domenica 30 gennaio 2011

Per liberarci di Berlusconi una ricetta bastarda

Vorrei cominciare questo post invitandovi a leggere quello che ha pubblicato Gaia.

È il post che avrei voluto scrivere io, se avessi avuto una ricetta bella come quella del suo ragù, una di quelle ricette che, come un cognome, identificano gli appartenenti ad una famiglia e si fanno simbolo di eredità, rituali, memorie e valori condivisi; un modo semplice, autentico, buono, sobrio, sano e affettuoso di stare al mondo e stare insieme.

Valori che mai come in questo momento è importante, vitale e necessario far vivere e vivere.

È il post che avrei voluto scrivere io anche perché esprime con sobrietà e passione la civile ma potente e incazzata indignazione che sempre più spesso sentono sempre più persone (e per fortuna! anche se sembra sempre troppo poco).

Ma per venire a me.

Io sapevo già, quando ho deciso di aderire a questa iniziativa (promossa da Madama Bavareisa e Kemikonti), che avrei parlato di queste pork schnitzels.

Prima di tutto perché sono fatte con carne di maiale (ma va?), poi perché avrei così colto l'occasione di far felice la Spia (che mi chiedeva di farle da circa 2 mesi), infine e soprattutto perché più che una ricetta a base di maiale volevo proporre una ricetta bastarda e questa lo è parecchio.

La panatura è infatti pasticciata quasi ai limiti dell'indecenza; la carne viene fritta nell'olio (di arachidi; che non mi senta mia madre) invece che nel burro; infine, se devo dirla tutta, a me - che digerisco anche i sampietrini - queste fettine di carne qualche volta rimangono sullo stomaco (per via dell'aglio crudo).

Vi chiederete allora per quale motivo scegliere proprio questa ricetta e proporvela.
Ve l'ho detto.
"Bastardo" è l'aggettivo chiave.

Chiariamo il concetto: io non ho niente contro la categoria dei 'bastardi', soprattutto se si tratta di cani, di generi letterari e musicali, o anche di pork schnitzels non proprio elegantissime e ortodosse ma che fanno la felicità di quelli che le mangiano, non solo della Spia (e pazienza se ogni tanto "s'aripropongono", come si dice a Roma).

Ma ho pensato che forse è il caso che tutti noi, che non ci siamo fatti mai infinocchiare e incantare da quel lestofante che ci sta sulle croste da tempo immemorabile ma ci ritroviamo ugualmente ostaggi della sua Italia volgare e impresentabile, cominciamo a non dargli più tregua, una volta per tutte.

Da veri bastardi.


****

Pork schnitzels bastarde (prese più o meno da Falling Cloudberries, di Tessa Kiros)

per 4 persone (o una Spia molto affamata e molto amante di pork schnitzels + 1 coniuge morigerato)


2 uova
1 spicchio d'aglio
rosmarino
1 cucchiaino di paprika in polvere

sale
pepe
8 fettine di arista disossata, spesse un po' meno di un dito

olio di arachidi


In una fondina sbattete le uova con una forchetta.
Aggiungete lo spicchio d'aglio (spremuto con l'apposito attrezzino), il rosmarino più o meno finemente tritato, la paprika, sale e pepe.

Passate le fettine di carne nelle uova, poi nel pane finemente grattugiato.
Se avete tempo, dopo averle tutte impanate e disposte su un piatto, mettetele in frigo(la mia mamma dice che così vengono meglio. Se non ne siete convinti, chiedete a mia madre).

Quando l'olio sarà pronto (deve essere caldissimo), ricordatevi di friggere una fettina alla volta, al massimo due; in questo modo non ci saranno sbalzi di temperatura eccessivi e la carne assorbirà meno olio, credo.

Non chiedetemi di spiegarvi meglio la faccenda perché sto ripetendo a pappagallo quello che mi ha spiegato la Spia, friggitore ufficiale di casa.

(Un'ultima cosa, per concludere in bellezza.
La vedete questa specie di polpetta qui?

Ecco, questa sì che è una vera delizia, secondo me: è una polpetta di pane.

Mia suocera le fa sempre, quando fa la carne impanata, utilizzando il pane grattato e l'uovo che avanzano, invece di gettarli via [orrore e abominio].

Provate a farne anche solo una: ci scommetto che diventerà un'abitudine).

Enjoy!

9 commenti:

  1. Hei, ma questa è una sfida per me!
    Anch'io ho la fama (giustamente meritata) di digerire i sanpietrini, sai? E anche se non l'avessi questa ricetta mi concupisce talmente che proverei a guadagnarmela :)
    Bella iniziativa, nonostante navighi in acque bruttine vedo di aderire (l'ho già detto? sì mi sa di sì).
    Buon pomeriggio!

    wenny

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  2. ammappate! diciamo che na 'mpepata di cozze alla pajata ripassate in padella con guarzizione di parmiggiana, piu' leggera! ma poi quanta alkaselzer dovete trangugiare, disse l'omo che solo pochi giorni fa fece indigestino di zampone!
    stefano

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  3. Dici che non sono indigeste? Sai com'é!

    Un abbraccio,
    Giacinta

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  4. Purtroppo la ricetta bastarda è buona,troppo buona per essere associata a quell'essere che ci sta appestando la vita.
    Ma giusta,ironica e coinvolgente , davvero, l'iniziativa e un grazie di cuore a te e a chi ha aderito anche da parte di chi ricette non ne conosce.Un grande grande grazie e, mi raccomando, non diamo tregua

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  5. @ Wenny: ma dai, io ti facevo tutta delicata! E invece si scopre che anche tu digerisci, sempre come si dice a Roma, i serci. Mi piace questo tuo aspetto ruspante! Speriamo che presto tu possa navigare su acque più tranquille! Baci

    @ Stefano e Giacynta: sì, sono un po' pesanti, soprattutto se te ne mangi 6 di fila come qualcuno che conosco io (apriamo una parentesi: la Spia è famoso per la sua digestione difficile. Gli resta sullo stomaco anche l'acqua. Pure, quando gli faccio queste robe qui, altro che alkaseltzer! Le digerisce che è un piacere). Ma se si fanno una volta ogni morte di papa...!

    @ Grazia: eh, hai espresso la mia perplessità. Avrei dovuto fare veramente una ricetta tipo quella ipotizzata da Stefano nel suo commento. Ma farmi rovinare anche il piacere di mangiare da quel tanghero... no! Abbracci

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  6. Ehm, rossa di vergogna quanto la maglia rossa indossata quest’oggi, devo fare una confessione: nonostante le sane origini di paese (come dite voi romani), sono un po’ delicatina di stomaco. Per intenderci, se mangio un filetto un po’ più grande del solito, lo digerisco un paio di giorni dopo. E sì che faccio pure una discreta attività sportiva. Come dice il mio babbo: « Sei nata per stare nei prati: un po’ d’erba e vai avanti per mesi!»
    Seconda confessione: genitori e zii non rinunciano al sacro rito dell’allevare un maialetto a famiglia. Ed io che mangio carne di maiale una volta l’anno, tanto per farli felici, sono sempre disponibile il giorno in cui la povera bestiola viene fatta a pezzi e ridotta in insaccati e prosciutto. Mia mamma dice che lo faccio con le lacrime agli occhi, ma faccio del mio meglio per conservare le tradizioni familiari. E poi al signor valigiesogni vengono gli occhi a cuoricino di fronte alle prelibatezze suine. Bisognerà guadagnarci la sua parte…
    Per quanto riguarda quell’altro bastardo, invece, lo sdegno c’era già prima; ora ho la consapevolezza che non c’è mai limite al peggio.
    Buona giornata mia cara.

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  7. @ Barbara: perché vergognarsi di esser delicate? Io mi vergogno, al contrario, perché ho in genere un appetito e una digestione non proprio da signorina!
    Quanto alle tradizioni familiari, trovo bellissimo che tu voglia partecipare a quello che è un vero e proprio rito affettuoso, anche e soprattutto a dispetto della tua sensibilità. Io, che pure sono un'amante degli insaccati di ogni genere, per esempio, non credo riuscirei a partecipare alla loro preparazione (sfoggiando, per l'occasione, una bella dose di ipocrita incoerenza; della serie: buono il prosciutto, buono il salame, ma non fatemi vedere come si fanno se no mi impressiono).
    Quanto al bastardo, prima o poi questo limite si raggiungerà, spero io. Un pensiero al tempo stesso confortante e avvilente: quanto ancora dovremo avvicinarci all'indecente per liberarci di quel coso?
    Buona giornata a te!

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  8. Leggerissime e gustose, soprattutto se accompagnate da un puré bello cremoso e ricco di panna. Dov'è il problema?
    Ancora, ancora, ancora!!!!!

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