venerdì 15 ottobre 2010

I love cake di Trish Deseine

Trish Deseine è una bella dritta, secondo me.

Mi ha sempre dato l'impressione di saperci fare, e molto.
Sforna regolarmente libri molto belli, molto fortunati, molto amati.

Ho fatto molte delle sue ricette, spesso con grande soddisfazione - mia e di chi insieme a me si è trovato a condividerne il frutto; ho quasi tutti i suoi libri (credo me ne manchi uno), che sono tutti molto ben fotografati, scritti spesso con un certo qual brio ed ironia.

Questo libro lo desideravo da tempo.
L'ho visto per la prima volta la scorsa estate a Bruxelles (città paradisiaca per gli amanti dei libri), l'ho sfogliato, risfogliato, tenuto in mano fino al momento di arrivare alla cassa; poi, all'ultimo, gli ho preferito altro.

Quando è stato tradotto in italiano l'ho di nuovo sfogliato e risfogliato, qui a Firenze, e di nuovo tenuto in mano fino al momento di arrivare alla cassa; poi, come a Bruxelles, da brava cliente (con un passato di commessa in una libreria, che sa quanto sia irritante ritrovare sparpagliati in ogni dove libri che i clienti indecisi o pentiti o sbadati lasciano un po' ovunque), l'ho riportato diligentemente al suo scaffale.

Alcune delle ricette presentate sono già in altri suoi libri (e la Deseine, sia detto a suo merito, non lo nasconde) e dato il prezzo ci ho pensato due volte.

Poi però mi son decisa e grazie alla disponibilità e alla gentilezza (e alla forza fisica! Questo libro pesa in valigia) di una cara amica aNobiiana me lo sono fatto acquistare, in edizione originale.

Bellissimo è bellissimo, a parte il titolo - a mio avviso assai infelice.
E se è vero che ci sono ricette che già conosco, molte sono quelle nuove.

Ma la prima che ho provato, quella per una torta al limone con un topping croccante di limone e zucchero, ohibò!, non aveva indicata la farina - benché fosse evidente che della farina ci fosse bisogno.

La cuoca pedante che è in me (per riprendere il filo del discorso del libro di Julian Barnes) si è subito sentita in preda al panico, poi si è indignata, infine ha recuperato il suo sangue freddo, ha fatto un paio di proporzioni, sfogliato un paio di altri libri e ha stabilito la quantità di farina presumibilmente necessaria.

Non capisco come un libro di questo genere, in edizione non di lusso ma cartonata e illustrata, pubblicato da una casa editrice seria come la Marabout, non sia stato adeguatamente rivisto e corretto.

Che all'autrice scappi un errore ci sta.
Che al redattore sfugga l'errore ci sta un po' meno: in una casa editrice che pubblica decine di fortunati e assai popolari libri di cucina all'anno mi aspetto ci sia pure un redattore che si occupi esclusivamente di questo settore; un redattore che, si spera, quanto meno sappia un po' cucinare e possa accorgersi se in una ricetta c'è una vistosa mancanza o una bizzarra incongruenza.
O no?

Riassumendo: voglio essere magnanima e offrire - come si suol dire - un'altra possibilità (e poi, lo ripeto, questo libro è bellissimo e per me questo conta, anche in un libro di cucina).

Ma aspetto la Deseine e il suo redattore al varco.
La prossima ricetta scritta male e mi sentiranno!



Trish Deseine, I love cake, Marabout 2009.

20 commenti:

  1. Perdonami cara Duck, ma la prima cosa che ho fatto è stata controllare il prezzo. Alto sì, anche io

    dovrei fare due conti e molto probabilmente lo mol- pardon, riporrerei nel suo scaffale: c'è da

    chiedersi a questo punto però com'è che diversi altri autori propongano prezzi simili a fronte di

    opere palesemente *meno corpose*. Ma vabbè.
    Peccato per la svista: è come dici tu, libro bellissimo, niente da obiettare, però... rimane quel neo, che è insidioso e infastidisce. Speriamo non accada ancora :)
    Una domanda: non sarà mica *Metti una sera a cena...* il libro della Deseine che ti manca? perchè altrimenti sarei curiosa di sapere cosa ne pensi.
    Un abbraccio e... non aspetto altro che il prossimo post, del quale Blogger ti ha pubblicato il titolo (a volte è davvero dispettoso).

    wenny

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  2. Il prezzo dei libri dipende da molti fattori: da quante foto, dal tipo di carta, da quanto famoso e' l'autore ecc.. vedo che amazon vende ILC a 16 sterline circa (18 euro) e il sito di Tommasi lo propone a 29.90.
    notevole la diffferenza. e' anche vero che amazon (come le grosse catene) ha stravolto gli andamenti del mercato librario essendo un cosi' grosso giocatore in grado di buttare sul mercato libri a prezzi stracciati, a volte anche prima che siano usciti.
    io raramente spendo cosi tanto per un libro di cucina: dipende chi e' l'autore.
    La Deseine e' brava ma per me non rientra in quella categoria di "ok ci spendo un capitale". io ho i suoi libri sul cioccolato e "piccoli spuntini": buoni ma noiosi dal punto di vista editoriale: ricette, ricette, ricette, foto, foto, foto...qualche commentino, ma.. come dire.. un poco "sterili" per me. coffee-tabel books direi. detto cio', lo dico a lettere cubitali: FOSSIMO NOI IN ITALIA IN GRADO DI PRODURRE LIBRI SIMILI!
    sugli errori nei libri di cucina come ci siamo detti molte volte cara papera capitano perche' il processo (dalla ricetta originale alla pubblicazione) e' veramente lungo e laborioso: io do per scontato che anche nel migliore libro di cucina ci siano sempre errori o inconsistenze. fastidioso ma vero.
    ma io sono in parte di parte, ovviamente
    ciao
    stefano

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  3. @ Wenny: Metti una sera a cena ce l'ho, l'ho comprato appena uscì, durante uno dei miei soggiorni italiani (allora vivevo all'estero) e tra tutti quelli della Deseine è forse quello che uso di meno. Le ricette sono un po' troppo lontane dalla mia idea di cucina casalinga (e intendo con questo anche cucina da fare a casa ma per occasioni particolari e di festa). Ma c'è ad esempio la zucca al forno speziata che è un classico qui da me - così come anche la zuppa di zucca - . Forse il libro che in assoluto preferisco della Deseine è Piccoli spuntini tra amici (titolo infelice quant'altri mai, ma la colpa è della Guido Tommasi, ovviamente), un libro molto bello che mi fa sempre venire voglia di organizzare feste almeno due volte alla settimana. Quando l'ho comprato facevo un tipo di vita diverso, molto più vivace dal punto di vista sociale, e più di una volta le idee della Deseine mi sono tornate utili. Ora che ho uno stile di vita molto più casalingo e meno festaiolo il libro langue un po', ma mi piace sempre molto sfogliarlo e ricordare/sognare un po'.

    @ Stefano: Hai ragione. Perché in Italia sembra quasi impossibile produrre libri di cucina che siano un po' 'moderni'? Che non abbiano quei layouts tristanzuoli, deprimenti? In realtà, qualche giorno fa, in libreria, ho sfogliato un po' di testi di case editrici italiane ed è evidente una volontà di svecchiamento: il problema, però, è che molti si rifanno esplicitamente a quelli stranieri, ma sempre con quell'aria da 'vorrei ma non posso', un po' come quei sosia di Michael Jackson o di Elvis Presley che vengono da Casoria o da Bergamo alta.
    Errori nei libri: a volte possono essere innocui (vedi la tua torta alla carote, secondo me buonissima anche senza le uova), a volte creano disastri. Anche lì, la differenza la fa la competenza di partenza del lettore. Se è un mezzo analfabeta culinario - e io spesso mi ci sento - rischia di fare un casino tremendo. Testi come quelli della Deseine, chiaramente pensati per un pubblico di non specialisti, dovrebbero essere particolarmente curati da questo punto di vista, non trovi?

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  4. ..siamo tutti/e paparelle umane...abbi pieta'. errori ne famo e rifamo e famo amcora.s

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  5. @ Stefano: Ma certo che ho pietà! Soprattutto se penso a quanti casini faccio io di mio!

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  6. .. l'ho visto oggi nel pomeriggio in libreria I LOVE CAKE... sinceramente non mi è piaciuto.
    Troppo grande, poco pratico.. costoso e pesante.
    Sullo scaffale era sommerso da altre pubblicazioni che non so chi avrebbe mai potuto acquistarle.. tanto erano assurde sia per foto che per argomento: insomma classici libri da regalare quando non sai che prendere e vuoi fare bella figura..e che irrimediabilmente non trovano 'casa'..
    C'era invece l'ultimo di Allan Bay.. costava un pò ma aspetto l'edizione economica. Si intitola
    Nella mia cucina. I 100 strumenti di un cuoco curioso.L'ho sfogliato e mi è piaciuto anche il solo tenerlo in mano. Molta gente guardava i libri della Clerici, della Parodi, della Moronacon la Isoardi.. e mettevano giù... Gli unici 'decenti' erano quello di de Riso o di Sadler o di Montersino..
    Meglio l'editoria inglse ed america in fatto di cucina....
    Ciao
    Clelia

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  7. @ Clelia: Allan Bay è un altro gran dritto. Grande comunicatore, a me i suoi libri piace proprio leggerli (benché di lui, in tutti questi anni, non abbia mai fatto nulla, ma proprio nulla).
    Clerici, Parodi, Moroni/Isoardi etc mi dispiace ma non riesco a considerarle seriamente.
    De Riso e Montersino non mi piacciono a pelle: mi sembra che la loro cucina sia un po' troppo complessa per me, ma soprattutto non riesco a provare la minima curiosità per i loro libri.
    Sull'editoria inglese o americana (o francese, aggiungo io) non puoi che trovarmi d'accordo: il 90% dei miei libri di cucina viene proprio da lì.

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  8. Di Bay ho cucinato molte ricette e sempre con successo. I libri che scrive li trovo piacevoli come lettura e pratici da tenere sul tavolo mentre si spignatta.
    La gente guarda l'effetto foto, in gran parte non comprende un accidente di quello che c'è scritto..l'importante è fare bella figura.
    Aggiungo una cosa...è il lato piu' triste della cucina, nello specifico, e della cultura, nel generale.
    Cucinare è alimentare il corpo, leggere è alimentare la mente, per me.
    Ciao
    Clelia

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  9. @ Clara: Oddio com'è vero quello che hai scritto (il lato triste della cucina e della cultura e della società in generale).
    Non sono sicura che per me cucinare significhi soltanto alimentare il corpo. Ho anzi l'impressione che c'entrino molto un sacco di cose che col corpo hanno, apparentemente, poco a che fare (emozioni, sentimenti, stati d'animo).
    Quanto a leggere, sono un'estremista. Per me è praticamente vivere.

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  10. ..mi piacerebbe poter aver più tempo per legegre ed apprezzare i libri..anche quelli i cucina..
    Cucinare è emozione e coinvolgimento, rilassamento e rabbia.. è un mondo.
    Clelia

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  11. eh... concordo. diciamolo: noi italiani i libri di cucina proprio non li sappiamo fare! Il primo Allan Bay è bello, poi secondo me si è speso troppo: ha prodotto troppo in poco tempo. io non ci ho mai cucinato ma su alcune ricette (le carni e i risotti) mi fiderei.
    gli altri libri citata di clelia: parodi and co: indicano quanto siamo provinciali, legati al mito della ciambella di nonna carolina.
    un bel libro italiano di cucina, che ricordo spesso, é Zucchero a Velo: storie di donne, cucine, femminismo. Lei ha intessuto un bel libro di ricette e vita. Per il resto anni luce lontani dalla produzionione francese, americana, inglese.
    Montersino: lui bravo ma il suo ultimo libro ha troppe imperfezioni (e glielo scritto e lui mi ha risposto ecc...) e cmq rimane un libro "noioso": buone ricette ma noioso. non emerge veramente l'uomo, la sua storia. troppo perfettino. stefano

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  12. @ Clelia: Il tempo sembra non bastare mai, accidenti! Ed è così difficile saperselo gestire bene.

    @ Stefano: Verissimo! Zucchero a velo è davvero un bel libro. Le ricette però non le ho mai provate, benché ce ne fossero parecchie che mi avevano fatto venire qualche idea. L'autrice ha ancora quel ristorante a Milano, zona Navigli, che tu sappia?

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  13. Non conosco Zucchero a Velo.. da quel che scrivete grande lacuna per me.. però ho il libro di cucina della mia mamma che vi assicuro batte tutte le pubblicazioni esistenti sulla faccia della terra.
    Un libro secondo me lo si deve sentire..ti si deve attaccare alle mani..incuriosire. Non mi prenderei mai i tomi da libreria del salotto buono...per quanto pieni di foto e sorrisi rassicuranti di chef eo conduttrici televisive.

    Duck.. le ore scorrono sempre più veloci .. non so se siamo noi a rallentare o loro ad accelerare.. secondo me.. la prima ipotesi

    Clelia

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  14. @ Clelia (e non Clara come ho scritto più su, chiedo venia): Come ti invidio il libro di tua madre. Non dubito che sia un mezzo capolavoro.
    Mi sa che rallentiamo noi. O meglio, mi sa che si tratta della nostra percezione del tempo che accelera, invecchiando: si sente di avere sempre meno tempo a disposizione. Ed è la verità.

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  15. mi conforta sapere che quell'errore è oggettivo, e non me lo sono sognato! anche io, che non mi davo pace per l'assenza della farina in presenza di lievito, mi sono inustriata di dosarla 'a naso', e ne è uscito un dolce delizioso.
    purtroppo, proprio oggi credo di aver trovato un altro errore del genere: credo che mancassero le uova...! ho fatto un tentativo 'a naso', che si sta freddando proprio ora ... ti farò sapere!

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  16. @ Francesca: benvenuta! Sono curiosissima, spero ardentemente tu voglia tornare qui a riferire del tuo esperimento! Il dolce al limone, hai ragione, con la dovuta quantità di farina, è delizioso. A presto (spero)!

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  17. Cara Duck,
    senza averti ancora letto avevo proprio scritto al Sig. Tommasi se nella ricetta per il crunch top lemon ci fosse un errore in quanto non veniva menzionata la farina..ovviamente si sono ben guardati dal rispondermi!...visto che tu l'hai già fatta...mi confermi quindi i 175 gr di farina?...e....visto che mi sembri una molto preparata..........ANGEL FOOD CAKE.......mi sono intestardita per cercare lo stampo originale con i piedini ma...........la cara Trish ha "dimenticato" di indicare la misura dello stampo.......ne ho trovato uno da 18 cm (ma penso sia piccolo)...se no da 22????grazie

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  18. @ Veronica: ciao e benvenuta! Io ho diminuito la quantità di zucchero, da 175 a 125 gr, e ho fatto la stessa cosa con la farina (125 gr anche lei).
    Quanto all'Angel food cake premetto che non l'ho mai fatta, ma ad occhio e croce, visti gli ingredienti, lo stampo da 18 cm mi sembra un po' piccolo, in effetti. Da 20 cm non c'è? Mi dispiace non esserti molto d'aiuto: sono tutt'altro che "molto preparata", come vedi!

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  19. Ciao cara!
    Sono capitata sul tuo blog (bellissimo tra l'altro!) perchè ho appena acquistato il libro di Trish Deseine e anch'io come prima ricetta volevo proprio provare la LEMON CAKE da proporre sul mio blog.
    E sono rimasta piuttosto interdetta quando ho visto che non c'era farina! Non sono una pasticcera professionista, però un po' di dolci me ne intendo.. :) e sinceramente sono rimasta un po' delusa e l'entusiasmo iniziale per il mio acquisto è diminuito bruscamente. :(
    Hai provato altre ricette del libro? Dimmi che è solo una svista di una sola ricetta!!!!!!!
    Ancora complimenti per il blog!!!!!
    Smartie

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  20. Ciao Smartie,
    è parecchio che non uso questo libro della Deseine, ma se non ricordo male qualche altra piccola magagna l'avevo notata - e se non erro avevo letto in proposito anche delle recensioni su amazon France che citavano almeno un'altra ricetta "sballata".
    Che dire? Prendi il lato bello della cosa: è un modo come un altro per sperimentare, per mettersi alla prova, per muovere qualche passo in autonomia dai libri di cucina. In fondo, se ci si affida a quel po' di esperienza che si è maturata in cucina (parlo per me, ovviamente, che sono ancora molto titubante perché non mi sento mai troppo competente!) e anche un po' all'intuito, grossi disastri non se ne dovrebbero fare.
    Coraggio e se ti va fammi sapere come va!
    Saluti!

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