Un buongiorno davvero. Un giorno nuovo, di quasi estate, un giorno importante e soprattutto un giorno felice.
Ieri mi sono commossa, una cosa che mi succede spesso negli ultimi tempi. Con l'età i miei dotti lacrimali devono esser diventati ipersensibili, non so.
Fatto sta che mi ritrovo spesso con gli occhi lucidi, e per motivi molto diversi; ma quasi sempre c'entra un sentimento strano, difficile da spiegare a parole.
Lo ha fatto per me, senza saperlo e tanti anni fa, Brunella Gasperini - autrice milanese da me molto amata e ancora poco conosciuta e sottovalutata - nel suo libro per me più bello, Una donna e altri animali, tenero e divertito omaggio - come si evince dal titolo - a tutti gli animali che hanno vissuto con la sua famiglia (e sono stati tanti).
Tra gli amatissimi cani della sua infanzia c'era il Baffo, morto sulle montagne da vero partigiano insieme a tutti e quattro i fratelli maschi della Gasperini, l'unico in grado di sedare le frequenti risse che scoppiavano tra due dei suoi amatissimi "padroni", Fabio ed Ettore.
Guardando il Baffo aver ragione di quel viluppo umano di braccia e di gambe, "la gran coda fremente, la lingua penzoloni nel sorriso", la Gasperini spesso piangeva.
"Ma perché piangi, ochina?" chiedeva maternamente mia sorella.
"Non piango" rispondevo felice, gli occhi pieni di lacrime. Lacrime di eccitazione, di sollievo, di tifo sportivo, non so dire. So che dopo l'infanzia, una sola volta nella vita mi son venute le lacrime agli occhi in quel modo: quando abbiamo vinto il referendum sul divorzio.Ecco, le lacrime che mi sono venute agli occhi ieri pomeriggio, quando ho aperto la pagina di Repubblica on line e ho capito che Pisapia ce l'aveva fatta, erano proprio di questo genere: di eccitazione, di sollievo e anche di tifo sportivo.
Chi capita da queste parti sa bene quanto io sia legata a Milano, quanto affetto provi per quella città e per alcune persone che la abitano, e non sarà sorpreso dunque di vedermi scrivere queste righe.
Stamattina sono qui, a festeggiare. A modo mio, ovviamente, cioè con qualcosa da mangiare, una ricetta che mi sembra molto adatta, per diverse ragioni.
Poi perché è con le albicocche, che stanno per diventare frutta di stagione - manca davvero poco - e sono arancioni.
Infine perché è del caro Stefano, che a Milano vive e lavora, e di quella Milano che piace a me è parte e anche un po' incarnazione: una Milano che ai miei occhi ha sempre saputo essere una città seria ma aperta anche all'ironia, pragmatica ma non arida, con un senso sano e dignitoso e contadino, direi, dell'etica e della decenza, capace di distinguere con lucido realismo la sostanza dai lustrini usati per abbellire il nulla o peggio, il brutto, il cattivo, l'indecente.
A quella città che c'è sempre stata e ha patito, sempre più disgustata e indignata, le manifestazioni via via più grottesche e volgari e proterve di un certo modo di intendere la politica e l'amministrazione della cosa pubblica e i rapporti umani, quella città che si è espressa attraverso un uomo nuovo come Giuliano Pisapia, che della gentilezza, della mitezza, della ricerca del dialogo e della ragionevolezza ha fatto i suoi punti di forza, quella città cui ha appartenuto e cui ha dato voce anche l'amata Brunella Gasperini (che se non fosse morta già da tanto tempo oggi sarebbe, ne sono certa, felice come me), offro simbolicamente questo crumble di albicocche e mandorle.
(P.S. Quella Milano che spero non sia respinta dall'orrida foto di questo post, sempre per il discorso della sostanza e dei lustrini etc etc. Almeno spero).
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Crumble con albicocche e mandorle da English Puddings di Stefano Arturi (praticamente verbatim)
(per 4-6 persone)
24 albicocche, tagliate a metà e snocciolate
1 cucchiaio di essenza naturale di vaniglia
2 cucchiai di zucchero
per il crumble mix
125 gr di farina
80 gr di zucchero (io ho usato il golden caster sugar del commercio equo e solidale)
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata
120 gr di mandorle tostate e tritate grossolanamente
150 gr di burro freddo a pezzetti
Preparate il crumble mix nel robot da cucina: mettete tutti gli ingredienti nella coppa e azionate brevemente (usate la funzione pulse) fino ad ottenere delle belle briciolone.
Travasate il mix in una ciotola e mettete in freezer per 10' circa.
Preriscaldate il forno a 200° e imburrate una tortiera in cui le albicocche possano essere disposte in un unico strato.
Versateci sopra la vaniglia, spolverizzate con i 2 cucchiai di zucchero e distribuite qualche fiocchetto di burro.
Versate il crumble mix sulle albicocche, aiutandovi con un cucchiaio per far sì che il composto le ricopra interamente e uniformemente (attenzione ai bordi, che devono essere ben "sigillati").
Cuocete in forno per 20' poi portate la temperatura a 180° e proseguite la cottura per altri 20': il dolce deve essere ben dorato.
Tirate fuori il crumble e fatelo riposare per un quarto d'ora prima di servirlo: il topping nel frattempo si farà croccante.
Stefano dice: "Un inglese si offende se gli offrite il crumble senza la custard, io preferisco crème fraîche o yogurt greco scolato".
Io invece amo mangiarlo con panna fresca appena montata.
Evvivaaaaaa!