lunedì 29 ottobre 2012

Dei molti motivi di fascino dell'autunno e di una torta alle pere e nocciole

Ecco, è arrivato l'autunno. E anche se è giunto, com'è normale che sia, in compagnia della pioggia e di cieli bigi e pesanti, io l'ho accolto - come ogni anno - con calore.

Sarà perché sono nata proprio in coda a questa stagione, e dunque sono probabilmente avvezza da sempre alle sue atmosfere, sono anche forse più incline di altri a godere dei suoi molti doni, anche quelli considerati meno charmants: non mi irritano né il suo grigiore né l'umidità; non mi immalinconiscono il sempre più anticipato spegnersi del sole nel cielo e la pioggia spesso incessante, né mi inquieta la graduale avanzata delle tenebre e del gelo. 

Trovo deliziosi e personalissimi motivi di soddisfazione nel tornare ad indossare le scarpe chiuse che hanno atteso per mesi nel buio della scarpiera; nel tirar fuori dall'armadio la trapunta leggera che avvolgerà il mio sonno fino a quando bisognerà sostituirla con il piumino; nel cercare di riscaldarmi le mani quasi sempre ghiacce tenendo tra le dita una tazza di tè fumante; nell'infilarmi - la mattina, appena sveglia, ancora tiepida e stropicciata di sonno - nel mio lungo cardigan da casa beige, un po' sformato sui polsini e sul cannolet.

L'autunno per me significa anche e soprattutto ritrovare il piacere perfetto di un certo tipo di cucina: nutriente, corroborante, quella che produce ciò che gli inglesi etichettano - con il loro speciale talento per la creazione di espressioni sintetiche e chiarissime che racchiudano e diano perfetta voce a concetti anche molto vaghi o complessi - come comfort food

Quando ho sfogliato per la prima volta il nuovo libro di Rachel Allen, Cake, ho subito capito che questa pear crumble cake sarebbe stata perfetta per dare il mio personale benvenuto all'autunno: ci sono le pere, ci sono le nocciole, è ricca quel tanto che basta ma ha anche una sua sobrietà, un aspetto casalingo, nient'affatto lezioso, che è molto di mio gusto.

Son quasi sicura che nelle intenzioni dell'autrice i tre strati che compongono questa torta (partendo dal basso: la sponge, poi le pere caramellate alla cannella, infine il crumble di nocciole) sarebbero dovuti rimanere ben distinti, mentre a me l'ultimo, quello del crumble, è quasi del tutto collassato all'interno. Poco male: al di là delle chiacchiere e del suo aspetto, questa torta è davvero buonissima, fidatevi.

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Pear crumble cake (con modifiche)

per una tortiera a fondo mobile di circa 24-25 cm di diametro

per la sponge:

150 gr di burro
150 gr di zucchero (io ho usato il Demerara del commercio equo)
3 uova
175 gr di farina 0
2 cucchiaini di lievito per torte

per le pere:

400 gr di pere, sbucciate, pulite e tagliate a pezzetti
1 cucchiaino di cannella in polvere
50 gr di burro
50 gr di zucchero

per il crumble

75 gr di burro
150 gr di farina 0
100 gr di zucchero (io ho usato il Demerara e un paio di cucchiai del Dulcita, del commercio equo)
100 gr di nocciole, tostate, spellate e tagliate grossolonamente

Preriscaldate il forno a 170°; imburrate e infarinate la tortiera.

Per prima cosa, occupatevi delle pere: mettetele in un padellino con la cannella, il burro e lo zucchero e cuocetele, a fuoco medio, senza coperchio, per circa 5'-10' o per tutto il tempo necessario a far evaporare gran parte del liquido. Indi spegnete e tenetele da parte.

Passate poi al crumble: fondete il burro in un pentolino, poi aggiungete la farina, lo zucchero e le nocciole. Mescolate e mettete da parte.

Per la sponge: con le fruste elettriche lavorate il burro fino a ridurlo a crema, poi unite lo zucchero e proseguite fino ad avere un composto soffice e chiaro.
Rompete le uova in una ciotola, mescolatele con una forchetta appena appena e poi aggiungetele gradualmente al burro e allo zucchero. Solo quando vi sembreranno amalgamate aggiungete la farina setacciata e il lievito, mescolate bene perché il composto sia liscio e senza grumi, poi versatelo nella tortiera.

Adagiatevi sopra le pere, cercando di ricoprire il più possibile l'impasto sottostante.
Concludete con il crumble, poi infornate. 
Per i tempi: sul libro sono segnati 45'; nel mio forno ci è voluta praticamente un'ora. Come al solito, regolatevi: date un'occhiate a partire dai 40': la superficie dovrà essere ben dorata.

Quando la tirate fuori dal forno, lasciate la torta su una gratella per circa 10'; quindi, dopo aver passato un coltello o una paletta molto fina tutto intorno, liberatela dalla tortiera.

Rachel Allen consiglia di servirla con panna montata appena addolcita da zucchero a velo e insaporita da brandy o liquore di pere. 
Per una volta, però, e stento a credere a quel che dico, vi invito a scegliere la sobrietà: questa torta va benissimo esattamente così com'è.

Enjoy!


mercoledì 10 ottobre 2012

Donne che sostengono altre donne: Mostra mercato di artigianato femminile - Firenze, 11/12 ottobre 2012

A dispetto di un'apparenza cordiale e rilassata - almeno così mi dicono - sono di una timidezza feroce.
Sono timida, insicura, tendenzialmente tremebonda.
Mi salva la curiosità nei confronti dei miei simili che mi spinge quasi sempre a far capolino, ad avvicinarmi e ad accogliere con cauta benevolenza chi mi si avvicina.

Fino ad ora non ho mai trovato il coraggio di esporre le mie "creature" in un mercatino: l'idea di trovarmi con le mie cose sotto lo sguardo di chiunque passi di lì mi sgomenta abbastanza. 

Un conto è proporre quel che si fa via internet (nella fattispecie nel mio negozio su etsy): ci sono, sì, le statistiche, che possono dare un'idea del livello di interesse che suscita il proprio lavoro, ma le statistiche si possono non leggere, oppure leggere e subito dopo dimenticare.

Uno sguardo perplesso gettato su una propria creazione o, peggio ancora, nessuno sguardo, è invece un dato difficile con cui fare i conti.
Ecco perché non ho mai pensato di poter affrontare un evento come un mercatino, una mostra, un'esposizione.

Stavolta, però, lo faccio: giovedì 11 e venerdì 12 ottobre parteciperò ad una mostra mercato organizzata dalla Ailo, la American International League of Florence.

Lo faccio perché parte del ricavato della vendita dei miei manufatti andrà a sostegno di Artemisia, un'associazione di Firenze che dal 1991 si prende cura di donne e bambini vittime di abusi domestici.

Lo faccio perché non sarò sola, ma con altre donne, artigiane come me, e perché non si tratterà soltanto di vendere, ma di partecipare e contribuire. 

Lo faccio perché mi piace l'idea di fare qualcosa per altre donne, meno fortunate di me, e di farlo attraverso i canali che, pur nei dubbi e nelle insicurezze, mi sono più naturali e più cari, mettendo in gioco qualcosa di me che a dispetto della paura sento essere prezioso, bello, e vitale.

Sarebbe bello incontrare qualcuno di voi!

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Qui, altre informazioni sull'evento e qui la pagina creata su facebook (in inglese)