domenica 19 aprile 2009

Il professore di desiderio di Philip Roth

Questo è il primo romanzo di Roth che leggo. Me ne avevano parlato tanto di Roth, de Il lamento di Portnoy e di Pastorale americana, che mi erano stati presentati come capolavori. Quindi mi sono avvicinata alla lettura di questo suo libro con una certa apprensione e forse con un filo di pregiudizio, come ahimé a volte mi accade quando sono a cospetto di mostri sacri o libri che vendono tanto e sembrano piacere a chiunque.
E' una meditazione sofferta sulle dinamiche del desiderio, sul mistero del suo sorgere e del suo sottrarsi, sulla dolorosa inquietudine che può generare quando viene represso e sugli sconvolgimenti cui può sottoporre chi gli si opponga in nome della paura della propria ombra e dell'umano bisogno di tranquillità.
Le donne che appaiono nel romanzo sono tutti personaggi riusciti, diverse tra loro ma tutte ugualmente vive, palpitanti, coraggiose.
La mia scena preferita è quella alla fine del libro, la cena nella casa delle vacanze in cui la nuova compagna di Keplesh incanta i suoi ospiti con il suo naturale e spontaneo talento, tutto femminile ma ahimé raro, per far sentire gli uomini intorno a lei accuditi, avvolti da una rete gentile e discreta di premure e attenzioni e Keplesh, ammaliato e innamorato come mai, in quello stesso istante in cui riconosce questa sublime qualità della sua donna, e le è grato per il meraviglioso senso di appartenenza e di intimità che sa trasmettergli così, naturalmente, sa che tutto questo non basterà comunque a salvare la loro storia dalla fine.
"Solo un intermezzo, penso, e come se fossi davvero stato pugnalato e la forza vitale sgorgasse fuori da me, mi sento sul punto di ruzzolare giù dalla sedia. Solo un intermezzo. Non conoscerò mai qualcosa di duraturo. Soltanto gli irrinunciabili ricordi di sentimenti discontinui e provvisori; un'interminabile saga di tutto ciò che non ha funzionato..."
Non è una lettura che definirei amena (troppo scomodamente sincera su tante inquietudini in cui ci si può riconoscere), ma senz'altro stimolante, a volte dai toni sarcastici, a volte grondante sublime malinconia.

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