sabato 27 agosto 2011

La felicità domestica di Lev Tolstòj

Che un uomo di 29 anni abbia potuto partorire un libro come questo è stupefacente; che abbia potuto dare una voce tanto credibile, sincera e autentica ad una giovane donna che per la prima volta si apre al mistero dell'amore, ha - per me - del miracoloso: nell'esame attento (e rispettoso, e non paternalistico; altro miracolo) delle emozioni, spesso complesse e confuse, che accompagnano la nascita di un sentimento, il suo fiorire e maturare, il suo trasformarsi – attraverso il doloroso passaggio della delusione e della disillusione - da passione estatica ed esclusiva in affetto profondo e finalmente scevro di ogni proiezione e finzione più o meno inconscia, si sentono vibrare tutta l'intelligenza, la sensibilità, l'incredibile acutezza e maturità del giovane Tolstòj.

Come è vero e reale (e giusto e provvidenziale, aggiungerei io) il naturale ridimensionamento reciproco che avviene in ogni relazione (perché di questo, soprattutto, parla questa storia): da divinità fulgida e tanto magnanima da ritenerci meritevoli del suo amore, l'altro torna - finalmente e per fortuna - ad essere l'essere umano imperfetto che è, quello stesso essere umano imperfetto che siamo anche noi e che torniamo ad essere ai suoi occhi; com'è difficile accettare tutto questo senza disamorarsi e senza perdere l'amore dell'altro; com'è difficile - e per alcune persone penoso, quasi impossibile - accettare senza smarrirsi che niente rimanga identico, che i sentimenti con il tempo sembrino perdere intensità, vita, sangue.

Ci vuole a volte una vita, insieme o da soli, per arrivare a capire che solo allora essi mettono radici solide e sane, acquistano potenza e vigore e sostengono grandi, pacifici e fruttuosi alberi, non fulgidi, profumatissimi ma traballanti e fragili arbusti di rose.


Lev Tolstòj, La felicità domestica, traduzione di Serena Prina, Oscar Mondadori 2008.

12 commenti:

  1. Il titolo dell'opera ( non so se fedele a quello originale ) conferma ciò che osservi. C'è bisogno di qualificare la felicità di coppia, c'è bisogno di circoscriverla, di limitarla ( ma è ancora FELICITA' ? )di "definirla" domestica, appunto, con tutti i limiti e le peculiarità - non necessariamente negative - di tale condizione. Rose un po' appassite, con qualche spina di troppo, bisognose di una ventata d'aria e di qualche gocciolina d'acqua piovana. :-))

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  2. Bellissimo, vero, questo Tolstoj ? Bello, e molto, anche il tuo commento, quando parli del bisogno di capire il momento - e c'è un momento preciso, esatto difficile a sormontare - in cui l'innamoramento diventa affetto, comprensione delle manchevolezze dell'altro e delle proprie.In Guerra e Pace (tanto per cambiare) c'è una delle più belle definizione dell'amore coniugale nel dialogo finale tra Nicolai e Maria, quella che mi ha aiutato e mi aiuta a capire i miei sentimenti di oggi.L'ho detto e lo ridico sempre Tolstoj è per me lo scrittore più vicino alla vita, alla mia vita. Grazie e a presto (e sappi che "tra i grandi e pacifici alberi ci si trova benissimo)

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  3. non ho ancora letto nulla di Tolstoj ma sto giusto giusto meditando un ordine su Amazon! :)

    un abbraccio

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  4. @ Giacy.nta: mi piace questo tuo talento nel trovare sempre un'immagine perfetta per ogni sentimento o idea. E brava la mia cara Giacinta!

    @ Grazia: ovviamente ti ho pensato per tutta la lettura, soprattutto perché questa altro non è stata che una lenta, avvolgente manovra di avvicinamento al "tuo" libro, cui mi preparo. Saluti affettuosi

    @ Iulia: eccoti qui di nuovo, che piacere! Che posso dirti? Io te le consiglio. Fammi sapere, in caso.

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  5. Uh ke presentazione stimolante!
    Gil

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  6. Cara Duck, sottoscrivo il commento di Grazia. Ho impiegato anni prima di avvicinarmi a Tolstòj e quando, finalmente, l’estate scorsa è successo mi sono chiesta perché avessi aspettato tanto prima di leggere Guerra e Pace.
    E dopo la tua recensione, non posso che aggiungere “la felicità domestica” alla mia infinita lista dei desideri.
    'sta vita è troppo breve per leggere (e rileggere) tutto ciò che vorrei leggere!
    Un abbraccio

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  7. Che bello questo tuo commento al libro, credo proprio che mi farò tentare e lo leggerò
    Temo di essere molto lontana sulla strada immaginaria che si segue per le letture, perchè sono ai contemporanei americani e non so ancora per quale grado riuscirò a tornare a questo classico.

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  8. anch'io leggendo "Guerra e Pace" in un passo dove c'è un travaglio di parto... e lui, il grande Lew, descrive emozioni, dolori, contrazioni..., mi chiedevo - ma come fa un uomo a riuscirci tanto bene?-
    Dovrò leggere anche "Felicità domestica" perchè spero che, anche se domestica, di felicità si debba trattare...

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  9. @ Gil: ciao, bentornato!

    @ Barbara: ricordo che ne parlavi sul tuo blog. Zia Grazia è da quano la conosco che cerca di farmelo leggere. Prima o poi ci riesce.

    @ Chiara: dico sempre che ogni libro ha il suo momento, un momento che può anche non arrivare mai! Non preoccuparti e goditi le tue letture, seguendo ogni percorso ti venga da percorrere.

    @ Alicemate: ciao, benvenuta. Sì, è questa sua straordinaria capacità di identificazione in una donna che mi ha colpita leggendo questo libro. In un uomo è assai rara, soprattutto se egli è così giovane.
    Quanto alla tua riflessione finale mi hai fatto sorridere: felicità e domesticità possono convivere, io credo. Ma la loro convivenza richiede lavoro e impegno. Questo senz'altro.
    Saluti!

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  10. Cara Duck, che dirti? Mi trovi d'accordo con te su tutto: su Tolstoj (amatissimo), sul romanzo in questione, e sulla tua visione delle relazioni di "lungo tempo"... solo che tu sai esprimere tutto ciò con le parole migliori, come non riesco io... per cui ti ringrazio per averlo fatto! Un abbraccio, Cristina

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