sabato 25 aprile 2009

Chesil Beach di Ian McEwan

Avevo visto Ian McEwan parlare di questo suo libro da Fazio e mi aveva molto incuriosita, così quando l'altro giorno, in biblioteca, in preda alla consueta smemoratezza che mi coglie quando ci vado (ho una lista dei libri che vorrei leggere sulla mia agenda, che però, 9 volte su 10, dimentico a casa in qualche borsa che non è mai quella che prendo per uscire), i miei occhi che scorrevano le coste dei libri lo hanno individuato, non ci ho pensato due volte.

Ad ogni pagina si sente la tenerezza che Mcewan prova per i suoi due protagonisti, due giovani innamorati in un'Inghilterra non ancora toccata dal cataclisma portato dalla rivoluzione sessuale, due giovani intelligenti, ognuno a modo suo con un temperamento forte e una sua originalità, lei violinista talentuosa e appassionata che sogna di metter su un quartetto d'archi di successo, lui che vorrebbe diventare uno storico.

Il libro parla della loro notte di nozze, con excursus nel passato di entrambi; parla della paura di fallire di lui e della paura del sesso di lei, racconta di come due giovani che pur si amano non riescano a trovarsi, a capirsi, e si perdano per un soffio.

Se la loro notte di nozze fosse stata anche solo un anno dopo, suggerisce l'autore, se l'atmosfera intorno a loro avesse già subito la corroborante scossa della liberazione dei costumi che avrebbe fatto di quel decennio i mitici anni '60, forse la loro storia non sarebbe andata a finire così.

Come in tutte le meditazioni sul passato all'insegna dei 'se...', in questo libro, per me di sublime bellezza, si respira un'aria leggera di gentile malinconia.

Come sempre, McEwan dimostra non solo di essere un grande scrittore, ma soprattutto di essere capace di grande empatia nei confronti dei suoi simili; raccontando la storia del fallimento sentimentale di due ragazzi lontani da noi nel tempo e nello spazio, racconta, con rispettosa tenerezza e partecipazione, la storia di noi tutti.

4 commenti:

  1. bellissimo libro, e scritto da dio. la descrizione di certi interni, di certi momenti mi ha fatto venire pelle d'oca (ed è il suo primo libro che sono riuscito a finire)stefano a

    RispondiElimina
  2. ciao stefano, immagino tu l'abbia letto in originale, penso debba essere ancora più godibile. questo è il quarto libro che leggo di mcewan e li ho adorati tutti, per me è uno dei più grandi scrittori contemporanei. e quanto mi sono ritrovata in questa storia, ohi ohi...

    RispondiElimina
  3. si', letto in inglese. un inglese bello: nitido e preciso come un bisturi e a volte con belle aperture liriche.
    io non sono piu' un grande lettore. da ragazzo lessi di tutto in modo esagerato. gli anni inglesi mi hanno minato, temo. per anni ho solo letto cose specialistiche e in inglese: essay su comunicazione, semiotica, postmoderno ecc... con grandissima difficolta'. per cui ho avuto come rigetto.
    la mia mente per anni si e' rifiutata di applicarsi a cose piu' lunghe di 10 pagine... forse e' stata troppo in tensione su testi ostici e concentrati e il mio spirito non e' stato poi capace di rilassarsi e lascarsi andare alla letture piacevole e rilassata di un romanzo...
    ... mah. ... o forse vicende personali che mi hanno portato a considerare spesso la lettura come attivita' troppo solitiaria e silenziosa (io che di fatto vivo comunque come un orso)... ora sto recuperando, ma con fatica.
    leggo molto poco cose contemporanee. ora sto leggendo proust. molto bello e tosto (traduzione ginzburg). uno stile suntuoso che e' come un riandare a scuola di italiano e di scrittura.
    mesi fa era stato guerra e pace.
    (volevo rileggere anna karenina o vanity fair per la terza volta, ma mi sono fermato).
    mcewan: avevo tentato enduring love (??, quello della mongolfiera), ma non ci sono riuscito. ma voglio riprovarci (ps: conosci all the pretty horses? di mccarthy? bellissimo. tosto.)
    ... domanda da portinaio> ma tu da quale lingua traduci?

    RispondiElimina
  4. ciao stefano, mi sembra normale che tu abbia avuto una sorta di rifiuto dopo esserti speso tanto nella lettura di testi complessi e di tipo tecnico. io non rinuncerei mai al godimento che mi dà leggere, benché anche io conosca dei momenti in cui, per es., non riesco a leggere la narrativa e mi concentro sulla saggistica o viceversa, e anche altre fasi in cui mi sento portata verso i classici e altre in cui mi piace immergermi nella contemporaneità. e poi ci sono anche le ondate di stupidera, in cui leggo solo libri 'leggeri', meno impegnativi, più immediatamente fruibili, che non mi facciano fare troppi sforzi. la lettura è bella per questo, perché si adatta a noi come un guanto, o almeno dovrebbe esserlo, e ci segue nel nostro peregrinare, nel nostro cambiare gusti, umore, opinioni. il mio criterio, adesso è 'leggo ciò che mi piace' e me ne frego altamente delle critiche, dei 'devi assolutamente leggerlo', dei diktat culturali alla moda per cui se non leggi tizio o caio sei un paria della società.
    enduring love secondo me non è dei migliori di mcewan, benché a suo tempo mi colpì molto (questa capacità di mcewan di ricostruire situazioni interpersonali e soprattutto dialoghi così dannatamente VERI, in cui ti riconosci e li leggi come guardandoti dall'esterno e pensando 'gesù, anche io in un'occasione uguale ho detto proprio una cosa tanto tremenda!'); per ora il mio preferito rimane The Child in Time, una meravigliosa riflessione sull'infanzia e sull'esser genitori e figli, che ho letto con grandissima commozione e accoramento. il finale, poi, secondo me è un capolavoro assoluto.
    accidenti, proust! io ancora non mi azzardo. ricordo ancora la mia insegnante amatissima di italiano al liceo, che una mattina entrò in classe con un sorriso beato, si sedette e annunciò: 'ieri sera, ho finito di leggere Alla ricerca del tempo perduto' che ho cominciato quando avevo 23 anni' (o qualcosa del genere).
    io traduco dall'inglese (e una volta mi è capitato anche dal francese), purtroppo non traduzioni letterarie, solo saggistiche (psicologia junghiana e astrologia, per lo più), ma non dispero che un giorno una qualche casa editrice trovi il mio c.v. interessante e mi metta alla prova...

    RispondiElimina