L'autunno ha, tra i suoi mille motivi di seduzione per me, anche quello - fondamentale - di essere la stagione in cui trascorro sempre un po' di tempo in quel di Milano.
Risparmierò a chi legge l'ennesima mia dichiarazione d'amore e devozione per quella che considero, a tutti gli effetti, la MIA città.
Dirò soltanto che, ogni volta che ci vado, finisco per rimanere totalmente disconnessa dal mondo e dal web, neanche soggiornassi in una capanna su un albero nel folto della più remota jungla della Paupasia, ospite di un indigeno.
Invece sto dalla suocera, che però, per certi versi - absit iniuria verbis - è in effetti più lontana da qualunque parvenza di tecnologia di un qualunque abitante di quelle regioni lontane.
(Lo metto tra parentesi: colgo l'occasione per scusarmi con quanti, non sentendomi più, hanno pensato io fossi emigrata o fossi stata rapita dagli alieni: niente da fare, purtroppo per voi).
Ne ho come al solito approfittato per trascorrere il tempo in maniere oltremodo piacevoli, come incontrare amici che sono lontani geograficamente ma assai vicini al mio cuore, chiacchierare e passeggiare con la suocera, godermi i suoi sontuosi manicaretti, cucinare insieme a lei e alla nipotina 6enne (esperienza interessante, da tenere a mente qualora volessi farmi venire un esaurimento nervoso nel minor tempo possibile: com'è difficile cucinare in una cucina che non è la propria, senza i propri attrezzi; se poi lo si fa cantando anche canzoncine dell'asilo e cercando di evitare che suocera e nipote diano fuoco alla cucina e anche al gatto è un'impresa quasi eroica).
Anche così, però, è stato molto bello tornare a casa, alla mia quotidianità, e ritrovare tutti i miei riti familiari, anche quelli di cui farei a meno - per esempio la corvée settimanale alla tavola da stiro (la Spia non stira mai perché dice che soffre di schiena; dice).
Sempre mi piace, soprattutto, tornare in cucina e fare una torta per la colazione, questa volta con delle pere e - ancora?! - degli albumi provenienti, come saprete già, dalle gelide profondità del mio freezer.
La torta è presa da Rachel's Favourite Food at Home di Rachel Allen, e in realtà prevede l'uso di pere e farina di mandorle. Ma la prima volta che l'ho fatta di mandorle non ne avevo. In compenso avevo una tonnellata di nocciole, buone, comprate al biomercato del quartiere da una signora emiliana che parla come Guccini e comunica con il nostro gas da un indirizzo di posta elettronica che suona più o meno "la tigre del ribaltabile" (non insinuo niente; mi perplimo, però).
Non so se pere e nocciole sia un abbinamento classico o no. A me è piaciuto moltissimo e ho deciso che d'ora in poi sarà un classico della mia cucina.
Benché con le nocciole, le mandorle a lamelle (di quelle ne avevo, un paio di cucchiai) sopra le ho messe lo stesso, perché mi fanno allegria e mi piacciono sempre.
Nella versione alle nocciole, inoltre, nell'impasto ho aggiunto anche un paio di cucchiai di cacao amaro, perché mi andava e perché con le nocciole e con le pere il cacao ci sta benissimo.
Ho rifatto questa torta anche con le mandorle e il cacao e con le mandorle e la buccia di limone, come dovrebbe essere, e ho deciso che a me piace di più la mia versione.
Ma tra parentesi metto anche quella originale (modificata nella quantità di burro e zucchero, ma sostanzialmente identica a quella del libro).
Vi siete persi?
Vi pare che - come si dice a Roma - io l'abbia un po' buttata in caciara?
Niente paura.
Leggete con calma e fiducia: si tratta di una torta facilissima (e moooolto buona).
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Pear and Almond (ma in realtà Hazelnut) Tart
(per una tortiera di 23-24 cm di diametro)
125 gr di zucchero a velo
50 gr di farina 0
100 gr di farina di nocciole (nella versione originale: di mandorle)
2 cucchiai di cacao amaro (per la versione alle mandorle si possono sostituire con la buccia finemente grattugiata di un limone)
5 albumi (tadà! in un colpo solo!)
125 gr di burro, sciolto
2 pere, pulite, divise in quarti e tagliate a fettine sottili
25 gr di mandorle a lamelle (facoltative nella versione con nocciole e cacao; ma ci stanno bene)
zucchero a velo per servire
Preriscaldate il forno a 200°, imburrate e infarinate la tortiera.
In una ciotola setacciate lo zucchero a velo, la farina e il cacao, se lo usate.
Aggiungete la farina di nocciole (o di mandorle; se usate queste ultime e non il cacao unite anche la buccia di limone).
In una seconda terrina sbattete con le fruste elettriche gli albumi per circa un minuto: devono solo cominciare a schiumare, non dovete fare una meringa. Aggiungeteli agli ingredienti secchi insieme al burro sciolto e amalgamate tutto.
Versate l'impasto nella tortiera e disponeteci sopra a raggiera (io non ci riesco mai, neanche per sbaglio) le fette di pere. Potete, se volete, decorare con le mandorle a lamelle.
In forno per circa 15', poi abbassate la temperatura a 180° e proseguite la cottura per circa 20'-25' (controllate dopo 15', però; ogni forno è una creatura a parte; a volte nel mio questa torta è pronta dopo 20', altre volte dopo 25').
Prima di servirla, decoratela con dello zucchero a velo setacciato.
Enjoy!