domenica 6 settembre 2009

Le cosmicomiche e Ti con zero di Italo Calvino

Recentemente ho riletto questo libro e il suo 'predecessore', Le cosmicomiche, meravigliandomi, come mi accade ogni volta che riprendo in mano Calvino, del perché io mi ostini a leggere altri autori, quando forse potrei limitarmi a leggere solo lui, tanto infiniti e di qualità eccelsa sono gli stimoli che anche solo una mezza sua pagina è in grado di offrirmi.


Rispetto a Le cosmicomiche, Ti con zero mi sembra porti ancora più all'estremo quel gioco della fantasia e insieme quella sfida tutta cerebrale che molto ha a che fare con l'inesausta ricerca formale e l'eterna fascinazione di Calvino per il pensiero e il gioco 'combinatorio', ed alcuni passaggi sono dei veri e propri viaggi allucinati, delle spericolate acrobazie linguistiche e concettuali, eseguite dall'autore con maestria e leggerezza assolute, come fosse un funambolo che cammina disinvolto su una fune sospesa su un abisso, un sorriso divertito e rilassato sul bel volto virile.


Confesso che a tratti sono stata letteralmente presa da vertigini: penso a certi racconti, come quello che dà il titolo all'intero libro, una riflessione ardita e non priva, come al solito, di arguzia e ironia, sul tempo; o ancora "L'inseguimento", e forse il mio preferito in assoluto dell'intero libro, "Il guidatore notturno", una paradossale e a tratti amara meditazione sulla difficoltà per l'uomo moderno di comunicare in modo incisivo, essenziale ed autentico con i propri simili.


Rispetto a Le Cosmicomiche, per i miei gusti, in questo testo il gioco si fa eccessivamente cerebrale, ed io continuo invece a preferire il Calvino che dà voce agli aspetti più umani e caldi della realtà: quanto abile è nel delineare panorami di incredibile ricchezza e complessità fantastica e tutte le circonvoluzioni della mente, anche le più spinte e arrischiate, tanto è preciso e insieme compassionevole e attento nel ricreare sulla pagina i meccanismi labili e irrazionali dei sentimenti e la fragilità e l'intensità della vita del corpo. E questo penso dipenda dal fatto che, come credo si possa dire di ogni vero, grande scrittore, Calvino è stato prima di tutto, evidentemente, un grande uomo, che ha vissuto con intensità, partecipazione e totale e assoluta adesione, la vita che gli è stata concessa di vivere.


Per me rimane, sempre e comunque, una miniera inesauribile di divertimento, di riflessione e di assoluta e pura delizia: che una mente tanto geniale e tanto curiosa della vita e del mondo abbia voluto metterci a parte delle sue gioiose, libere e coraggiose incursioni nella realtà è, e sarà sempre per me, fonte di stupita e commossa gratitudine.



Italo Calvino, Le cosmicomiche, 1965 e Ti con zero, 1967.





4 commenti:

  1. E' vero, Calvino era un genio. Infatti in sole tre parole - il titolo di un suo romanzo - è riuscito a riassumere 15 anni di storia italiana (speriamo non di più).
    A te indovinare quale.

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  2. Calvino come "miniera inesauribile di divertimento e riflessione"; sarò ripetitivo, ma ti invidio la capacità di riassumerlo in una frase così efficace. I miei complimenti :)

    P.S. per Spione: inesistente un cavolo :-)

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  3. Ciao Alfonso e grazie per esser passato!
    Sì, per me Calvino è proprio una miniera, i cui filoni non si esauriscono mai; ogni volta che torno a leggerlo o a rileggerlo trovo nuove vene da sfruttare (e in fondo, se non ricordo male, questo concetto faceva parte della sua esauriente definizione di 'classico').
    Credo che Spione intendesse 'inesistente' in un senso più sottile di quanto appaia. Purtroppo è ben visibile e audibile, ma inesistente quanto a spessore morale e statura politica (e non solo! :-)

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  4. Calvino: ho iniziato da qui l'educazione letteraria del mio non più piccolo Zar.
    " Il cavaliere inesistente" prima, ora "il Barone rampante".
    Mentre lui impara io ingrasso leggendo le tue ricette.
    (ps. Onoratisssimo della tua citazione)

    Giapatoi

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