martedì 16 agosto 2011

Di giochi di coppia e di alcuni amaretti farciti

Ricordate, ne Le fabuleux destin d'Amélie Poulain, come vengono presentati i genitori della protagonista?

In modo, secondo me, geniale: con una brevissima biografia che include anche un elenco, ovviamente parziale e arbitrario, delle cose che amano e che detestano.

Da quando abbiamo visto quel film, io e la Spia giochiamo spesso a questo gioco: ormai è diventato una sorta di abitudine familiare. 

Non appena ci imbattiamo in qualche esperienza che ci delizia o, al contrario, ci lascia perplessi - o peggio - ci viene automatico "aggiornare"  il nostro personalissimo elenco di gusti e disgusti, e di farlo ad alta voce, proclamando solennemente e con la voce impostata: "Alla Spia/alla Papera piace/non piace...". 

La cosa bella, almeno secondo me, è che l'aggiornamento è sempre incrociato, per così dire: sono io che aggiorno il suo elenco e lui che aggiorna il mio, in una sorta di affettuoso, eclusivo e spesso divertito e stupito riconoscimento dell'altro.

Qualche sera fa, dopo cena, pensavo in questi termini alle tante piccole cose che mi piacciono di questo agosto in città.

In ordine rigorosamente sparso, queste sono le prime che mi sono venute in mente (e chissà quante ne potrebbe indovinare la Spia):

- lo sguardo e i sorrisi di complicità che ci si scambia con i pochi clienti del supermercato del quartiere, come a dire "Anche lei qui? Ne sono lieto"

- le serate con le finestre aperte dalle quali entrano, oltre alla brezza e alle zanzare (accidenti a loro), echi di conversazioni lontane intrecciate a qualche tavolata in giardino, risate, le note di un passaggio particolarmente complesso che qualcuno sta cercando di imparare a suonare al piano 

- le sieste pomeridiane di Matilde dentro il vaso dell'ulivo

- nel tardo pomeriggio dare l'acqua alle piante nel terrazzo e pensare a come cambierà il loro aspetto in autunno

- uscire per le scale la mattina per andare a prendere la posta anche in camicia da notte e ciabatte, sapendo che non si incontrerà nessuno con cui scambiare sguardi mutualmente soncertati

-  trovare il tempo per (finalmente) attaccare quei quadri che aspettavano da un anno di trovare una collocazione

- intravedere nel cielo luminoso della sera i primi, sottili annunci della stagione più bella dell'anno, quella che verrà

- cercare tra i libri e gli appunti ricette di dolci facilissimi, da mangiare freddi, la sera, dopo cena

E riguardo a quest'ultimo punto, eccone una, di ricetta, se di ricetta si può parlare, che mi incuriosiva da tempo: mi è stata passata a voce dalla suocera (e dunque mi è stato assolutamente impossibile capire da dove venga) e non l'avevo mai provata, perché in realtà prevederebbe l'uso del mascarpone e della Nutella, che io adoro - sia chiaro - ma la cui compresenza in un'unica ricetta mi ha sempre inquietata (per quanto non dubito che il risultato valga senz'altro qualche inquietudine).

Qualche giorno fa, sprovvista e dell'uno e dell'altra, ma fornita di ingenti quantitativi di amaretti secchi e cioccolato fondente, e dovendo vieppiù finire una confezione di panna già aperta, li ho fatti così.

****

(più o meno) Amaretti farciti della suocera (e sicuramente di qualcun altro, di cui al momento si ignora l'identità)

50 gr di cioccolato fondente a pezzetti (io ne ho usato uno al 70%)
50 ml di panna liquida
amaretti secchi (non so darvi le quantità; io ho usato quelli piccoli e ne saranno venuti 10-12)
mezza tazzina di caffè forte
farina di cocco

In un pentolino scaldate la panna senza farla bollire. Versatela in una ciotola resistente al calore dove avrete messo i pezzetti di cioccolata. Attendete qualche secondo, poi mescolate fino a quando la cioccolata non sia completamente sciolta. Lasciate raffreddare e mettete in frigorifero per almeno una mezz'ora.

Nel frattempo fate il caffè (posso dire che uso il caffè liofilizzato? L'ho detto. Due cucchiaini scarsi in mezza tazzina d'acqua) e preparate un piatto cosparso di farina di cocco.

Tirate fuori la ganache dal frigo e montatela con le fruste fino a quando non sia soda.
Usatela per farcire gli amaretti a due a due. Indi, passate il piccolo sandwich prima nel caffè e infine nella farina di cocco.

Consiglio di mangiare queste robine subito o quasi subito.
Io e la Spia le abbiamo finite in un paio di giorni, lasciandole in frigorifero: il sapore, ovviamente, ne ha guadagnato, ma gli amaretti si sono ammorbiditi. 
Scegliete voi.
Secondo la suocera si possono mettere in freezer. Onestamente non so. Ma se qualcuno ci dovesse provare, sarei curiosa di sapere com'è andata.

Enjoy!

7 commenti:

  1. se ti legge qualcuno sul punto di partire per le vacanze, potrebbe essere tentato di disdirle... :D
    ciao carissima!

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  2. Ha ragione zio Scriba: il miglior agosto sembra quello passato a Firenze a casa tua. Il prossimo anno mi ci invito. Un abbraccio forte

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  3. Irresistibile Duck, più degli amaretti. Mi hai deliziato con l'elenco delle piccole scoperte dei vacanzieri domiciliari e mi hai fatto morire con la sortita mattutina in pantofole e camicia da notte. Grandissima! :-))

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  4. Smettila di adescarmi con queste ricettine facili e deliziose! e va bene, farò anche questa perchè in casa ho tutto quello che serve. Del resto per tentarmi ci vuole così poco... :-)Oriana

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  5. semplici ma decisamente stuzzicanti questi dolcetti!

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  6. Post delizioso (in tutti i sensi). Mi aiuti a trovare lati positivi al ritorno dal mio viaggetto dal quale non sarei voluta tornare. Ufficio bollente e, per ora, silenzioso. Roma deserta, raccordo miracolosamente sgombro (e so che tu capisci l’entità del miracolo). Ti leggo e riscopro il piacere della quotidianità.
    Un bacio

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  7. @ Zio Scriba: credo ci voglia ben altro per convincere qualcuno a disdire delle agognate vacanze!

    @ Grazia: pensione completa e camera con vista su giardini!

    @ Gyacinta: e tu hai fatto ridere me! Purtroppo la mattina prima di decidermi a vestirmi ci metto un'eternità...

    @ Oriana: ah, questa frase avrei potuto scriverla io!

    @ lerocherhotel: benvenuta/o/e/i! Ho dato un'occhiata al tuo/vostro blog e... vivete in paradiso!

    @ Barbara: in 29 anni di vita a Roma non ho MAI e sottolineo MAI avuto il bene di trovare il GRA sgombro. Sei davvero una miracolata. Bentornata!

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