sabato 5 settembre 2009

Della pigrizia, della curiosità e di alcune zucchine tonde farcite



Ciò che non si conosce, si sa, ispira a tutta prima diffidenza.
Se poi si aggiunge anche la forza della consuetudine, l'inerzia e la pigrizia che spingono a scegliere il consueto, il noto e il rassicurante, si capirà perché in quasi 37 anni di vita io non avessi mai mangiato le zucchine tonde.

Poi, una ricetta in Chocolate & Zucchini di Clotilde Dousulier (di lei e del libro ho già parlato qui) mi ha fatto venire una certa curiosità, quel sentimento che può spingere l'uomo tanto a superare gli angusti limiti del proprio orizzonte alla scoperta di nuovi mondi e nuove dimensioni, quanto ad origliare o ad attaccarsi allo spioncino della porta di casa per controllare i movimenti dei vicini sul pianerottolo.

In casa mia, le zucchine sono sempre state lunghe, e sempre cucinate negli stessi modi: con pomodoro e cipolla, una delle mie versioni preferite; a frittata o a sformato.
Ripiene, mai; ripieni erano solo i pomodori, e solo di riso.
Perché?
Bella domanda, alla quale, probabilmente, si sarebbe risposto con un esauriente e articolato "Perché è così e basta", uno dei princìpi sui quali si è basata la mia educazione e la mia vita in famiglia.

Quando ero piccola, noi figli non avevamo la benché minima possibilità di esprimere i nostri desideri riguardanti il cibo: non eravamo interpellati in occasione della spesa settimanale, nessuno ci chiedeva "Che ne dici stasera di mangiare...?" e, come mi pare di aver più spesso raccontato, i nostri gusti non venivano presi in considerazione, ad eccezione che nel giorno del nostro compleanno, in occasione del quale veniva infranta la ferrea regola che la prole, in casa nostra, non decideva niente.
Non ho mai attribuito ai miei genitori una tendenza al sadismo (l'avessi fatto, la mia vita sarebbe forse stata, in passato, più semplice), quanto un'evidente esigenza pratico-logistica (sfamare 4 figli dev'essere un po' un delirio, se è vero che spesso lo è anche sfamarne uno solo) che faceva dimenticare qualsiasi altra considerazione e una particolare ottusità che li induceva a vederci come esseri solo parzialmente umani e più appartenenti al mondo dei cuccioli degli animali e, in quanto tali, privi di qualunque diritto a sindacare le scelte genitoriali.

Per anni, per la mia festa, ho scelto il coniglio fritto alla toscana e le patatine, sempre fritte, 'a cancelletto', tagliate cioè con uno dei tanti, surreali e deliranti attrezzini di cui mio padre è sempre stato inesausto collezionista (un altro grande classico è quello che serve a fare le uova sode quadrate) e che trasformava le fette di patate in tante piccole grate: da ogni tubero se ne ricavavano forse 5 o 6, della stessa dimensione; uno spreco pazzesco, dunque, che, al di là di quell'unico giorno all'anno, non sarebbe stato tollerato per nessuna ragione.

Crescendo, mi sono accorta di quanti cibi i miei genitori non mi abbiano mai fatto assaggiare: e non parlo di piatti raffinati al di là della portata delle loro tasche (ho assaggiato le mie prime ostriche solo nel 2003, durante una vacanza in Bretagna, e un'aragosta due anni fa, a Zanzibar), o esotici (mai entrato un grano di couscous in casa nostra, per non parlare di spezie che non fossero quelle 'canoniche' pepe-noce moscata-bacche di ginepro-chiodo di garofano), ma anche di verdure peraltro abbastanza comuni, come le melanzane violette e le zucchine tonde di cui parlavo in principio.

Se tra i tanti, tantissimi lati positivi di cui mi beo nella mia condizione di adulta annovero proprio la possibilità di scegliere che cosa mangiare, una delle caratteristiche del mio carattere che meno mi dispiace è la mia curiosità e la mia disponibilità a sperimentare (almeno in ambito gastronomico): portatemi in un nuovo ristorante, fatemi assaggiare un piatto di cui non ho mai sentito parlare, iniziatemi alle delizie di una cucina etnica di cui non conosco nulla e mi avrete resa felice.

Dunque, qualche mese fa, mentre concentratissima facevo la spesa al supermercato vicino casa, l'occhio mi è caduto su 4 belle zucchine tonde: erano perfette e sembravano quattro signore pienotte e paciose, belle lustre e serenamente mature. Mi sono ricordata di quella ricetta della Dusoulier che una parte del mio cervello aveva archiviato nella categoria: 'interessante, da provare' e le ho comprate.

Ed eccola, dunque, la ricetta, praticamente identica:



per 2 persone

4 zucchine tonde
100 gr. di bulgur
1 cipolla, tagliata finemente
cannella
peperoncino (se volete)
30 gr. caprino
menta
2 cucchiai di pinoli tostati in un padellino antiaderente

Preriscaldate il forno a 200° e ungete appena una pirofila con dell'olio di oliva.

Dopo averle lavate e asciugate, tagliate le zucchine a circa 1/3 della loro altezza.
Con una svuota meloni rimuovetene la polpa e sistematele nella pirofila. Conditele con mezzo cucchiaio di olio d'oliva, sale e pepe. Fatele cuocere per 25': devono essere morbide ma non sfatte (dovete riconoscerle, diciamo così, non interrogarvi su dove siano andate a finire le vostre belle zucchine tonde e se quella massa informe e dal colore imprecisato e poco attraente nella pirofila abbia con loro la benché remota connessione...).

Intanto, cuocete il bulgur seguendo le istruzioni sul pacchetto. Io lo preparo come il couscous: lo bagno in tanta acqua bollente quanto il suo volume (in questo caso, dunque, per 100 gr. di bulgur circa 100 ml. di acqua) e gliela lascio assorbire per 10-15'.

Nel frattempo soffriggete in poco olio d'oliva la cipolla tagliata fine e lasciatela appassire. Aggiungete la polpa delle zucchine, salate, pepate e incoperchiate (si dice?).
Dopo 5' togliete il coperchio e lasciate cuocere ancora fino a quando non sia rimasto nessun liquido di cottura (direi altri 5'). Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare.

Quando avrete tolto i gusci delle zucchine dal forno, disponeteli a testa in giù su un piatto foderato di scottex (lasciate acceso il forno).

In una ciotola capiente mescolate la polpa delle zucchine cotta in padella con la cipolla, il bulgur, una punta di coltello di cannella (io tendo sempre a esagerare, perché la adoro), il peperoncino (se lo volete usare), il caprino, la menta e i pinoli tostati. Assaggiate e, se il caso, aggiustate di sale e pepe.

Riempite con questo composto le quattro zucchine, poi appoggiate su ognuna di queste signore il suo leggiadro cappellino (a me piace metterlo leggermente di sbieco, mi pare dia loro un'aria vagamente impertinente).
Rimette in forno e cuocete per circa 15'.

Sarebbe meglio servirle tiepide, non bollenti, ma anche a temperatura ambiente sono ottime.

Io, la prima volta che le ho mangiate, mi sono ritrovata immersa in interessanti riflessioni riguardo tutte le esperienze alle quali la mia pigrizia, o la mia ignoranza, ancora mi impediscono di abbandonarmi.
Mentre masticavo l'ultimo, saporito boccone, mi sono ripromessa di fare, ogni volta che me ne ricordi o ne abbia l'occasione, qualche nuova 'conoscenza', almeno in campo gastronomico.
Nella peggiore delle ipotesi, ci avrò guadagnato un mal di pancia.
Nella migliore, un piccolo assaggio di felicità sulla terra.

Mi sembra un buon affare comunque.

Enjoy!

9 commenti:

  1. Ottime! Anche se rivendico per me il ruolo di Pigmalione per averti "iniziato" alle zucchine ripiene (anche se in quel caso erano quelle lunghe e strette e dentro c'era la loro polpa tritata con un po' di formaggio, pan grattato, sale, pepe e altre cose a seconda della disponibilità del frigo). Continua così, Paperotta: ogni nuovo piatto assaggiato è come una funzione nuova del nostro corpo che abbiamo imparato (e ne abbiamo molte più del più complicato dei computer!)

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  2. Decisamente oltre le mie capacità ai fornelli, ma quoto ogni considerazione su pigrizia e curiosità :-)

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  3. Ciao Alfonso!
    Evidentemente non sono stata molto brava nello scrivere la ricetta, perché ti assicuro che non sono affatto difficili da preparare. Oddio, è vero che non conosco il tuo grado di capacità (o incapacità) ai fornelli, ma sono certa che riusciresti a cavartela egregiamente. Il problema, all'inizio, quando non si è molto disinvolti ed esperti in cucina, è accettare questo fatto, far pace con la propria ignoranza. Gli errori nascono dal non voler seguire passo passo le ricette, dal presumere che 'più o meno' verrà comunque fuori qualcosa di decente. Errore!
    Grazie della visita, a presto!

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  4. ma sai che nemmeno io ho mai assaggiato le zucchine tonde? e nemmeno le patate dolci (dette anche americane? sì, mi pare...). questa delle patate dolci è una cosa a cui penso spesso (al fatto che non le ho mai mangiate). mai che mi venga però voglia di rimediare, chissà perché. invece gli zucchini ripieni appartengono molto alla mia tradizione culinaria zucchinesca. sia la tradizione mia propria di linea toscana, che quella acquisita di linea ligure. questi proposti da te mi incuriosiscono molto, sia perché appunto fatti con le inconsuete zucchine tonde, sia perché come ingrediente c'è il bulgur, molto apprezzato qui da me. grazie, un saluto,
    t.

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  5. Ciao! Con le patate dolci si fa un mirabolante dolce che in America mangiano per il Thanksgiving, una sorta di frolla ricoperta di una crema a base, appunto, di patate dolci, panna e, se non ricordo male, noce moscata. Nonostante le mie perplessità circa il tubero utilizzato per piatti salati (ho mangiato anche una purea di patate dolci, fatto come quello di tradizionali patate, e sono rimasta piuttosto perplessa dal risultato), nelle torte trovo che sia meraviglioso.
    Qui a Firenze io però non le ho mai viste; da te a Genova si trovano?
    Grazie a te per la visita, a presto!

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  6. qui da me (non sono proprio a genova ma a una trentina di km, riviera di levante) le ho viste un paio di volte. nel centro storico c'è una bella bottega, piccola ma molto ben fornita, che ha a volte anche ortaggi inconsueti. adesso per esempio che entriamo nella stagione delle zucche già pregusto il piacere visivo di passare da lì e vederne di tutte le forme e qualità. messe tutte assieme sono uno spettacolo!

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  7. Le zucche sono bellissime, è vero! Ed io spero, quest'anno, di trovare quella varietà che si può cuocere in forno senza che si trasformi in una pappa informe: mi piace condire i quadretti di zucca con olio, miele, un po' di zucchero di canna, sale, pepe, zenzero e cumino, poi metto in forno e aspetto. La cucina, poi, ha un profumo delizioso.

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  8. bella ricetta. mi piace. senti mo paperolla, mi mandi la ricetta per coniglio fritto alla toscana.
    quanto alla curiosita' in cucina: sai, non so in quale libro l'ho letto, ma diceva piu' o meno cosi': history seen through the kitchen's windos is a gentler history, nonetheless equally important... come dire, curiosando fra i piatti esteri e nazionali, si impara molto. chi siamo stati, perche' siamo cosi' ecc.... non e' quindi solo gola (quello c'e' per carita' e non saro' io a negarla, signor mi-faccio-mezzo-litro gelato-da solo-soletto- in una botta sola).. ma la curiosita' di andare in territori poco esplorati, di vedere dove ti porta un certo detour gastronomico e poi magari scopri paesaggi che ti arricchiscono, di cui non sospettavi l'esistenza.
    a queste zucchine ad esempio potrest aggiungerci delle uvette e improvvisamente ti scopri in territorio arabeggiante oppure del pepe della giamaica che ti porta il libano ecc. ecc...
    la mia gioia ai fornelli e' certamente comunicare agli altri i bottini delle mie scoperte, ma, egoisticamente, e' proprio l'avventura del conoscere che mi motiva...
    + mi hai fatta voglia di rileggere calvino (ma non marcovaldo che ho odiato profondamente...ma magari anceh quello e' tempo di riprenderlo... sarebbe tornarci con occhi nuovi, suppongo). ciao.ste

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  9. Ciao Ste,
    hai riassunto benissimo gran parte della fascinazione che ha per me la cucina: la condivisione, la ricerca e last but not least, la gola :-)
    Sempre felice quando faccio venire voglia a qualcuno di leggere/rileggere qualche autore. Se poi si tratta di Calvino, sono doppiamente felice!

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