mercoledì 27 maggio 2009

To the Lighthouse di Virginia Woolf


E' difficile condensare in poche righe il caleidoscopio di emozioni, riflessioni, intuizioni, illuminazioni che si sono succedute dentro di me durante la rilettura di questo romanzo di Virginia Woolf, da sempre considerato il più autobiografico ed uno dei suoi capolavori, e a ragione.

Riflettendoci dopo averlo completato, la scrittrice si rese conto (ne parlò nel diario) che, scrivendolo, aveva fatto ciò che gli analisti aiutano i propri pazienti a fare: questo libro è infatti una stupefacente opera di investigazione emotiva del passato, nel tentativo di liberarsi dell'ossessionante presenza dei fantasmi dei propri genitori e allo stesso tempo un tributo amorevole, benché complesso e ambivalente, a queste due figure per molti versi eccezionali e di straordinario fascino.

Mr. e Mrs. Ramsay sono infatti due appassionati e puntuali ritratti di Leslie Stephen e Julia Jackson (padre e madre della Woolf) e la stessa Virginia si rifrange in alcune figure del libro: Cam, James, Lily.

Il romanzo è anche una commovente rievocazione delle lunghe e incantate estati a St. Ives, cittadina della Cornovaglia dove, per tutta la sua infanzia, la scrittrice trascorse con la sua famiglia le vacanze, il luogo che per lei rimase il più bello al mondo e in cui, come affermò a più riprese in seguito, si era sentita più felice e più appagata.

Una riflessione intensa e commovente sull'essere figli e l'essere genitori, sull'impresa difficile (a volte impossibile) ma sempre necessaria di fare i conti con la loro eredità, nel tentativo spietato di distinguere il grano dalla pula, la realtà dalle proprie proiezioni e rinascere, liberati, alla vera vita adulta e alla propria creatività.

Illuminanti, al riguardo, le parti dedicate al personaggio di Lily Briscoe, la pittrice alla quale è affidato il compito di esprimere gran parte delle perplessità, dei tormenti, delle estasi provate dalla Woolf nel suo lungo viaggio alla scoperta della propria personalissima voce artistica.

Un capolavoro.

(Ringrazio Titti che, invitandomi a parlarne ieri sera alla riunione del suo gruppo di lettura, mi ha dato la possibilità, la scusa, il pretesto per rileggerlo, per l'ennesima volta).

1 commento:

  1. Che bello addormentarsi accanto a una persona che tiene conferenze su Virginia Woolf!
    Mi sento un privilegiato e sono molto orgoglioso.

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