lunedì 17 maggio 2010

Di nuove amicizie, di una città molto amata e di alcuni bruttissimi biscotti al cioccolato


Questa primavera piovosa, timida ed anomala, oltre a far fiorire discorsi interessantissimi sugli autobus e nei supermercati (e tengo a precisare che non c'è alcuna sfumatura snobistica in queste parole, autobus e supermercati essendo 'luoghi' che frequento assiduamente), rimarrà alla storia nei miei personali annali come la primavera degli incontri con amici telematici. Dopo quello di cui ho parlato qui, infatti, ce ne sono stati altri due, altrettanto felici.

Il primo si è svolto a Bologna, città in cui parzialmente vive la deliziosa signora cui sono andata a dare un volto. Dico 'parzialmente' perché gran parte dell'anno ella lo trascorre in una bella capitale del Nord Europa a me molto cara poiché, le spiegavo, pur essendo una piccola città che vanta la non lusinghiera fama di essere tra i luoghi più piovosi e più noiosi al mondo, vi si sono incrociati i percorsi sentimentali di molti miei amici e dunque, di rimando, anche i miei.

Sto parlando di Bruxelles, luogo dunque a me dilettissimo e che, checché ne dicano in molti, mai ho trovato noioso (piovoso purtroppo sì). Una città dove si offici giornalmente il culto del cioccolato, delle moules e delle frites, e, soprattutto, delle librerie usate, non può che essere per me un luogo dello spirito, quasi una Mecca. E a parte ciò, è talmente ricca di stimoli intellettuali, culturali, artistici, musicali, architettonici e gastronomici che davvero non riesco a immaginare che cosa si possa volere di più (per di più la sua posizione strategica la rende luogo di partenza ideale per sfiziose gitarelle praticamente in qualunque direzione). Forse, davvero, solo un po' più di sole.

Detto ciò, qualche settimana fa, con la mia borsa da viaggio marrone, ho preso il treno e sono scesa a Bologna (dove pioveva!). Da lì, seguendo le indicazioni della mia ospite, a piedi mi sono diretta in centro, dove ella mi attendeva. Mi sono presentata con un mazzo di gemebondi tulipani di un incredibile rosa violaceo (sembravano molto più belli sul banco del fioraio che me li aveva venduti!) e con un pacchettino contenente dei biscotti al cioccolato (e dei sablés salati che però necessitano di qualche miglioria. Se ne riparlerà - se mai - in futuro).

Avevo trascorso la mattina a prepararli e a cuocerli, pregustando il momento in cui glieli avrei offerti, dicendo: "Questi sono per te!".
Mi vado sempre più convincendo che, nella maggior parte dei casi, cucinare con intenzione, amorevolezza e concentrazione ('con consapevolezza' direbbe la mia molto esoterica sorella), incida positivamente sul risultato finale e non solo perché quando si cucina in questo modo si è più attenti e si evita la tentazione di far le cose alla carlona prendendo scorciatoie non sempre felici, dettate dalla pigrizia e dall'impazienza (o dal poco tempo). Chiamatelo 'influsso positivo'. Una roba così.

Questi biscotti sono un mio cavallo di battaglia. Non sempre mi vengono alla perfezione: in genere la prima teglia la strino quasi sempre. Ma nella seconda aggiusto il tiro e il risultato è notevole.

Esteticamente non sono forse tra i biscotti più graziosi al mondo; mi ricordano un po' quei brutti ma buoni che ogni tanto mi comprava mia madre al forno del quartiere e che per me avrebbero potuto benissimo chiamarsi brutti e per giunta neanche tanto buoni.
Lei era convinta (non so in base a cosa) che io ne andassi pazza; quanto a me, ci ho messo anni per vincere la vergogna e l'imbarazzo che provavo anche solo all'idea di distruggere questa sua illusoria certezza e per dirle che grazie, per merenda preferivo mangiare una bella rosetta ripiena di tonno e dei suoi strepitosi carciofini sott'olio. Annovero quell'impresa tra le mie più coraggiose e meritorie.

Ma per tornare a questi biscotti, ovviamente quelli di Linda Collister (la ricetta è sua, presa da Chocolate Baking, ma la trovate anche in Cioccolato, della Luxury Books) sono molto ma molto più belli dei miei. Mi pare però di aver ribadito più volte che il lato estetico della mia cucina è davvero carente. Conto di migliorare con gli anni, ma per ora, pur crucciandomene, mi concentro sulla sostanza - a volte mi sembra già un gran risultato riuscire a non avvelenare i miei cari.

Se è vero dunque che quelli della mia infanzia erano i biscotti brutti e per giunta neanche tanto buoni, questi non possono che essere

i biscotti decisamente brutti ma molto molto buoni

(per una trentina/quarantina di biscotti)

115 gr. di burro a temperatura ambiente
85 gr. di zucchero di canna leggero (io ho usato il Dulcita del commercio equo e solidale, ma credo la prossima volta userò il Golden Caster, sempre del commercio equo e solidale, più chiaro e meno 'grezzo')
1 uovo, grande
60 gr. di farina autolievitante
½ cucchiaino di lievito per dolci
un pizzico di sale (non dimenticatevene, è fondamentale!)
½ cucchiaino di estratto di vaniglia
115 gr. di fiocchi di avena
175 gr. di cioccolato fondente, tagliuzzato ma non troppo

Preriscaldate il forno a 180° e foderate con la carta forno un paio di teglie (forse anche tre).

Lavorate il burro fino a ridurlo in crema, unitevi lo zucchero e proseguite a lavorare fino a quando il composto sia omogeneo (potete usare le fruste elettriche).

Aggiungete l'uovo e incorporatelo.

Unite la farina e il lievito setacciati, il pizzico di sale, l'estratto di vaniglia e i fiocchi d'avena.

Infine, il cioccolato.

Prelevate cucchiaini di composto (mi raccomando che siano cucchiaini davvero, perché questi biscotti hanno la tendenza a diventare enormi, quasi mostruosi, e a spetasciarsi tutti), disponeteli su una teglia foderata di carta da forno lasciando un generoso spazio tra l'uno e l'altro (per il motivo di cui sopra).

Cuocete per un tempo compreso tra i 12 e i 15 minuti, dice la ricetta. Questo il mio consiglio: puntate il timer a 6', trascorsi i quali aprite il forno, tirate fuori la teglia, rigiratela in modo da fuor cuocere i biscotti nel modo più uniforme possibile e poi vigilate, vigilate, vigilate.

Nel mio forno di Lusaka, dopo questa operazione bastavano 4' esatti perché i biscotti fossero perfettamente cotti (dunque 10' in totale). In questo forno di Firenze non ho ancora ben capito. Dovrebbero essere 4 ½' -5'.

Sembreranno fisime da maniaci, ma vi assicuro che non ci vuole nulla perché una teglia di biscotti profumati si trasformi in una teglia di biscotti carbonizzati, soprattutto se avrete lasciato il cioccolato a pezzetti consistenti (tende a bruciarsi con facilità). Il cioccolato sbruciacchiato è tremendo: per me personalmente è l'immagine stessa dello spreco e della catastrofe in cucina. Mi fa venir voglia di piangere e basta.

Quando avrete tolto definitivamente la teglia dal forno, lasciate raffreddare i biscotti per qualche minuto. Poi, con una spatola, disponeteli delicatamente su una gratella. Alcuni si sbricioleranno un po' (ed avrete così la splendida scusa di mangiarvene qualcuno).

Lasciateli raffreddare del tutto, poi conservateli in un barattolo con la chiusura ermetica (se ce la fate a conservarli; non è semplice resistergli, un po' come è difficile resistere a quei bruttoni fascinosissimi un po' sfigati, teneri ma ombrosi e che vi fanno ridere fino alle lacrime, tanto per rendere l'idea).

Enjoy!

14 commenti:

  1. quante novità mi sono persa! occorrerà che mi rimetta in pari. intanto ho iniziato da bologna/bruxelles/biscotti (tre b che hanno un loro perché).
    ed è stato bello leggere inoltre di: pioggia, tulipani, incontri al centro, affascinanti città mitteleuropee, borse marroni, sorelle esoteriche, panini al tonno, segreti di figlia faticosamente svelati, forni, cioccolato bruciato su quale singhiozzare...
    quanti deliziosi rimandi riesci a mettere in ognuno dei tuoi scritti, ragazza mia!
    su ognuno si potrebbe disquisire ore. ognuno apre una finestra.
    e adesso con tutte queste finestre aperte, mi appresto a leggere il resto.
    olalà. che bella occupazione.
    t.

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  2. Ciao cara Duck,
    anch'io ho fatto un incontro simile al tuo, ahimè per una serie di circostanze molto frettoloso, ma tant'è. L'aspetto bello e più importante ho potuto coglierlo; dare un volto alla persona che si legge da tempo è davvero emozionante.
    Se non sbaglio questo è il terzo del quale ci parli, vero? Prima o poi toccherà anche a me ;)
    Un abbraccio forte,

    wenny

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  3. Bella fanciulla, citi due incontri ma ne descrivi uno solo, non mi soffermo a trarre "significati significanti" dalla circostanza, (anche perché era il primo di questi incontri quello che mi stava particolarmente a cuore, come sai. Ora non vedo l'ora di dare un volto anch'io a quella bella e soave signora. Purtroppo non credo potrò portarle biscotti home made altrettanto buoni.
    P.S. Se avessi una libreria ordinata ora saprei trovare il mio "Istruzioni per rendersi infelici" di Paul Watzlawick, lì si tratta di marito, moglie e corn flakes ma la dinamica (Duck, mamma e "brutti e non troppo buoni") è la stessa!
    Un grande bacio.

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  4. @ Tiziana: bentornata! Che piacere averti di nuovo qui! Sono contenta del fatto che il mio aprire continue 'finestre' ti piaccia: alcune persone trovano invece questa mia tendenza decisamente 'destabilizzante'! :-)

    @ Wenny: non è mai piacevole 'affrettarsi' in momenti come questi, ma così avete un ulteriore motivo per aver voglia di incontrarvi ancora! Certo che prima o poi toccherà a te! Se sei nei paraggi diciamo intorno alla metà di luglio, ti invito per cena insieme a Mr. F nella nuova casa. Baci

    @ Paola: sì, ho parlato solo del primo perché solo al primo incontro era legata una ricetta. Non ti sfugge niente! Devo stare molto attenta a quello che scrivo e a come lo scrivo :-)
    Quel libro l'ho letto tanti anni fa, suggeritomi da un folle che ho frequentato per un po'. Grazie per avermelo ricordato, voglio proprio andarmi a rileggere la storia dei corn flakes (e nella mia libreria, come tu ben sai, è facilissimo trovare ogni libro! :-) Dai, la prossima volta che vengo a trovarti non ci saranno ma che tengano: trasformeremo i tuoi scaffali un capolavoro di ordine! Tanti baci

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  5. cara papera
    i tuoi biscotti assomigliano ad alcune vomitate della mia bestia Pongo_bau_bau da cucciolo, MA conoscendoti, conoscendo la Linda Collister e la sua maestria.... mi hai fatto venire voglia di andare a tirare fuori il libretto dallo scaffale e magari fare teglia di biscotti.(kzxx@@ioo!! che palle sta dieta che sto facendo, pero'!)
    un dubbio/domanda/scambio di opinioni. La CollisterLinda parla di porridge oats, mentre mi sembra tu abbia usato i fiocchi grandi di avena. o sbaglio? hai mai provato quelli piu' piccoli? Io inoltre proverei a metterci anche un pizzichino di cannella nell'impasto al posto della vaniglia e dei fiocchi di sale anche SOPRA i biscotti. Cioccolato e sale, accostamento da urlo. che dici?
    A tutti gli interessati, il librino della Linda Collister e' veramente buono. ciao, stefano

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  6. Caro Stefano,
    va bene che io per prima li ho definiti bruttarelli, ma addirittura paragonarli alle vomitate del cane! :-)
    Io ho usato i fiocchi d'avena con i quali si fa il pappone mattutino da colazione, non quelli enormi.
    La cannella secondo me ci sta da Dio.
    Quanto al sale, prima o poi proverò a fare dei famosi biscotti al cioccolato e fleur de sel: credo sia davvero un accostamento da urlo.

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  7. si', ma erano blobbate di amore, quelle che mi regalava pongo. stop a schifezze se no gli altri mi menano.

    ah, ok per avena/da pappone mattutino.
    Voglio pero' provare a farli triturando la avena grossolanamente.
    vvvai col sale! a milano gelateria chocolat fa un gelato al ciocco salato strabuono.
    sto or ora sbavando sulla foto dei biscotti nel libro della collister e ho avuto pensata (chissa' cosa ne pensano gli altri??)... e se tostassi prima i fiocchi di avena? la tostatura regala di solito un gusto piu' profondo e pieno (pensa a cosa succede alla mandorle o ai semi di sesamo, che tostati acquistano veramente altra dimensione)...??? ti faccio sapere. cius
    ste

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  8. ciao Duck, non c'entra niente con biscotti e bruxelles , ma ieri sera cercando la Pivano, la Nanda, sono arrivata a un sito stralunato e interessante in cui c'era un post che non so perche' ho pensato che ti potesse piacere. Titolo del post "Come se venissimo scacciati nei boschi" di Beppe Sebaste, and this is the link, should you feel like having a look... http://sergiofalcone.blogspot.com/
    Ambasciator non porta pena...

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  9. @ Stefano: tostare l'avena credo sia una buona idea, ma perché tritarla? Non ti piace la consistenza chewy dei fiocchi?

    @ Donatella: grazie per il link! Il blog è davvero stralunato e anche interessante (non tutto, per me) e quel post ha dei passi intensi e che hanno fatto risuonare molte cose nella mia testa: la frase finale di Kafka, per esempio, gli scritti di Benjamin su Parigi e la flanerie (li ho studiati per un esame all'università, anni e anni fa), il brevissimo rimando a Magris - uno dei miei scrittori preferiti. Grazie ancora!

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  10. allora alle 11 di sera, post palestra ho fatto i biscotti (di cui ho assaggiato una metà solamente e poi dato il resto alla vicina)
    premetto che l'idea della avena tritata mi è venuta guardando bene la foto del libro di LC: in quei biscotti io nn ravvedo avena semi grossa e pensavo che avendo l'avena una consistenza più da sfarinato, l'impasto si sarebbe comportato meglio in fase forno.

    ho tostato: ottima idea. contribuisce a rendere il biscotto meno chewy (che a me non piace)

    ho usato farina di riso: a basso glutine e che contribuisce a rendere il biscotto croccantoso e per lo stesso motivo ho usato mezzo cucchiaino di ammoniaca.
    ho ridotto lo zucchero a 50 g
    ho usato solamente 100 g di cioccolato al 74 per cento. secondo me quei 175 g di cioccolato della ricetta sono veramente troppi

    ho aggiunto pizzichino di cannella e no vaniglia

    risulato: buoni sono buoni. a metà strada tra il croccantoso moderato e il moderatametne chewy
    ok per dolcezza, farina di riso e ammoniaca.
    consiglio di sperimentare ammonica per dolcetti e biscotti: secondo me nettamente migliore del lievito

    ho usato abbondanti tsp e distanziando bene i biscotti, che si sono allargati ma non si sono spampanati

    ....mio commento: non sono i biscotti di cui io vado pazzo (ma come sai abbiamo gusti diversi quanto a dolci), ma sono buoni perchè (con le mie modifiche) non sono troppo dolci
    ah, dimenticavo.. ho anche modificato il procedimento:
    ho montato burro e zucchero. ho aggiunto in un colpo solo farina, polvere lievitante
    ho aggiunto avena e poi cioccolato

    ma l'utilizzo della avena mi fa fatto voglia di provare ora una ricetta per flapkacj di frutta vista sul new york times. che penso di pubblicare sul mio blog, che voglio ora tentare di prendere un po' più sul serio. cius. ste

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  11. Alle 11 di sera ti metti a fare i biscotti? Io a quell'ora so a malapena come mi chiamo e dove sono! Non oso pensare a quale orrore uscirebbe fuori se mi mettessi a cucinare qualcosa!
    Dunque: sui 175 gr. di cioccolato mi sono interrogata anche io. Ogni volta mi dico sono troppi, poi però non so resistere e non ne tolgo un grammo. Per me va bene così (ma tu sai che io sono un po' patologica nella mia passione per il cioccolato).
    Quanto allo zucchero ho notato che se uso quello del commercio equo ci vanno tutti quegli 85 gr. e anzi, usando il Dulcita quasi quasi sarebbero da aumentare.
    Voglio assolutamente provare l'aggiunta della cannella e sostituire la farina lievitante con quella di riso e l'ammoniaca.
    Quanto al tuo blog, io attendo da tempo che tu ti ci dedichi: the sooner the better.
    :-)

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  12. Duck che bello il preparare qualcosa per qualcuno ed attendere il momento dell'incontro, mi ricorda una frase de "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry che dice: "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice."
    Buona giornata, qui oggi c'è il sole!

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  13. Ciao Federica, hai ragione, attendere di incontrare qualcuno e prepararsi all'incontro (magari spignattando allegramente qualcosa per quel qualcuno) è bello davvero. Me la ricordo quella frase, la dice la volpe al Piccolo Principe e quando la lessi la prima volta mi commosse fino alle lacrime. Ero molto giovane... :-)

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  14. le librerie usate a bxl sono TOP e i tuoi biscotti e i tuoi racconti top ultra !

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