dei migliori, ma le foto sono belle e gli schemi, benché disegnati con mano tremolante e un po' infantile (avrebbe potuto farli mia nipote Martina), sono chiarissimi. Inoltre, ci sono alcuni anelli davvero notevoli, uno in particolare di cui cercavo da tempo lo schema (non è quello della fotografia!): l'avevo visto al dito della gentilissima signora giapponese che lavora nel negozio che ho sotto casa presso il quale spesso mi rifornisco di materiali.

Il negozio si chiama Agomago ed è stato uno dei motivi per cui ho deciso di prendere in affitto l'appartamento in cui ora vivo con la Spia (non scherzo!). Un posto così sotto casa, ma quando mi sarebbe ricapitata una simile fortuna?

Agomago è nato da e per appassionate di patchwork e quindi ha un'incredibile scelta di tessuti, fili, aghi, libri (molti giapponesi, bellissimi!) e tutto quello che serve per realizzare
con questa tecnica trapunte, borse, pannelli e quant'altro, oltre ad organizzare corsi più volte l'anno. Ma è anche un luogo di incontro. Molte volte, clienti e amiche si ritrovano in negozioL'ambiente è piacevolissimo, luminoso e tutto arredato in legno, con gran gusto. Insomma, è un posto dove si va e si sta volentieri. Io, ovviamente, passo ore a scegliere cristalli e conterie o gomitoli di lana.

Qui ho comprato, appunto, le perle color crema dell'anello (quelle rosa antico, misura 8, le ho comprate a Lusaka): erano in offerta e vendute in uno scatolino, ma non so di quale marca siano. Pur essendo di plastica, sono fatte bene: speriamo solo che non si 'spellino'.


La tecnica è semplicissima, ed è intuibile (spero) anche dalla semplice osservazione di questa foto: si parte infilando in un metro circa di filo di nylon una perlina rosa, una perla color crema ed una perlina rosa, quindi un'altra perla color crema in cui si fanno passare, incrociati, entrambi i capi del filo. E così si va avanti fino a raggiungere la larghezza adatta al dito, quindi si passa di nuovo uno dei due capi del filo nella prima perlina rosa infilata e si ricomincia. In questo modo, la seconda fila di perle e perline si troverà sfalsata rispetto alla prima. Giunti all'altezza della prima perla color crema sia della prima sia della seconda fila (sono incolonnate), si procede con altre tre 'combinazioni' (ognuna composta da una perla color crema e due perline rosa), quindi si fa un nodino con i due capi del filo che vanno poi infilati a zigzag per un po' di perline prima di essere tagliati.
L'anello è terminato!



The Beader's Palette, Ondori, Tokyo 2003.


6 commenti:

  1. Uh che emozione!!!
    Grazie mille per aver citato e addirittura linkato la libreria!!!
    Io di perline, patchwork, lane & cotoni non capisco nulla di nulla, mi viene l'orticaria solo a prendere un ago in mano e sono stata traumatizzata dalle zie-sferruzzatrici-provette da bambina, quindi meglio che mi limiti ai libri...
    Grazie ancora per tutti i complimenti!
    Lelia

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  2. Dovere, cara Lelia! Sono esigentissima in fatto di librerie, quindi quando faccio i complimenti li faccio davvero!
    Anche io sono stata traumatizzata da zie-sferruzzatrici-provette (la lista di cose che abbiamo in comune sta diventando sempre più lunga!!), ma credo nella capacità dell'individuo adulto di superare i traumi infantili (vedi post sui broccoli!).
    Nel caso cambiassi idea, sono sempre disponibile a darti qualche lezione!

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  3. Uh per le lezioni ti prendo in parola! Fammi finire la Cosa Mostruosa (tesi) e poi arrivo! Solo che dovrai partire dalle basi-basi, tipo Come Non Farsi Fregare Il Gomitolo Dal Gatto!
    Bellissimo Agomago, ho guardato il sito perché non lo conoscevo...mi ha incuriosita!

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  4. Non credo di poterti insegnare Come Non Farsi Fregare Il Gomitolo Dal Gatto, ma potrei darti un'infarinatura generale di Come Evitare Che Il Gatto Si Mangi Il Gomitolo (Matilde ne è molto ghiotta!).
    Joking apart, forse per te sarebbe meglio cominciare con l'uncinetto, che è molto più semplice, se superi il pregiudizio per il quale qualunque donna vi si dedichi si trasforma immediatamente in una vecchietta con scialle, crocchia ed occhiali!

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  5. ahahaa adoro queste tue osservazioni sui blog francesi

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  6. Sì, sono tanto brave e con un senso incredibile dell'eleganza e dello stile quanto leziose! Bene, così non si fanno invidiare troppo!
    :-)

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