giovedì 23 giugno 2011

Di piaghe d'Egitto, di audaci piccioni e di una torta di ricotta

Insomma, c'è poco da girarci intorno. 
Qui si batte la fiacca.

Il problema è che è arrivata l'estate.

"Qualche mese fa il problema era che era arrivata la primavera", qualcuno potrebbe osservare, ricordando certe mie geremiadi.
E a ragione. 

"Forse il problema è che tu hai molti problemi con molte cose diverse", potrebbe dire qualcun altro, e anche lui a ragione.

E comunque.
La primavera mi fa dormire, più o meno ovunque, e mi fa venire un po' di malinconia e di paturnie.

L'estate, invece, mi spossa. 
E mi fa venire voglia solo di leggere, ascoltare Paolo Conte e giocare a videogiochi (al momento Rise of Atlantis, una roba che dà vera dipendenza). Insomma, come direbbe mia madre, mi riduce ad una piaga d'Egitto fatta e finita.

Per fortuna, tra i suoi effetti collaterali l'estate non mi toglie la fame, per cui in questa casa si mangia, come al solito.
Ma si sperimenta poco. E quando lo si fa, raramente si ha voglia di fare qualche scatto (non che faccia una grande differenza, data la media qualità delle mie foto!).

Ma questa torta - che non è certo né una novità né una ricetta particolarmente esotica - è davvero buona e piace molto alla Spia, e non solo.

Qualche giorno fa, l'avevo appena fatta e l'avevo lasciata su una gratella, sul tavolo.

Dopo di che, un piccione particolarmente audace - o goloso, chi sa - è entrato dal balcone in cucina, è salito sul tavolo e si è abbondantemente servito della torta.

Quando la Spia, presentendo qualche disgrazia, è entrato in cucina, ha avuto una delle visioni più raccapriccianti della sua vita: un piccione - animale da lui sommamente detestato - che mangiava la SUA torta.

Ripresosi dal trauma, la Spia l'ha cacciato via a male parole e il piccione, poveretto, è volato via come un fulmine e per la paura ha dato una sonora capocciata alla porta finestra. 
Poi la Spia ha inveito contro le due gatte, che sono sempre in giro a cacciare moscerini e farfalle (mai una zanzara che sia una, mai,  accidenti a loro!) e quando c'è bisogno davvero di loro che cosa fanno? Dormono. "Vi mando a lavorare!" l'ho sentito urlare, la Spia, che è una personcina educata e parla sempre come se fosse dentro un confessionale - e quanto mi piace questa cosa di lui, benché a volte faccia una fatica del diavolo a capire che cosa dice e che cosa vuole (ma ho notato che dire "Sì, caro" risolve gran parte delle situazioni).

Insomma, non credo sia nella lista dei primi 100 motivi per cui si consiglia di fare una torta, ma nel caso voleste compiacere un piccione, sappiate che con questa potreste riuscirci con facilità.

Una parola ancora sulla ricetta, che è presa da I love cake di Trish Deseine di cui ho parlato già qui.

Ho fatto questa torta diverse volte e a parte la prima ho sempre modificato la procedura (sul libro ce n'è una a mio parere piuttosto inusuale) e anche le quantità di burro,  zucchero e ricotta. Forse la versione più equilibrata è questa di cui vi do le quantità, ma tra parentesi metto l'ultimo "modello", in cui ho aumentato considerevolmente la ricotta e ridotto ulteriormente il burro. Ovviamente tutte queste modifiche comportano variazioni nel tempo di cottura e nella consistenza della torta, che diventa più morbida, quasi fondente. Non è una torta ariosa, sappiatelo, ma umida. 


Torta di ricotta da I love cake di Trish Deseine

(per una tortiera di 20 cm di diametro)

80 gr di uvetta
100 ml di Marsala
125 gr di burro (80 gr)
125 gr di zucchero 
3 uova, separate
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
250 gr di ricotta (300)
175 gr di farina
1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci

Preriscaldate il forno a 180°.

In un pentolino scaldate appena il Marsala, poi metteteci l'uvetta e lasciatela riposare per circa 20'.

Nel frattempo lavorate il burro con lo zucchero fino ad avere un composto soffice.
Aggiungete i rossi delle uova, poi l'estratto di vaniglia, la ricotta e le uvette CON il Marsala (secondo la ricetta originale il Marsala si butta; orrore e abominio!, al limite lo si beve, ma buttarlo...), la farina e il lievito (entrambi setacciati).

Montate le chiare e unitele al composto che poi verserete nella teglia imburrata e infarinata.

Fate cuocere per circa 40-50' (nel mio forno più 50' che 40').

Sfornate, mettete su una gratella e lasciate raffreddare - eventualmente vigilando che nessun piccione ne approfitti per assaggiare il risultato delle vostre fatiche (si fa per dire, è facilissima!).

Servite eventualmente con zucchero a velo - cosa di cui io e la Spia non abbiamo mai sentito il bisogno: la torta è ottima anche così, nature.

Enjoy!




15 commenti:

  1. In miniera le mando quelle due, altro che!

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  2. Avrei veramente voluto vedere la scena: il piccione "imbazurlito" (come si dice qui da noi), le gatte "ronfanti"e la SPIA "ululante" (non c'è niente di peggio di un marito, o compagno, a cui venga sottratto per varie ragioni il suo piatto preferito). Però, una domanda sorge spontanea: "Sig.ra Duck,, al momento in cui si svolgevano i fatti, lei, Signora, dov'era? Ce l'ha un alibi oppure ha agito con premeditazione, invitando lei stessa il suo complice a svolazzare per casa?" Risponda Sig.ra Duck, risponda.
    Bye&besos

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  3. .. non mi meraviglia il piccione.. qui da me ultimamente abbiamo le tortore che fungono da sveglia (5:30 ]:( ) ed i passerotti che rendono l'ambiente made in Snowbeauty de casa nostra....
    Leggo con piacere che spariscono comunque le torte...e che il battere la fiacca ci accumuna...
    L'Arturi invece... produce marmellate... e marmellate....ha la Feber!!! fai da te.....
    Ciao Duck e ben riletta Clelia

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  4. @ Spia: ma non ci crede nessuno! :-)

    @ Nela San: la scena, in effetti, meritava. Peccato che anch'io me la sia persa: ero nella mia stanza a pasticciare, come al solito, con filo di rame e perline. Dovrai credermi sulla parola! Comunque per tutta la sera ho avuto l'impressione che il piccione ci guardasse, offesissimo, da un ramo della quercia del cortile. Avrà pensato che non sappiamo davvero come trattare un ospite. Saluti!

    @ Clelia: sì, all'Arturi non si sa cosa sia preso, continua a produrre marmellate, neanche dovesse venderle o farcisi il bagno. Io invece sono rimasta piuttosto stupita dall'apparizione del piccione goloso: mai successo in vita mia che ne entrasse uno in cucina. Ma questa è un'estate bizzarra... Saluti!

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  5. Per combinazione in casa c'erano tutti gli ingredienti e quindi la torta ora è in forno e la casa profuma di buono! I piccioni guardano dalla finestra, appostati sul cornicione di fronte ma loro lo sanno che io ho una fionda e prima o poi metterai sul blog una ricetta di piccione arrosto. O no?
    Oriana ladra di ricette e pasticcera pasticciona

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  6. Mi hai fatto venire in mente ciò che successe ad una mia amica che, ignara di aver fatto entrare in casa una simpatica civetta, sprangato ogni pertugio della casa, trovò, al ritorno dalle vacanze, piume piumette ( e non solo... ) sul divano buono, il copriletto di pizzo ecc.
    La torta è davvero invitante... Le gatte, che tutto sanno, hanno lasciato correre.
    Bacioni

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  7. Buona sarà senz'altro buona ma con questo caldo una torta gelato no?

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  8. @ Oriana: uh come sono curiosa di sapere com'è venuta! Mi ha stupito saperti (eventualmente) armata di fionda, ma si sa, quando bisogna difendersi... Comunque mi dispiace, in questo blog una ricetta di piccione arrosto non apparirà mai, a meno che non sia la tua e tu non voglia condividerla con noi! Saluti

    @ Giacy.nta: io simpatizzo con la povera civetta rimasta sprangata dentro casa (e poi, posso dire che il copriletto di pizzo è una roba che mi ha sempre lasciata MOOOOOLTO perplessa?) :-)

    @ Alberto: in questa casa, si producono - quasi a ritmo industriale - solo torte per la colazione. Ma terrò presente il tuo suggerimento per la prossima cena con amici. Saluti!

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  9. Se le nonne te li regalano, come si fa a tenerli in naftalina? Certo, le civette possono dare una mano a liberarsene... :-)

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  10. Esilarante la storia della torta e del piccione, e la reazione della Spia con le gatte... che peraltro sembra che abbiano una degna collega nella mia Venus. Proverò la ricetta della torta (anzi, come ben sai, la farò provare al coniuge... ;)... in un momento di calo della spossatezza (o come si dice qui da noi, la "nona"), che colpisce anche me, come avrai visto dalla mia scarsa presenza sul web... Un abbraccio, cara Duck!

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  11. @ Giacy.nta: se le nonne te li regalano tu le ringrazi di cuore e sinceramente per lo squisito pensiero e poi li regali a qualcun altro :-).
    (Non sono perfida, è che diversi traslochi in pochi anni mi hanno fatto diventare spietata con gli oggetti che non mi piacciono e non mi sono utili, ma mi ritrovo in casa perché donatimi da qualcuno: ringrazio sempre tutti, ma se posso rimetto in circolo l'oggetto incriminato, che spesso fa la gioia di qualcun altro)

    @ Cristina: queste gatte fannullone. Si fanno perdonare perché sono bellissime, vero? Saluti affettuosi

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  12. torta umida che fa assolutamente per me!

    certo un piccione che si mangia la torta, è veramente una visione raccapricciante... che spreco!

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  13. @ Gaia: già. Dovevi vedere la faccia della Spia...

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  14. ti rileggo dopo tempo (perso chissà dove!) e mi fai sempre sorridere e ridere e stupirmi della tua grande capacità affabulatoria (si dice così?). e penso seriamente che prima o poi tu debba cominciare a pensare all'idea di SCRIVERE. e poi passare ai fatti. o già lo fai? (a parte qui, ovviamente!)
    la torta sembra buonissima e il suo profumo deve essere stato fantastico se ha inebriato pure il "povero" piccione goloso. la prossima volta metti un piattino solo per lui sul davanzale della finestra. e avverti la Spia!
    a presto, Duck
    ;)
    manusa

    PS: sul mio blog qui: http://scrrrap.blogspot.com/2009/06/dolce-di-ricotta.html troverai una ricetta squisita di un altro dolce di ricotta che io trovo fantastica anche inzuppata nel caffelatte, la mattina a colazione e che è indicata particolarmente per l'estate...

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  15. @ Manusa: che bello ritrovarti! E con quali belle parole, poi. Quando ero giovane avrei voluto scrivere, sì. Poi ho capito che mi piace moltissimo, certo, ma anche che per me è sempre una grandissima fatica e richiede molta disciplina - e la parola stessa mi fa irrigidire. E dunque lo faccio qui, con leggerezza, senza impegno. E solo così ne godo.
    Vado subito a vedere la tua torta.
    Un grande abbraccio

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