domenica 9 agosto 2009

Le piccole virtù di Natalia Ginzburg


Questo è il libro di Natalia Ginzburg che amo di più; anche più del suo Lessico familiare.
Sono così tante le pagine in cui la sua voce suona dolcemente familiare al mio orecchio, che la mia copia è piena di sottolineature, punti esclamativi e quelle frecce stortignaccole con cui segno i passaggi per me particolarmente significativi.
Ritrovare i propri pensieri nelle parole di uno scrittore è un’esperienza che ha sempre del miracoloso, non importa quante volte essa si ripeta; è un’emozione simile a quella che si prova quando si conosce una persona che, dall’infinito numero degli sconosciuti e degli estranei, all’improvviso entra, prepotentemente e trionfalmente, nel novero dei nostri amici più intimi e cari.
Ritrovare ancora una volta le mie emozioni, le mie intuizioni, certe idee che nemmeno sapevo di possedere fino a quando non le ho ritrovate lì, espresse dalla voce sommessa ma al tempo stesso chiarissima e vibrante di Natalia Ginzburg, è stato confortante, a tratti commovente.
Perché della Ginzburg a me non piace soltanto ciò che dice, ma anche e soprattutto il modo in cui lo dice. Quel suo personalissimo stile, quella sua ‘cantilena’ (quella che il collega Giorgio Bassani chiamava ‘lagna’) creata dall’uso di frasi spesso brevi e che prediligono la paratassi; quei suoi molti ‘ci sembra’, ‘ci pare’, usati a guisa di intercalare, mi parlano di una persona aperta al dubbio, estranea a certa apoditticità ottusa, aggressiva e boriosa che negli ultimi tempi sembra invece essere l’unico stile comunicativo vigente ovunque (dai giornali, ai libri, alla televisione, alle conversazioni private).
Al tempo stesso, però, la Ginzburg è anche capace di prendere posizioni nette, precise, chiare, di assumersi responsabilità scomode, esponendosi con grande coraggio, determinazione, eppure sempre mantenendo la sua caratteristica e personalissima cifra di modestia, pudore, rispetto per l'interlocutore e repulsione per l’eccesso, che trovo tanto riposante e che associo sempre alla vera forza, alla reale tempra morale di chi non ha bisogno di imporsi con la violenza, perché ha opinioni, idee e valori che si impongono da soli per la loro rettitudine e coerenza.
Ed è un miracolo anche il modo in cui la Ginzburg riesce a muovere i nostri pensieri più alti, le nostre riflessioni più profonde, partendo da spunti spesso assai modesti, utilizzando immagini frequentemente fruste e dimesse (le scarpe sfondate di un bellissimo saggio presente in questo libro, i fratacchioni robusti che mangiano zuppe di erbe nel divertentissimo e al tempo stesso malinconico “Lui e io”, elegia ironica e insieme tenerissima del suo secondo, felice matrimonio con Gabriele Baldini), mostrando senza civetteria e senza leziosità la sua ‘fintotontaggine’, che è invece l’abito di cui si veste la sua straordinaria capacità di dire parole chiare e limpide sulla realtà (e quanto si ha bisogno, soprattutto adesso, di simili parole?).
Nella bella introduzione di Domenico Scarpa ho trovato questa frase che riassume magistralmente, per me, la magia di questo libro:
“E’ molto difficile capire che cosa avviene di tanto straordinario nei saggi di Natalia Ginzburg: come funzionano, che cosa veramente crea quel silenzioso effetto di decollo lirico. Come accade il prodigio per cui, partendo da una verità che sapevano tutti, si arriva a una verità che sa solo lei, anzi, che solo lei sa dire: perché difatti, un istante dopo che l’ha detta lei, ognuno si accorge che la sapeva da sempre, che la sapeva ma che non sarebbe mai stato capace di dirla così”.

Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi, Torino 1998 (1962), a cura di Domenico Scarpa.

16 commenti:

  1. Che sensazione strana e tenera, trovare un tuo intervento nel gruppo dedicato a Natalia Ginzburg e -sempre lì- il link a questa pagina del tuo blog...
    Una circolarità davvero strana, che tuttavia spesso arriva, lasciandoci lì, pieni di stupore, come noi ben sappiamo.
    Questo libro, in ogni caso, è splendido, io leggo e rileggo il breve saggio da cui prende il nome ma come tu giustamente rilevi ogni piccolo racconto ha qualcosa di prodigioso, a dir poco.
    Davvero bello leggere questa tua recensione, come -del resto- è sempre bello leggerti!

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  2. Grazie carissima,
    ho scritto questo post con molto amore e molta passione, sopraffatta dalla gratitudine. Spero che si avverta, spero che si percepisca.
    Grazie di esser passata!

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  3. si percepisce eccome.
    non conoscevo questo libro della ginzburg, della quale ho letto molto (la sua scrittura fa sentire a casa) ma per fortuna non tutto.
    (dico per fortuna perché dopo aver letto queste tue parole non posso non assaporare anche "le piccole virtù").
    t.
    ps
    un saluto a ernesto.

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  4. E' sempre un piacere per me essere il ponte che unisce un libro ad un nuovo lettore, soprattutto se si tratta di un libro che amo molto e di un lettore che mi piace molto.
    Ernesto ricambia i saluti, con affetto.

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  5. Si, anche io preferisco "Le piccole virtu'" a "lessico familiare", ma tutti gli scritti della Ginzburg sono eccellenti. Mi permetto di consigliarti i suoi articoli di giornale raccolti nel volume dei Meridiani Mondadori. La maggior parte di quegli scritti li avevo già letti "in tempo reale", quando erano cioè stati pubblicati sui giornali. Ma come sempre avviene in questi casi (vedi le recenti raccolte di Magris e di Citati) avere la possibilità di leggerli in fila uno dietro l'altro consente di individuare nessi, temi ricorrenti, lo sviluppo di un pensiero.
    Natalia Ginburg è stata secondo me una delle scrittrici migliori del nostro Novecento, ed è un peccato che in genere sia conosciuta solo per "Lessici familiare".
    Ciao e grazie :-)

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  6. Benvenuta Gabriella, e grazie per esser passata di qui.
    Grazie soprattutto per il consiglio. Avevo già pensato, visto che quest'estate ho deciso di rileggermi tutti i saggi della Ginzburg in mio possesso, di passare in settembre in biblioteca per vedere se hanno i Meridiani dedicati a lei, alla ricerca di altri scritti di cui ignoro l'esistenza (come questi articoli di cui mi parli).
    Ovviamente concordo con te sul fatto che la Ginzburg sia stata tra le migliori scrittrici italiane del 900 e aggiungerei, oltre al fatto che il 98% della gente la conosce solo per Lessico familiare, che è un peccato anche che molti la considerino scrittrice minore. Un peccato per loro, però, ché non sanno cosa si perdono.
    Grazie ancora, e spero a presto.

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  7. I due volumi dei Meridiani Mondadori sono stati curati da lei. E' lei che ha deciso cosa e in quale ordine mettere le sue opere, e questo secondo me è molto importante.
    (Quand'è che dedicheranno un Meridiano ad Anna Banti non si sa. Forse mai. E questo sì, che è un vero scandalo)
    Ciao :-)

    P.S.
    Il tuo sistema di commenti è un po' farraginoso, non sono mai sicura di aver spedito oppure no, di aver mandato in triplice copia (orrore) oppure niente.
    Vabbè, mi ci abituero'.
    Piuttosto: non hai attivato i Feeds, non ti posso inserire nel mio blog roll, peccato.
    Il post sul libro della Rossanda è molto nteressante.

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  8. Grazie per le informazioni sui Meridiani. Quanto ad Anna Banti, devo confessarti che di lei non ho letto nulla. Su di lei, invece, ho letto un bel saggio di Grazia Livi in Le lettere del mio nome, che me ne aveva offerto un'immagine algida e vagamente inquietante (ma amatissima dalla Livi).
    Per i commenti, mi dispiace se hai avuto qualche difficoltà: è il sistema di Blogger, temo (a meno che, involontariamente, non abbia commesso qualche pasticcio io, cosa che non escludo, dato che sono di un'imbranataggine assoluta con qualunque cosa vagamente tecnologica).
    Non so cosa voglia dire 'attivare i Feeds', non ci ho mai capito nulla, benché da tempo mi riprometta di sforzarmi di capirci qualcosa.
    Tu lo hai letto il libro della Rossanda?

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  9. Conosco il ritratto che di Anna Banti ha fatto la Livi in quel bel libro che è "Le lettere del mio nome", ne avevo anche scritto sul mio blog.

    La Banti è stata (con il marito Roberto Longhi) una donna molto potente nel modno culturale ed editoriale italiano, non era per nulla malleabile (leggere in proposito la corrispondenza con Arbasino, che anche lui non è certo mai stato una mammoletta) ha dato fastidio a troppa gente ed io sospetto fortemente che oggi uno dei motivi principali per cui non la ripubblicano sia che un sacco di gente si vuol togliere qualche sassolino dalle scarpe.

    I suoi romanzi sono molto belli, molto colti, molto raffinati. Molto sofferti, anche.

    No, non ho letto il libro della Rossanda.
    Ho seguito la storia del "Manifesto" in presa diretta, per cui credo che non rimarrei spiazzata di fronte alla descrizione dei tanti "garbugli" (per dirla con Gadda) politici di cui parli.
    Però capisco che per chi quelle vicende non le ha seguite, il tutto possa risultare alquanto nebuloso ed irritante, se non sufficeintemente spiegato ed argomentato.

    ...Ma mi rendo conto che sto parlando senza cognizione di causa, perchè, ripeto, in realtà il suo libro non l'ho letto.
    Ciao e grazie :-)

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  10. Ma guarda, mi hai fatto venire una certa curiosità su Anna Banti. Hai qualche titolo da suggerire in particolare?
    Ricordo nel saggio della Livi il bellissimo ritratto della coppia Banti-Longhi, il racconto di Longhi il genio chiuso nel suo studio per quasi tutto il giorno che, alla fine di una giornata di lavoro, usciva da dietro una tenda che era nel salone, se non ricordo male, e faceva il suo 'ingresso'. Molto teatrale.

    Sono certa che per chi abbia seguito da vicino le vicende di cui parla la Rossanda il suo libro non sia di lettura troppo difficoltosa. E' chiaramente un testo 'per iniziati', per persone che già sanno e conoscono. Niente di male in questo; ma se l'avessi saputo prima non credo l'avrei comprato. Temo le mie difficoltà siano in un certo senso paradigmatiche. Temo che il taglio dato dalla Rossanda al suo libro sia il riflesso di un atteggiamento che non ha mai fatto bene alla sinistra, accidenti a loro!
    Tu che ne pensi?

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  11. Su Anna Banti ti consiglio l'ottimo blog
    http://annabanti.splinder.com

    In quanto ai suoi libri, io sono riuscita a leggerne solo due ("Artemisia" e "La camicia bruciata" e ne ho parlato sul mio blog
    http://nonsoloproust.splinder.com/post/11792633/ARTEMISIA+-+ANNA+BANTI

    http://nonsoloproust.splinder.com/post/11894166/LA+CAMICIA+BRUCIATA+-+ANNA+BANTI

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  12. Sono arrivata fin qui passando per il tuo ultimo post (Le poesie del mercoledì: Memoria - Natalia Ginzburg).
    Della Ginzburg non ho mai letto nulla. Sono stata attratta più volte da Lessico familiare ma per il solo fatto che, come giustamente fai notare, è l’unica opera della Ginzburg ben in vista nelle librerie. Sicché finisce che ti capiti tra le mani.
    La corrispondenza Gabrilu-Craft, poi, mi spinge ad inserire tanto la Ginzburg quanto la Banti nella lista delle letture imminenti.
    Grazie mille cara Duck. Ormai passare da te è indispensabile.
    Un bacio

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  13. Sono arrivata fin qui passando per il tuo ultimo post (Le poesie del mercoledì: Memoria - Natalia Ginzburg).
    Della Ginzburg non ho mai letto nulla. Sono stata attratta più volte da Lessico familiare ma per il solo fatto che, come giustamente fai notare, è l’unica opera della Ginzburg ben in vista nelle librerie. Sicché finisce che ti capiti tra le mani.
    La corrispondenza Gabrilu-Craft, poi, mi spinge ad inserire tanto la Ginzburg quanto la Banti nella lista delle letture imminenti.
    Grazie mille cara Duck. Ormai passare da te è indispensabile.
    Un bacio

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  14. @ Barbara: vedrai, sarà una scoperta, una rivelazione. Fammi sapere.

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