venerdì 12 giugno 2009

Della consolazione, del cogliere le occasioni, o di un'altra tarte tatin (alle melanzane)


Per fortuna che è finalmente arrivata la cosiddetta bella stagione. E che comincia ad essere facile e assai soddisfacente nutrirsi di sole verdure. Talmente facile e talmente soddisfacente che ritengo un delitto non approfittare tutti i giorni di questa bella abbondanza.

So di essere in controtendenza, ma a me la carne piace proprio tanto. La consumo al massimo due volte alla settimana, però mi devo controllare, mi devo ripetere a mo' di mantra che è meglio mangiarsi un bel piattone di biete con olio e limone piuttosto che un pollo arrosto o un'arista di maiale.

In estate, però, la cosa è diversa. La varietà delle verdure presenti è tale e tanta che bisogna proprio essere degli incontentabili rompiballe per non trovare qualcosa che soddisfi in pieno i propri appetiti. E la carne riesco a dimenticarmela anche per giorni e giorni, senza sentirmi deprivata o, peggio ancora, senza sentire che in fondo sto optando per pasti di 'seconda scelta', per così dire.

Una delle mie cene preferite, in estate, è una tegliona di verdure miste al forno (peperoni, cipolle, melanzane, patate, zucchine e pomodori) accompagnate da un semplicissimo cous cous; o ancora un piatto di peperoni in padella con un pezzetto di formaggio o anche solo del buon pane; zucchine trifolate con mozzarella di bufala; e che dire dell'intramontabile caprese? Cinque minuti netti e ci si conquista, a prezzi assai modici, un po' di felicità e di consolazione necessarie ad affrontare le molte brutture di questi tempi per molti versi avvilenti in cui ci tocca vivere.

Qualche giorno fa, in preda all'entusiasmo per la tatin al pomodoro, ho provato un'altra ricetta simile, che però utilizza le melanzane. L'ho trovata su un vecchio numero di Marie Claire idées un trimestrale di cucito, maglia e lavori manuali che trovo assolutamente irresistibile (utile anche per rispolverare il mio sempre agonizzante francese), le cui pagine traboccano letteralmente di quella eleganza apparentemente un po' surreale e inconsapevole (in realtà, sospetto, studiatissima e perseguita con razionale tenacia) che io associo automaticamente allo spirito d'oltralpe (insieme a tante altre e svariate caratteristiche, ai miei occhi non sempre particolarmente appetibili; ma questa, come si suol dire, è un'altra storia...).

La prima volta, seguendo la ricetta, ho utilizzato un rotolo di pasta sfoglia comprato al supermercato (non credo mi cimenterò mai nella sua realizzazione a mano, a meno che non decida di applicarmici come ad una forma di esercizio spirituale o di meditazione); la seconda ho invece preparato la pasta brisée già utilizzata per la tatin al pomodoro (per prepararla guardate qui) . In entrambi i casi il risultato è stato ottimo. Scegliete voi. Le prime due foto sono della prima tatin con pasta sfoglia, la terza è dell'esperimento con la brisée (l'occasione per papparsela è stata un'altra riunione organizzativo-godereccia del nostro GAS).

Ecco qui la ricetta, leggermente diversa dall'originale, per una tortiera di più o meno 30 cm. di diametro:

3 melanzane (io ho usato quelle lunghe, non quelle cosiddette 'globose', più tondeggianti e ciccione)
1 spicchio d'aglio
succo di limone
pomodori secchi sott'olio
50 gr. di pinoli, tostati due minuti in padella
rosmarino o timo
4 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaio di zucchero di canna scuro
1 rotolo di pasta sfoglia o pasta brisée.

Se decidete di usare la pasta brisée, fatela e mettetela in frigorifero.

Intanto occupatevi delle melanzane.

Lavatele, tagliatele e a fette spesse più o meno un centimetro, mettetele in un colapasta con del sale grosso e lasciatele 'spurgare' (termine orrendo) per una mezz'oretta, trascorsa la quale lavatele appena (non le inzuppate, però: usate pochissima acqua e aiutatevi con le dita per rimuovere i grani di sale), asciugatele con dello scottex o un canovaccio pulito.

In una bella padellona mettete i 4 cucchiai di olio, l'aglio tagliato a fettine sottili sottili: quando ne sentite il profumo (celestiale), aggiungete le melanzane, sale e pepe e un po' di succo di limone (non esagerate: secondo la ricetta originale bisognava aggiungere il succo di mezzo limone: io l'ho fatto la prima volta e sia io sia la Spia abbiamo avuto l'impressione che, mangiando la torta, le gengive ci si ritirassero dai denti; basta molto ma molto meno, giusto per dare un'idea di limone, regolatevi voi). Quando le melanzane sono diventate trasparenti e leggermente dorate, trasferitele in un piatto e lasciatele lì.

Intanto tirate fuori la pasta brisée (o la sfoglia) e la vostra tortiera. Ungete quest'ultima con un cucchiaino di olio, spolveratela di rosmarino o timo, aggiungete qualche pomodoro secco sott'olio sgocciolato tagliato a pezzetti con un paio di forbici (anche qui, regolatevi voi: io li adoro e tendo sempre ad usarne con magnanimità, ma tenete presente che se usate quelli secchi e molto saporiti rischiate di sentire solo loro; se invece ne usate di semi secchi e dal sapore più blando potete anche esagerare un po' come faccio io), poi i pinoli e lo zucchero di canna.

Indi cominciate a disporre le fette di melanzane seguendo un disegno concentrico. E' un lavoro meno alienante di quello da fare con i pomodorini della tarte tatin, dunque se ne può apprezzare la rilassante metodicità e monotonia (almeno, io la apprezzo: metto il pilota automatico e per qualche minuto mi astraggo nei miei deliri). Infine, coprite con la pasta, 'rimboccandone' ben bene il bordo in eccesso, ripiegandolo e comprimendolo un po'.

Se usate la pasta brisée, mettete nel forno preriscaldato a 180 gradi per 30'-40' (la pasta deve essere bella dorata); se usate quella sfoglia, il forno è meglio metterlo a 190 gradi e bisognerà attendere circa 25' (ma queste, come al solito, sono indicazioni di massima: i forni sono creature bizzarre e assolutamente uniche e singolari): anche la sfoglia dovrà essere di un bel dorato intenso e piuttosto gonfia.

Tirate fuori dal forno, lasciate raffreddare un po' la tortiera, poi, con fare deciso e disinvolto, oplà!, rovesciate la tatin sul piatto di portata e servite. In realtà, come molte torte rustiche, questa è assai più buona il giorno dopo, riscaldata in forno perché la pasta (sia brisée sia sfoglia) riprenda un po' di croccantezza. Anche se la volete mangiare subito dopo averla fatta, vi consiglio di attendere una decina di minuti: la pasta forse sarà leggermente più morbida, ma il sapore ne avrà certamente guadagnato.

Enjoy!

(Sei contenta Rita?? :-)

8 commenti:

  1. sì, vabbe', però, le tatin salate di AAA manco le guardi, he? eppure....

    PS: evviva le tatin salate :)

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  2. artemisia cara, non mi rimproverare!
    nel mio blog cerco sempre di presentare ricette prese da libri di cucina, direi anzi che esse sono spesso solo dei pretesti per parlare proprio di libri (o delle riviste, come in questo caso!).
    una buona giornata ed evviva le tatin salate!

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  3. mi toccherà scrivere un libro :DD

    (in realtà, ne scrivo, ma mi sa che non sono del tuo tipo ;))

    PS: rimproverata? ma non avevamo detto che duck non era più timida e ombrosa, ma solo delicatamente ombreggiata? era uno scherzo quasi estivo....

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  4. oh bene, mi sento molto rinfrancata!
    che libri scrivi, cara artemisia? hanno a che fare con le tante squisite riproduzioni con cui ci allieti?

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  5. no, no, molto barbosi - ma non per me ;))

    la cosa che mi spiace molto è che è un tipo di libro dove non posso mettere disegni e immagini, ma solo grafici :(( però ultimamente, con alcuni accorgimenti, stiamo iniziando a infilarci qualcosa di carino ;).

    spesso sono al pc perchè sono intenta a quel tipo di scrittura....(come questa mattina).

    Sogno segreto: scrivere un libro con disegni di orsi.....

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  6. oh sì, un libro con i tuoi orsi e le filastrocche di papavero sarebbe bellissimo!
    adesso però mi hai fatto venire una curiosità tremenda e torno a ripetere la mia domanda: che libri scrivi? se posso chiedere, se non è molesta o troppo impertinente la mia curiosità...!

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  7. ehmmm...io su AAA vado in giro con i baffi finti...e tu non hai un'email, cara la mia paperina.

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  8. non insisto, non voglio strapparti i baffi finti! :-)
    mi hai fatto pensare al fatto che non avevo in effetti segnalato il mio indirizzo mail (ho rimediato).
    buona giornata!

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