venerdì 28 agosto 2009

Patrimonio. Una storia vera di Philip Roth


Ancora una volta, Roth il mago, Roth l'incantatore di serpenti è riuscito ad avvincermi a sé, a ipnotizzarmi fino alla smemoratezza di ogni altra cosa: quando tra le mani ho un suo libro, finisce sempre così. Vengo completamente, inesorabilmente, irresistibilmente risucchiata in qualunque dimensione, storia, atmosfera lui abbia deciso di creare con le parole.

La storia della malattia e della morte del padre, figura complessa e amatissima, è raccontata con partecipazione, commozione, senso dell'umorismo, ironia ed intensa umanità.

Impossibile non riconoscersi nel Roth figlio e non riconoscere nel Roth padre il proprio padre; impossibile non ritrovarsi in quei sentimenti ambivalenti, ancestrali, viscerali che, come al solito, l'autore riesce a districare, analizzare e descrivere con incredibile maestrìa.

Inevitabile la commozione che si prova di fronte a certi gesti tenerissimi e discreti con cui il figlio accudisce chi in passato si è preso cura di lui, inserendosi consapevolmente in quell'eterna, antichissima ruota per cui nella vita tutto torna e tutto si ripete, anche se in forme e modi diversi.

Una delle frasi in cui più intensamente ho sentito di poter riconoscere l'ombra di mio padre è stata questa:

Non era un padre qualunque, era il padre, con tutto ciò che c'è da odiare in un padre e tutto ciò che c'è da amare.

Ma forse, questo, l'avrà pensato chiunque abbia letto questo ennesimo capolavoro di Roth.


Philip Roth, Patrimonio. Una storia vera, Einadi 2007. Traduzione di Vincenzo Mantovani.


3 commenti:

  1. Sono passata da qui per mostrare a Nick la vostra bella cucina.
    E poi gli ho letto tutto il post sul potere salvifico dei libri, ad alta voce, insieme, teneramente.
    E poi abbiamo letto anche questo.
    Sei bravissima, dovresti scrivere di mestiere ed avere paperette sparpagliate per il mondo a tradurre le tue cose.
    Solo dopo ho visto che la recensione su aNobii è più estesa e mi ricomprende, così, grata, commossa e vergognosa sono venuta a dirtelo qui, quanto ti apprezzo!
    Paola

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  2. Mi manca. Occhieggiato più di una volta sugli scaffali, ma mai trascinato a casa. La prossima volta non sarà così.

    Bella recensione, davvero.

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  3. @ Paola: Che cara che sei! Adesso fai anche opera di proselitismo col povero Nicola! :-)
    Scherzo, il tuo messaggio mi ha molto commossa. Mi fa un piacere immenso ciò che dici; per fortuna che ce ne vuole per farmi montare la testa! Dovevo assolutamente riconoscere il debito di riconoscenza che avevo con te per avermi invogliato a leggere questo libro, dunque era il minimo che lo facessi su aNobii.
    Grazie ancora di tutto!

    @ Alfonso: Che dire? Trascinalo a casa! Non te ne pentirai, sono sicura. E dimmi che cosa ne pensi, una volta che ci sarai caduto dentro.
    Grazie e a presto!

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