lunedì 6 giugno 2011

Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa di Christopher Hitchens

Mi dispiace, forse non era il momento giusto per leggere questo libro, che mi è parso noioso e verboso.

Niente da eccepire sulla tesi: anzi, mi auguro che sempre più vengano scritti e stampati e letti testi intelligenti e onesti in difesa di una sana laicità.

Il fatto è che sono arrivata quasi a un terzo di questo libro e non vi ho trovato una notizia o uno spunto che mi abbiano sorpresa, indotta a riflettere, divertita, incuriosita. Niente.

Neanche l'ironia che l'autore sparge a piene mani è riuscita a conquistarmi: è un'ironia troppo spesso irritante, per i miei gusti, di quella che si porta dietro l'onnipresente sottotitolo "Mamma mia come sono arguto e intelligente e brillante e caustico".
Uno strazio.

Tengo a ripetere che l'autore sposa una tesi della cui bontà sono ben convinta, e da anni, dunque il mio fastidio non nasce dal vedere demolire senza troppo garbo certe mie idee, al contrario.

Per concludere, una nota per me dolentissima: qualcuno potrebbe dire al signor Mario Marchetti, che ha tradotto questo testo, che in italiano - per quanto ne sappia - si dice "pestaggio" e non "picchiaggio", "rivelatore" e non "rivelativo"?
So che il libro abbonda di simili fantasiose creazioni - altri me lo hanno detto.

Ma queste (le due più macroscopiche che ho registrato) mi sembrano più che sufficienti per farsi prendere da una crisi di sconforto di fronte alla sempre più triste situazione dell'Einaudi.


Christopher Hitchens, Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa, traduzione di Mario Marchetti, Einaudi 2007.

20 commenti:

  1. Anche a me prende lo sconforto quando incontro invenzioni linguistiche, mentre tante belle parole vanno nel dimenticatoio (dimenticatoio!?) ma anche quando sento ripetere le espressioni alla moda , tipo cioè , voglio dire eccetera , che nascondono un vuoto di significati e il tentativo di rimandare risposte che non si sanno dare.

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  2. Eppure il titolo era attraente…

    N.B. Ho espiato tutte le colpe: anch'io, ora, posso postare i miei commenti!

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  3. Sulla qualità delle traduzioni, purtroppo, spesso è meglio stendere un velo pietoso. Per la decisione di cambiare cavallo in corsa, invece, posso solo suggerire di puntare su un altro dei numerosi saggi che, sull'argomento del diritto a pensare con la propria testa anziché con quella di chi vorrebbe da noi una delega in bianco, vengono oggi (per fortuna) pubblicati con molta maggiore frequenza rispetto al passato.
    D'altra parte lo stesso Pennac ha teorizzato e scolpito nel marmo, tra i dieci "diritti del lettore", anche
    "IL DIRITTO DI NON FINIRE IL LIBRO
    Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell’autore, uno stile che ci fa venire la pelle d’oca (…) Inutile enumerare le 995 altre ragioni, fra le quali si debbono tuttavia annoverare la carie dentale, le angherie del capoufficio o un terremoto del cuore che ci paralizza la mente. (…)"

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  4. A me il libro era piaciuto, sia per la tesi che per la scrittura, anche se è verissimo che Hitchens pare sopravvalutare se stesso a livelli quasi intollerabili...
    Contrariamente a Vitamina, io ADORO le invenzioni linguistiche. Purché siano d'Autore e non di traduttore. Con tutto il rispetto per il lavoro difficilissimo e meraviglioso che i traduttori fanno.

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  5. Sul lavoro di traduttore concordo con te sul fatto che vada esercitato come un mestiere - e dunque bene- e con zio Scriba sull'idea che le invenzioni linguistiche eventualmente spettino all'autore. Si' ma io problema sarà poi come tradurle. Non è facile e non è facile nemmeno il soggetto del libro.Da molto tempo non leggo saggi, non perché pensi di saperne abbastanza o di avere un'opinione precisa su tutti gli argomenti ma perché sento di non avere più l'attenzione necessaria. Ogni tanto mi ci provo, ma poi torno a leggere letteratura e li' mi pare di trovare tutte le risposte che cerco.

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  6. Il titolo è attraente, ma non basta in effetti per definire un libro.
    Certo, come scrive Zio Scriba, il lavoro del traduttore è difficilissimo, ma Einaudi per anni è stato un editore molto serio e scrupoloso. Peccato che sia decaduto così.
    Ciao Duck, buona serata!
    Lara

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  7. Ciao cara!!!

    SIGH...non conosco il libro...ma come descrivi manca di diverse cose...inoltre condivido il "diritto di non finire il libro", come scrive "spione tenebroso" sono fermamente convinta che se un libro è interessante lo si evince dalle prime pagine! ;o)

    Ciao...buona settimana. NI

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  8. Hai perfettamente ragione (in altra sede ho trasmesso le stesse sensazioni). Ci sta anche il fatto che chi non doveva essere convinto perchè lo è già non scopre nulla di nuovo e quindi si annoia. Però veder tagliare con l'accetta non è mai una buona cosa, specie per chi vive di dubbi.
    Gil

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  9. Sarei curiosa di sapere come sei arrivata a leggerlo ( via Zarri ? )
    Un bacio, cara e buona giornata. :-))

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  10. Davvero un libro da non leggere. Consigli assolutamente utili anche questi
    Ciao
    Giulia

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  11. E il Marchetti continua a tradurre per Einaudi?

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  12. Forse sarebbe da leggere il Trattato sull'Ateologia di Onfray...magari tu l'hai già letto da un pezzo. Io, prima o poi, lo farò.
    Bye&besos

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  13. Quando ho letto il titolo del libro ho pensato : bello. E vero.
    Invece dalla tua recensione mi è passata la voglia di leggerne anche solo un rigo, proprio perchè profondamente allergica allo stile che descrivi tu.

    A proposito, noi non abbiamo tolto Marta dall'ora di religione settimanale della materna solo perchè sarebbe stata l'unica e non volevo isolarla, essendo già di carattere riservata e un po' timida. Ma qualche settimana fa ha cominciato a parlarmi di Gesù che le sta sulla spalla, guarda tutto quello che fa e vede se fa qualcosa di male. Le ho spiegato che Gesù non è un cocorito, ma intanto...
    Poi qualche giorno fa è arrivata a casa scossa dal film che aveva visto a scuola sulla vita di Gesù con tanto di passione "il sangue gli usciva dalla testa, dalla fronte, dalle costole e io piangevo mamma, piangevo perchè gli voglio bene a Gesù". Ieri straparlava degli occhi della bestia, gli occhi cattivi senza muso e senza faccia, solo occhi, gli occhi del diavolo. "io però non ci credo, perchè non esistono gli occhi senza faccia!"
    Ti sembra possibile ? A cinque anni invece di ricevere insegnamenti sulla solidarietà, sulla diversità e sul vivere insieme a bambini di altre religioni, devono imparare ad avere paura, a sentirsi in colpa, a caricarsi del famoso peccato originale (2000 anni che scontiamo 'sto peccato originale...)
    Sì, sono arrivate le nostre proteste verbali e arriverà la mia lettera alla direzione ma intanto hanno fatto un bel danno.
    Perchè la religione sa essere velenosa come poche cose nella vita. I fully agree.
    E il prossimo anno se ne starà da sola per un'ora a settimana. Meglio sola che in balia di parole velenose che si insinuano dentro per sempre.
    Un abbraccio e...scusa lo sfogo !

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  14. Ciao cara, hai per caso letto anche il Trattato sull'Ateologia di Michel Onfray? Ero curiosa di sapere se è interessante.

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  15. Oh cara Duck non sai quanto mi faccia piacere leggere critiche come la tua. Ammiro molto le persone come te che conoscono così bene la propria lingua.

    un caro abbraccio

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  16. difficilmente mi riesce di abbandonare un libro anche quando lo detesto perciò grazie di avermi evitato una inutile perdita di tempo.

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  17. @ Vitamina: gli intercalari sono orrendi, hai ragione, e tanto diffusi e pervasivi da infilarsi nei discorsi anche di persone "insospettabili". Io detesto il "piuttosto che" che si sente dire ad ogni pie' sospinto.

    @ Valigiesogni: non solo il titolo era attraente, ma anche la tesi della quale, per fortuna, non devo essere convinta: ma mi dico che se leggono questo libro persone che cercano, invece, di essere convinte e che finiscono per sentirsi respinte così come io mi sono sentita respinta, non c'è di che stare allegri. Saluti!

    @ Spia: già, il caro vecchio Pennac e i suoi saggi diritti del lettore. Di traduzioni "creative" sai qualcosa, vero?, con tutte le volte che ti ci ho tormentato!

    @ Zio Scriba: le invenzioni linguistiche piacciono anche a me (le tue, per esempio), ma se a inventarle è il traduttore è tutto un altro discorso!

    @ Lara: non è per fare sempre lo stesso discorso, ma guarda caso mi pare che l'Einaudi sia scaduta molto proprio da quando un certo signore ci ha messo le mani sopra. Sarà una coincidenza...

    @ Bear's house: in genere do ai libri ben più di una possibilità, ma insomma di tempo non è che ce ne sia tantissimo (o quanto meno, non si sa quanto ce ne sia a nostra disposizione, ecco) e allora perché sottrarlo ad attività più meritevoli e soddisfacenti? Saluti!

    @ Gil: è proprio questo il punto. Niente di nuovo e per di più espresso con una tale sicumera da dare fastidio. È davvero un po' troppo!

    @ Giacy.nta: no, non sono passata dal libro della Zarri. È da qualche anno che io e la Spia portiamo avanti - in maniera non troppo sistematica, a dire il vero - una nostra personale ricerca in questo senso e siamo dunque sempre incuriositi da titoli del genere. Ho aspettato un po' per leggerlo perchè distratta da altre cose. Baci

    @ Giulia: per quanto possa valere la mia opinione, ovviamente, che non è certamente quella di una persona competente. Saluti!

    @ Alberto: chissà, non ho pensato a verificare. Ma non mi stupirei se gli avessero affidato altri lavori importanti come questo. O tempora o mores, come diceva un certo signore parecchi secoli fa.

    @ Nela San: Onfray è sullo scaffale dei libri sulla "controspiritualità" se così si può dire, e attende il suo turno. Appena letto ti riferirò, promesso.

    @ Marilì: non ho parole per commentare ciò che hai raccontato. Penso che per Marta sia meglio trascorrere quell'ora da sola, magari facendo qualche bel disegno, piuttosto che farsi imbottire la testa da simili scemenze. Che tristezza che un'ora alla settimana che sarebbe tanto utile per fare un po' di educazione alla convivenza e alla condivisione venga sprecata così. Ma mi domando, questi insegnanti lo hanno mai fatto un esame di psicologia infantile? Qualunque sfogo è ben accetto qui, ricordatelo! Baci

    @ Iulia: ehi, grazie! Ora leggo questo tuo commento alla Spia e mi pavoneggio un po' (l'accademico della Crusca, in casa, è lui). Un abbraccio anche a te

    @ Dede: ero come te fino a qualche tempo fa, poi l'età ha cominciato a farmi sentire il tempo che scorre e fugge e mi son detta "Mai più perder tempo in letture che non mi danno il massimo godimento". Saluti!

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  18. A quanto pare Mario Marchetti non è nuovo a questo genere di exploit. Ho tra le mani la traduzione italiana, curata dal nostro, di un altro libro di Hitchens, «Letters to a young contrarian». “Contrarian” è un termine giornalistico e si potrebbe tradurre come bastian contrario, ed il libro si apre proprio con un capitolo dedicato alla spiegazione del termine, in cui Hitchens scrive:

    “Le espressioni che restano -- «cane sciolto», «mina vagante», «ribelle», «giovane arrabbiato», «rompiscatole», -- hanno tutte qualcosa di affettuoso e di riduttivo, e forse per questo suonano un po' condiscedenti.”

    Marchetti, nonostante quanto scritto da Hitchens stesso nel libro, ha deciso di tradurre “contrarian” con “ribelle”. E senza nemmeno mettere una nota. Veramente desolante.

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    1. Ciao Junkie, ciò che mi racconti non mi stupisce affatto. Che posso dire? Che si tratta dell'ennesima conferma del fatto che in Italia sembrano lavorare non dico soltanto - che sarebbe esagerato - ma soprattutto gli incompetenti.
      Too bad.
      Saluti!

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  19. ...E pensare che il testo inglese e' cosi' tagliente e perfetto! Proprio vero, come dice Eco: "Traduttori traditori"...
    Ecco un apprezzamento dello scrittore Hanif Kureshi:
    "Hitchens ha un autentico talento nel fare chiarezza, nello sciogliere i nodi piú complessi, nel distinguere i vari aspetti di ogni argomento, con grande sottigliezza di pensiero e scrittura."

    K

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