lunedì 22 agosto 2011

Di idiosincrasie alimentari, della maturità e di un'insalata di peperoni arrosto

Delle idiosincrasie alimentari mie e della Spia ho parlato a lungo e spesso.

È un vero peccato (e causa di diverse piccole e grandi difficoltà logistiche) il fatto che raramente esse coincidano, anzi.

Ma dopo 12 anni di convivenza stiamo lentamente imparando a non scandalizzarci più di fronte alle manifestazioni della diversità dei nostri gusti - per quanto la Spia non riesca, se non assai raramente, a resistere alla tentazione di dire con voce disgustata "Che puzza di aceto!" ogni volta che mi vede, non dico aprire e versare, ma prendere dalla dispensa una bottiglia di aceto (di qualunque aceto; ne ho diversi, perché li amo molto).

Ci sono alcuni cibi che ho rinunciato da tempo a comprare (per esempio il gorgonzola, di cui vado matta ma la cui sola presenza nel frigo - anche se sigillato - getta la Spia in uno stato ora di panico ora di prostrazione) e piatti che gusto solo se qualche anima pia di mia conoscenza me li prepara sapendo che ne sono ghiotta ma che non li mangio magari da anni.

Ne cito alcuni, così, en passant, nella speranza che qualcuno che passi di qui se ne ricordi nel caso in cui volesse invitarmi a mangiare a casa sua: la francesina (un piatto tradizionale della mia famiglia a base di cipolle, pomodoro e aceto), l'insalata russa, la lingua in salsa verde, le alici marinate, le zucchine in carpione e mi fermo qui, ché mi sta prendendo la malinconia.

Per anni, pur amandoli alla follia, non ho comprato peperoni: il loro odore è uno tra i più potenti repellenti anti-Spia che si conoscano. Poi un giorno, non ricordo perché (forse la Spia mi aveva fatto arrabbiare, chissà), mi son ritrovata al supermercato con due bei peperoni rossi nel carrello, decisa a cucinarmeli.

La Spia, alla loro vista, è quasi svenuto, non poteva credere a ciò che vedeva e mi ha guardato con gli occhi azzurri pieni di addolorato sconcerto: questo acquisto significava forse che non gli volevo più bene?

È passato qualche anno da allora e svariati chili di peperoni sono transitati per la nostra cucina.
Non c'è volta in cui li prepari che non arrivi prima o poi il solito commento: "Che puzza di peperoni".
Ma io ho imparato ad ignorarlo e a non farmene innervosire: lo considero una sorta di innocuo e involontario tic; dal canto suo, la Spia ha finalmente compreso che l'insalata di peperoni arrosto non è né il barometro che segna il grado di salute della nostra relazione né un modo piuttosto ambiguo e contorto (e particolarmente crudele) di dirgli che non gli voglio più bene. 

E questo, mi piace crederlo, è uno dei tanti modi, tutti nostri, di vivere insieme la maturità.

****

Insalata di peperoni arrosto con feta e mandorle da Nigella Bites di Nigella Lawson

(per 3-4 persone o una Papera molto affamata o in crisi d'astinenza da peperoni)

4 peperoni rossi
50 gr di feta (ma regolatevi voi, a gusto)
succo di limone
sale e pepe
olio d'oliva
mandorle (io preferisco quelle intere con la pelle, ma ogni tanto uso anche quelle spellate e persino quelle a scaglie)
prezzemolo fresco

Preriscaldate il forno a 230°. Quando è pronto infilateci dentro una teglia coperta con un foglio di carta da forno su cui avrete adagiato i peperoni.

Lasciate cuocere per circa 45' (volendo a metà cottura potete girarli, ma io non l'ho mai fatto): i peperoni dovranno essere belli abbrustoliti e morbidissimi.  Indi tirateli fuori e metteteli in una ciotola capiente che poi coprirete con della pellicola. Lasciateli lì quanto volete: sarà più facile poi spellarli.

Dopo averli spellati e puliti (cioè privati dei semi e del picciolo), tagliateli a falde e metteteli sul piatto di portata: sbriciolatevi sopra la feta, condite con sale (poco), pepe, del succo di limone e dell'olio d'oliva.
Aggiungete le mandorle e il prezzemolo (io a volte non ne uso, non lo amo moltissimo, ma in effetti è una bella aggiunta che dà più carattere e allegria al piatto).

Assaggiate, aggiustate di sale, limone, olio o quant'altro vi sembri necessario aggiungere e portate in tavola.
A volte, invece del limone, uso (per fare ancora più contento la Spia!) dell'aceto balsamico.

Enjoy!

9 commenti:

  1. Naturalmente questa non è che la tua campana. Sarei curioso di sentire quella della povera Spia...

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  2. Anch'io ! Credo che la povera Spia abbia molto da dire a difesa sua e dei peperonfobici ( me compresa)
    Un abbraccio a tutt'e due

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  3. I cari peperoni… Amatissimi dalla mia famiglia, cucinati in tutte le salse sebbene indigesti al babbo che, goloso, golosissimo, per anni ha trascorso nottate in bianco ma non è mai stato in grado di dire “No” ai peperoni rossi, a quelli piccini verdi, a quelli gialli “tagliati a striscioline”, come dice la mamma. Io ne ho sempre detestato l’odore. Un giorno però, alla mensa universitaria, c’era la pasta coi peperoni. E ho pensato di provare. Squisita, come avevo fatto a non assaggiarli prima? Dopodiché, ho trascorso una nottata in bianco col peperone che si riproponeva fino al giorno successivo. Ora mi limito a mangiarli crudi, senza esagerare però…

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  4. Non ho idiosincrasie alimentari e mi diverte scoprire che un peperone può diventare un "potente repellente". Sarei curiosa di conoscere le ragioni della Spia.:-))

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  5. @ Spia: la povera Spia può far suonare la sua campana quando vuole: questo è uno spazio aperto dove tutti possono esprimersi ed essere ascoltati.
    Per quanto riguarda invece noi due, mi pare che la tua campana tu la faccia sentire tranquillamente più e più volte al giorno! :-)
    Dai che oggi a pranzo ti faccio gli spaghettini al pomodoro!

    @ Grazia: allora la prossima volta che vieni a trovarci a Firenze so che cosa NON prepararti!

    @ Barbara: se ti è piaciuta la pasta coi peperoni della mensa universitaria, immagina quanto potrebbe piacertene una versione casalinga! Non so, quando io andavo all'università (credo almeno 6-7 anni prima di quando ci sei andata tu) la mensa faceva abbastanza pena e l'idea di prendere una pasta coi peperoni non mi avrebbe sfiorata nemmeno per scherzo! Anche io per anni non li ho digeriti, i peperoni, e ho fatto come il tuo papà: per gola li mangiavo lo stesso. Adesso, con gli anni, mi pare invece di riuscire a digerirli meglio e mi scateno!

    @ Giacy.nta: credo tirerebbe in ballo l'abitudine materna di fare i peperoni sotto aceto, una ricetta che unisce due tra gli alimenti da lui più detestati in assoluto...

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  6. Io ho preparato per anni al ristorante una cosa che mi piace tanto, cioè i peperoni in agrodolce all'aceto balsamico!! Quindi per tenerelontano il tuo compagno o fargli un brutto dispetto sarebbe un'accoppiata vincente . Li usavo come antipasto e ripulivano, i clienti, regolarmente la ciotolina. Se ti attira ti dico come farli. Comunque anche a me piacciono i peperoni arrostiti , questa preparazione è molto chic, ma anche un tradizionale spicchio d'aglio schiacciato, olio sale e magari un'acciughina vanno bene lo stesso. Li digerisco che è una meraviglia. Condivido la predilezione per la lingua in salsa verde, le alici marinate (dove metto timo e maggiornana) e l'insalata russa. La francesina : spiega come si fa , sono curiosa!

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  7. @ Vitamina: i tuoi peperoni all'agrodolce devono essere fenomenali. Mi attirano eccome, se sei così gentile da passare la ricetta prometto di farla solo quando la Spia è fuori a giocare a calcetto.
    Per la francesina devo chiedere alla mia mamma: incredibile ma vero non ho mai pensato di farla solo per me, ma da quel che posso ricordare (sono anni che non la mangio) si tratta di cipolle stufate a lungo in padella con pomodoro, aceto e peperoncino. In casa mia si mangiavano come contorno al bollito. Bontà!

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  8. "l'insalata russa, la lingua in salsa verde, le alici marinate, le zucchine in carpione..." chiedi e ti sarà dato! Così in occasione di una tua prossima venuta a milano, oltre che parlare di bijoux, di africa, di astrologia e di spezie possiamo "acetizzarci"! ;-))
    Ciao ciao

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  9. @ Aldebarina: bentornata! Mi inviti a nozze, carissima: chiacchierate interessanti e cibi proibiti che non posso mangiare mai mi tentano oltre ogni dire. Quando verrò a Milano per la mia consueta tournée autunnale ci acetizziamo senz'altro.

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