Venendo a mancare quella loro particolare cornice, perdono senso e ragione di essere.
Ci sono occasioni speciali, situazioni di vita in cui all'improvviso ci si ritrova vicini a chi, fino a poco prima, ci era completamente estraneo: si instaurano consuetudini e rituali condivisi, si vive insieme un'esperienza circoscritta nel tempo e nello spazio.
Poi ci si separa, magari ci si pensa e ci si ricorda con piacere, ma non al punto da cercarsi ancora, e alla fine ci si perde.
Sono rapporti d'amicizia con la data di scadenza, come le mozzarelle - diceva qualcuno che conoscevo e frequentavo tanto tempo fa.
Lui lo diceva con una nota di disprezzo nella voce.
Io quel disprezzo non l'ho mai capito: sono rapporti umani comunque, meno significativi di altri, certo. Ma se vissuti con schiettezza e rispetto, con piacere e disponibilità, non sottraggono niente a nessuno, anzi, ci rendono senz'altro più ricchi e fanno della nostra vita interiore un paesaggio vivo e mosso e in evoluzione - come tendo a credere debba essere.
E spesso ci lasciano eredità piccole ma preziose: una lettura che si rivela poi fondamentale, una battuta che ci fa sempre ridere anche a distanza di anni, una confidenza di quelle sincere fino alla crudezza che a volte si affidano proprio a persone che si conoscono poco e che ancora adesso ci tocca.
Oppure una musica che ci emoziona ogni volta che la ascoltiamo, non importa quanto tempo sia passato dalla prima volta che ci ha trovati. Che ogni volta ci fa pensare a quella persona che non fa più parte della nostra vita eppure ne fa parte, eccome, e alla quale - mentre le note di quella sua musica risuonano intorno a noi - inviamo sempre un pensiero e l'augurio che la vita, con lei, abbia avuto ed abbia la mano leggera.
(Grazie a Rina)
...va da se' che ho spesso riflettuto su questo tema, sul perche' amicizie intense e totalizzanti di un periodo circoscritto nel tempo non reggono al tempo - diciamo al tempo lineare, perche' nel tempo del cuore, delle esperienze, dell'anima, sono ancora li', alive and kicking, e a volte si risentono dentro le frasi dette e scambiate ancora come fossero ieri. Credo anche che chi e' nomade dentro per forza di cose si perda le persone meno mobili, e chi vede la vita come un cammino sa anche che proprio per questo dovra' lasciare delle persone, ma altre ne verranno. Ti e' mai capitato di stupirti per l'intensita' degli incontri cosi' brevi fatti in viaggio? Cosi' forti, rispetto ad amicizie piu' di lunga data o piu' quotidiane? A me sempre...Si, sono d'accordo, anch'io non darei giudizi, non metterei etichette all'amicizia: ogni incontro e' importante, ogni incontro e' un pezzettino di noi stessi che ci viene rivelato.
RispondiEliminaErano anni che non ascoltavo più questa musica... quanti pomeriggi silenziosi in camera a condividere queste note mentre eravamo indaffarate ognuna nelle cose sue... sembrano mille vite fa... anche io auguro la mano leggera della vita a molte persone di quel tempo che non ci sono ma stanno qui da qualche parte.
RispondiElimina@ Cheyenne 2007: il tema del nomadismo vedo che torna spesso con te. Io per anni ho fatto vita da nomade ma controvoglia, mio malgrado, desiderando spasmodicamente di ritornare in un luogo che potessi finalmente chiamare 'mio', per sempre. Pure mi accorgo adesso che forse il nomadismo me lo porto davvero dietro: è un modo di vedere la vita, che non si fa scalfire dalla stanzialità geografica. Ben detto, cara Cheyenne, come al solito.
RispondiElimina@ Shishi: Ti ricordi? Era bello stare lì insieme, senza parlare, a condividere questa musica. Che bei ricordi abbiamo io e te!