domenica 30 gennaio 2011

Sunday Music: São Vicente di longe - Cesária Évora (e di una cena tragicomica)

Ogni volta che ascolto questa canzone non posso fare a meno di ricordare una cena tragicomica cui fui invitata quando ancora vivevamo a Cipro.

La Spia era in vacanza in Italia ed io - che allora lavoravo alla locale università - ero invece rimasta a Nicosia.

Dei conoscenti, forse temendo mi annoiassi o mi sentissi sola e abbandonata (e quanto si sbagliavano! ma il pensiero fu gentile ed io gliene rendo ancora oggi grazie), una sera mi invitarono a casa loro.

Quella cena fu un mezzo disastro, a partire dall'inizio.

L'amico che doveva venirmi a prendere si presentò con mezz'ora di ritardo e guidò come un pazzo, spaventandomi a morte, per andare a prendere un'altra comune amica che doveva venire con noi e che avrebbe dovuto - in teoria - occuparsi di acquistare una bottiglia di vino da portare in omaggio.

L'amica, però, quando suonammo sotto casa sua, era ancora sotto la doccia. Quanto alla bottiglia di vino, se ne era bellamente dimenticata.

Non ve la faccio lunga.

Ci presentammo alla cena con un ritardo di più di un'ora e a mani vuote.
I padroni di casa, però, erano due persone di mondo e non fecero una piega: entrambi sorridenti, lei prese i nostri cappotti e li portò nella stanza del guardaroba, lui ci offrì da bere e ci presentò agli altri ospiti.

Durante quella cena accadde quasi di tutto.

Il padrone di casa aveva preparato delle lasagne, ma (forse perché era metà belga e metà marocchino) non gli erano venute granché bene; praticamente erano una sorta di minestra, di cui - per altro - rovesciò un buon quarto su uno degli invitati: mentre lo stava cortesemente servendo, infatti, iniziò con la mia amica smemorata un'accesa discussione che verteva su un determinato grattacielo newyorkese di cui non ricordo il nome e nella foga si distrasse, inondando di sbroda il signore in questione che, essendo inglese, non fece però una piega (ah! le buone maniere britanniche!).

Un altro quarto delle lasagne in brodo finì invece sulla mia mano sinistra e sui miei pantaloni, sempre perché la discussione sul grattacielo non cessava di infervorare il padrone di casa, nonostante sua moglie avesse più volte - e invano - cercato di richiamarlo all'ordine.

Fu mentre ero in bagno a cercare di pulirmi che si raggiunse il clou della serata: per cercare un libro fotografico che avrebbe inequivocabilmente dimostrato le sue ragioni, il nostro anfitrione si alzò da tavola e si recò davanti alla libreria, costituita da mensole piene di ninnoli, foto in cornice, una notevole raccolta di cd e preziosi manufatti (i due erano discreti collezionisti d'arte).

Il libro era su uno degli ultimi scaffali. Per prenderlo, invece di munirsi di una scala o di uno sgabello, il padrone di casa cominciò ad arrampicarsi sulla libreria.

Tornai in sala e ripresi il mio posto a tavola giusto in tempo per assistere alla scena.
Sapete già che cosa accadde.

Mentre la padrona di casa inceneriva il marito con occhi grifagni e noi ospiti sorbivamo le lasagne, ci fu un frastuono terrificante e un agghiacciante rumore di vetri rotti: le mensole più alte avevano ceduto ed erano rovinate al suolo insieme a tutto ciò che vi si trovava sopra e all'aspirante Uomo Ragno.

Il quale, sotto gli occhi di bragia della moglie, si rialzò brandendo con un sorriso trionfante il libro che cercava, calpestando nel frattempo custodie di cd e portafotografie coi vetri rotti dietro i quali, insieme a una donna che sembrava impossibile riconoscere in quella Gorgone furiosa e livida che sedeva a tavola, sorrideva estatico il giorno del suo matrimonio.

Dopo la sorpresa e l'imbarazzo generale, che durò un lungo istante di raggelato e sbigottito silenzio, ci fu una risata più o meno generale, liberatoria e anche un po' scomposta.

Nell'esuberanza del momento, anch'io offrii il mio personale contributo alla serata: rovesciai un intero bicchiere di vino rosso sulla preziosa tovaglia di Fiandra della bisnonna della padrona di casa. Temetti, per un istante, che quest'ultima potesse avere un malore.

Fu allora che il mio amico ritardatario, che si era alzato per soccorrere l'Uomo Ragno, non trovò di meglio che ripescare, nella montagna di oggetti precipitati dalla libreria, un cd che infilò nello stereo, dicendomi "Senti che meraviglia!".

Le note di São Vicente di longe cominciarono a spandersi nella sala.

Ci volle un po' di tempo, ma piano piano la serata cominciò gradualmente ad assomigliare un po' meno a una candid camera: bevemmo, mangiammo, chiacchierammo e alla fine persino la padrona di casa parve essere contagiata dal generale buonumore - anche perché fummo tutti buoni e attentissimi a non devastarle ulteriormente la casa.

Da allora, per quanto il suo testo non sia dei più ameni, associo questa canzone a sentimenti di spensierata e un po' folle allegria : se Cesária Évora canta di chi spera nell'aiuto dei santi e della Madonna per superare le miserie della vita, io, per conto mio, mi affido ad altre risorse: l'umorismo e la bellezza - o almeno ci provo.

Buona domenica!









21 commenti:

  1. Che cosa potrei dire, se non che non ti posso lasciare sola un momento? Come con i bambini: bisogna sempre avere almeno un occhio per te. Per fortuna nel tuo caso non è un sacrificio averli anche tutti e due .

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  2. Il potere salvifico della musica!

    p.s.
    simpaticissimo il tuo racconto, mi hai fatto morire dal ridere!

    Buona domenica e...attenta alla tovaglia buona!

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  3. Nel tuo racconto ho riconosciuto il tuo umorismo e la tua ironia...è bello che tu li divida con noi, così come fai con la tua musica.
    Ho sentito Cesaria Evora in concerto a Bruxelles qualche anno fa. Si presenta in scena con un fare dimesso da massaia grassoccia e d'età, ma quando canta......
    Come al solito una bella scelta, Duck !

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  4. Ma so na pensamento
    Um ta viaja sem medo
    Nha liberdade um te'l
    E so na nha sonho .....................

    non solo di santi vive Cesaria, mi piace come è spensiarata e sognatrice in qualche canzone

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  5. ricominciano, che blogger non mi ha accettato il commento.
    questo post mi ha fatto ridere da sola come una scema di fronte al monitor...

    e poi mi ha fatto anche sorridere, di gioia, al pensiero che possa esistere ancora qualcuno al mondo che si infervori a tal punto in discussioni filosofiche da distruggere una casa...

    insomma, grazie!

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  6. @ Spione: che ti sei perso quella sera!

    @ Giacinta: vero? Il potere salvifico della musica che si manifesta nel sublime (come nel caso di Wladyslav Szpilman, per esempio, di cui hai parlato di recente) e nel ridicolo (come per la cena assurda che ho descritto). Saluti!

    @ Grazia: massaia grassoccia e d'età è una definizione meravigliosa e che mi fa molto riflettere. Davvero questo è un caso di trasfigurazione dovuta al genio e alla bellezza che ci si porta dentro, indipendentemente da quanto dimesso e poco interessante possa essere il proprio aspetto.

    @ Vera: oh come ti invidio, tu che parli portoghese! Un abbraccio

    @ Gaia: come non ti ha accettato il commento? Ho tolto pure la verifica parole! Capisco la tua gioia: anche io, ripensandoci, sono giunta alla tua conclusione; quanto meno quei due non si stavano accapigliando per una partita di calcio o un concorrente del Grande Fratello (ma se avessero potuto accapigliarsi qualche metro più in là dei miei pantaloni sarei stata più contenta!). Baci

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  7. Ciao Duck

    mi dispiace non hai vinto, ma faro' altri giveaway di libri, grazie per averci provato :-).

    Stai leggendo i Promessi Sposi? Mio marito l'ha appena preso in amano, ma e' n po' difficile per lui, parla bene l'italiano, ma leggerlo e' tutta un'altra cosa!

    ciao
    Alessandra

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  8. @ Alessandra: peccato! Ma fa niente, riproverò!
    Intrepido tuo marito a leggere Manzoni. È una lettura meravigliosamente stimolante ma richiede pazienza, attenzione, persino a un madrelingua. Figuriamoci a chi non lo è.
    Salutalo da parte mia e digli che lo ammiro molto.

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  9. Gli ho detto che puo' saltare un po' di pagine poverino, alcune descrizioni 'storiche' sono pese per me, figuriamoci per un non madre lingua! ;-)

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  10. @ Alessandra: eh sì, almeno quelle può saltarle, povero! (Comunque davvero un grande, tuo marito).

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  11. Uff io purtroppo i video non li posso vedere dato che abito in una valle dimenticata dal mondo. Ma in settimana vado da qualche amico, sono davvero molto curiosa di sentire Cesária Évora. Come al solito il tuo blog è ricco di spunti ed ispirazione per me. Grazie.

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  12. @ Iulia: sono curiosa! Ma dove abiti? Comunque non crucciarti troppo: il video non è un granché, si vede solo un'immagine fissa di Cesária Évora. Ma non riesci nemmeno a sentire?
    Sono contenta che tu riesca a trovare spunti qui, grazie per avermelo fatto sapere.
    Saluti!

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  13. Arrivo buon ultimo, all'alba del mezzogiorno (passato) di lunedì per dirti che con quella cena mi sono scompisciato... avrei tanto voluto essere lì con te... :D

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  14. ciao bella
    ti segnalo un'iniziativa molto carina in tema con il maiale, se non la conosci già

    SABATO 5 FEBBRAIO
    DA PIAZZA DI SANT’AMBROGIO A PIAZZA SANTA CROCE
    FIRENZE
    ORE 11.00

    ...CORTEO CON CACEROLAZO: L'ITALIA NON E' UN BORDELLO!

    SABATO 5 FEBBRAIO VOGLIAMO ESSERE 4000!
    Vanno avanti loro? Andiamo avanti anche noi. Il Cacerolazo funziona, richiama attenzione ed è liberatorio. Niente slogan truci e cartelli offensivi, il rumore delle pentole dice tutto da solo: della fine della sopportazione e dell’inerzia, della voglia di cambiare, del bisogno di rappresentare un’Italia dignitosa. Anche oltre i confini del nostro Paese.
    Sabato 5, con pentole, padelle e mestoli chiediamo le dimissioni di Berlusconi. Chiediamo ai partiti d’opposizione, nessuno escluso, di riconoscere ed appoggiare la nostra protesta. Rispettandola, aiutandola a crescere. E di lavorare seriamente nel ruolo che gli compete: dare al Paese un nuovo governo, competente, efficiente e, soprattutto, lungimirante.
    SABATO PROSSIMO, CON PENTOLE E MESTOLI, LA CITTA’ IN PIAZZA!
    Fate girare ed iscrivetevi al gruppo facebook “CACEROLAZO: L’ITALIA NON E’ UN BORDELLO!”

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  15. @ Zio Scriba: ti saresti molto divertito (e avresti anche un po' temuto per la tua incolumità personale, come facemmo tutti!).

    @ Gaia: grazie per l'informazione. Ma non c'è già stata questa manifestazione? Ho visto che ne parlavano al tg regionale. Forse si replica dato il successo dell'iniziativa?
    Mi piacerebbe andare!

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  16. Esilarante racconto... grazie per questo, oltre che per la bella canzone :)

    wenny

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  17. Abito in un piccolo paesino della Lessinia! :)

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  18. @ Iulia: confesso la mia ignoranza, ho dovuto cercare su Google. E ho visto delle immagini stupende. Iulia, vivi in un mezzo paradiso terrestre: dico "mezzo" perché, a quanto ho capito, sei un po' isolata e la cosa non ti rende sempre felice.
    Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità.

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  19. dovresti scrivere sceneggiature!!! incantevole il tuo racconto! un abbraccio ;)

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  20. @ Manusa: il bello è che non mi sono inventata niente e ho addirittura tralasciato altri particolari grotteschi! Come si suol dire: quando la realtà supera la fantasia etc etc.
    Un abbraccio anche a te

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  21. Si devo dire che la zona è molto bella..mancano un pò le comodità ma con la macchina ormai si arriva ovunque! :)

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