mercoledì 19 gennaio 2011

Le poesie del mercoledì: da Xenia I - Eugenio Montale

Ricordo bene chi mi ha regalato il voluminoso tomo che raccoglie l'intera produzione poetica di Eugenio Montale.

Sul frontespizio, una dedica un po' pretenziosa forse (soprattutto perché in inglese e infedele all'originale), ma molto vera.

Si tratta di un notissimo verso dell'Amleto di Shakespeare, quello che dice


There are more things in heaven and earth , Horatio,
Than are dreamt of in our philosophy

Penso che poche poesie come quella di Montale esemplifichino al meglio questo pensiero.

Pochi poeti hanno esplorato, come lui, la vertigine del nulla che si cela dietro l'affollata e caotica apparenza della realtà, la paradossale compresenza, nella vita, di senso e vacuità, fine e gratuità, permanenza e provvisorietà.

Benché mi affascini molto il Montale "metafisico", indagatore inquieto ma insieme distaccato, ironico e anche un po' snob di quella grande finzione che per lui era la realtà, quello che mi ha subito e per sempre conquistato - e non sorprenderà nessuno, tutto ciò - è il Montale in versione per così dire casalinga, quello che canta - per esempio - l'elegia di una vita quotidiana condivisa con una moglie molto amata e perduta.

Molti di voi, qualche sera fa da Fazio, avranno sentito Luca Zingaretti declamare - forse con fin troppa teatralità, ma gliela si perdona, è tanto fascinoso - la celeberrima Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale, omaggio gentile e struggente (speriamo non tardivo) alla compagna di una vita, Drusilla Tanzi, affettuosamente soprannominata la Mosca, per via della forte miopia.

Di poesie a lei dedicate Montale ne scrisse diverse.
Tutte permeate di grande nostalgia e tenerezza ma insieme anche di fascinazione per una donna che rimase imprevedibilmente, a modo suo, un enigma.
Tutte frammenti di un dialogo che cerca di superare il baratro apparente che la morte crea tra chi va e chi resta.
Un dialogo a tratti ironico, a tratti tenero, alla ricerca di risposte impossibili da avere, o permeato dalla dolcezza di qualche ricordo condiviso.

Tra le mie preferite, questa.


****


Tuo fratello morì giovane; tu eri
la bimba scarruffata che mi guarda
"in posa" nell'ovale di un ritratto.
Scrisse musiche inedite, inaudite,
oggi sepolte in un baule o andate
al màcero. Forse le riinventa
qualcuno inconsapevole, se ciò che è scritto è scritto.
L'amavo senza averlo conosciuto.
Fuori di te nessuno lo ricordava.
Non ho fatto ricerche: ora è inutile.
Dopo di te sono rimasto il solo
per cui egli è esistito. Ma è possibile,
lo sai, amare un'ombra, ombre noi stessi.


(da Xenia I, in Satura, 1960)

12 commenti:

  1. E' piacevolissimo leggere Montale guidati da te!
    Hai ragione a preferirla ad altre, ha un'intensità ed insieme una leggerezza sorprendenti.
    E che segreta emonozione procura "Forse le riinventa qualcuno inconsapevole,se ciò che è scritto è scritto"!

    Buona giornata, carissima!

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  2. Bella anzi bellissima questa poesia del Montale "casalingo"in cui viene meno quella sicurezza di sé e del suo esser poeta che in altri versi me lo rende piú estraneo e lontano.
    E brava Duck !

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  3. Bello Montale, è uno di quei (pochi) poeti che non solo leggo per piacere, per crescere, per conoscere, per divertirmi… ma che anche, e principalmente, profondamente amo. Grazie per avercelo proposto - e grazie tante anche per aver menzionato Luca Zingaretti: ché quelli che (purtroppo - ma sia detto per inciso che la TV in realtà non mi manca, se non fosse per alcune, poche, cose che mi fa piacere vedere, tra cui i civilissimi, ed interessantissimi, incontri con Fazio) la televisione non hanno, hanno però sempre youtube. Molto struggente la sua lettura di Montale, e stupendi i versi "casalinghi" (bello, azzeccatissimo aggettivo!) che ci proponi.

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  4. E' arrivato... lo aspettavo, sai? Mi piace molto scoprire nuove voci con il tuo aiuto, tanto quanto rileggere quelle più familiari. Grazie.
    Un abbraccio,

    wenny

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  5. @ Giacinta: emoziona molto anche me quel verso, l'idea che ci sia una sorta di serbatoio collettivo cui si attinge, inconsapevolmente, anche creando e dove ciò che è stato creato, anche se ignoto a chiunque, vive una vita sua.

    @ Grazia: l'aspetto autocompiaciuto di Montale è quello che amo di meno. Ma è pur sempre un gigante, anche se a tratti per me scostante. E poi c'è tutta la sua produzione "casalinga", appunto, che me lo rende mille e mille volte caro.

    @ Claudio: che bello trovarti qui! Fai bene a non crucciarti per l'assenza della tv nella tua vita. Da quando c'è youtube, poi, se ne potrebbe fare volentieri a meno quasi tout court (faccio anche io eccezione per Fazio - un po' troppo civile, per i miei gusti; ogni tanto vorrei fosse un po' più coraggioso, ma d'altra parte capisco sia la sua cifra caratteristica questo aplomb da gentleman e ad avercene di più di gentleman come lui - e per pochissimi programmi giornalistici, Report e Presa diretta e direi basta). Sono felice ti siano piaciuti questi versi!

    @ Wenny: non poteva non arrivare, prima o poi, non trovi? Un abbraccio anche a te

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  6. Che belle le alternanze di musica e poesia di questo blog: mi ci sento a casa!
    Ciao! :D

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  7. A me piace molto I GIRASOLI


    Portami il girasole ch'io lo trapianti
    nel mio terreno bruciato dal salino,
    e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
    del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

    Tendono alla chiarità le cose oscure,
    si esauriscono i corpi in un fluire
    di tinte: queste in musiche. Svanire
    è dunque la ventura delle venture.

    Portami tu la pianta che conduce
    dove sorgono bionde trasparenze
    e vapora la vita quale essenza;
    portami il girasole impazzito di luce.

    Anche la poesio letta da Zingaretti è smolto bella... Montale merita essere letto in silenzio o ascoltarlo in silenzio..

    Clelia

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  8. @ Zio Scriba: benvenuto! Felice tu ti senta a casa e tuo agio tra musica e poesia.
    Da te, invece, sono morta dalle risate. A presto!

    @ Clelia: che bello quel Tendono alla chiarità le cose oscure: mi emoziona tanto.
    Grazie!

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  9. Tu lo chiami Montale metafisico, quello che a te piace un po' meno e a me un po' di più. Ma forse perché essendo ligure quella metafisica ce l'ho negli occhi e nel cuore. Ciao.

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  10. @ Alberto: la Liguria è una terra misteriosa, per me, così come lo sono i suoi abitanti. E non dubito - ché la letteratura e la poesia lo dimostrano abbondantemente - che chi vi nasce e vi vive sia immerso in una natura (ahimé sempre più minacciata, a quanto pare) che rende inclini a un certo tipo di riflessioni.
    Il Montale metafisico, per così dire, mi affascina e mi seduce assai, invece.
    Ma amo molto di più - lo sento più vicino, parla ad una parte di me in cui mi identifico maggiormente - quello di questa poesia.
    Grazie del tuo passaggio

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  11. Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale è una delle mie poesie preferite in assoluto... mentre questa non la conoscevo! complimenti hai davvero un blog interessante!

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  12. @ Federica: grazie Federica. Sono contenta di averti fatto conoscere qualcosa di nuovo. Saluti!

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