venerdì 11 giugno 2010
Di depressione, (di omicidi, eventualmente) e di un trasloco
È un fatto risaputo che le donne siano soggette a soffrire di depressione più degli uomini e che tra le cause maggiormente scatenanti questa malattia (perché lo è, e sarebbe anche ora che lo si capisse una volta per tutte) ci sono la morte di una persona cara, il divorzio e il trasloco.
Ora, riguardo alle prime due non posso - fortunatamente - pronunciarmi, ma non ci vuole un grande intuito per capire che in effetti costituiscono un ottimo motivo per ritrovarsi, come si suol dire, un bel po' acciaccati dalla vita.
Quanto al trasloco, sono perplessa. E penso di avere due o tre cose da dire sull'argomento, visto che, come dicevo nel precedente post, negli ultimi dieci anni ne ho fatti ben 6 (anzi, a ben pensarci 7).
Che un trasloco provochi una stanchezza fisica quasi ai limiti dell'astenia, senz'altro.
Che induca spesso, anche nelle persone più serafiche e pacifiche, stati di ansia e isteria mi pare un dato di fatto facilmente osservabile.
Ma che possa causare una depressione mi pare strano. Piuttosto, mi sembra che possa giungere anche a provocare un divorzio, o quanto meno a gettare le basi perché possa prodursi, alla lunga, un divorzio (e forse, a voler proprio essere catastrofisti, anche la morte di una persona cara; intendo ovviamente quella del coniuge, per omicidio) e dunque, per via indiretta, anche una depressione.
Come che sia, come si sarà capito, vi scrivo da una casa che non assomiglia più molto a una casa, ma ad una via di mezzo tra un magazzino e un luogo in cui si sia abbattuto un qualche devastante fenomeno naturale: non proprio un luogo ameno, insomma.
Io e la Spia abbiamo già cominciato a non trovare le cose e a non ricordarci più se il tale oggetto è già stato imballato o no, e dunque passiamo interi quarti d'ora imbambolati, stremati e indecisi sul da farsi (è meglio cercare l'oggetto in questione per tutta casa o cominciare a sballare gli scatoloni dove presumibilmente abbiamo potuto metterlo?), con in mano la pistola per lo scotch e le gatte che ci miagolano, stranite e petulanti, intorno ai piedi e sembrano chiederci ragione di tutto questo delirio (di nuovo! Per i gatti, non è una novità, ogni cambiamento che non sia stato scelto da loro è un incubo).
Ma un trasloco è anche e soprattutto, più che la fine di qualcosa, l'inizio di qualcos'altro.
A me, inguaribile ottimista ai limiti dell'idiozia, piace vederla da questo punto di vista.
E la fatica, la confusione, lo smarrimento, i disagi, le spese (le spese!) sono come i dolori che accompagnano ogni nascita: più o meno sopportabili, ma pressoché inevitabili, e magicamente dimenticati non appena ci si ritrova una nuova vita tra le braccia, tutta nostra, nata dal nostro amore - si spera - da un progetto comune e dalla nostra fiducia nel domani.
A presto!
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molto carino il post che mi trova allineata in quasi tutto, anche per esperienze personali...
RispondiEliminama la cosa che mi ha fatto davvero sorridere e' il libro che hai sul comodino...di cui essendo librofaga e anglofona sono andata a interessarmi...il tema che tratta, il percorso personale dell'autrice (che lavorava anche per il magazine "House & Garden"!)...un suggestivo e intrigante rimbalzo di rimandi, simbologie, transfert e allegorie sul vissuto...come sempre, la vita e la letteratura si sovrappongono in loro strane magie...
allora ancora, case, case...qual'e' la meta questa volta?
e...per non uscire dalla letteratura e da questi temi di attualita' umana, hai mai letto nei percorsi universitari "La poetica dello spazio" di Bachelard?
buon trasloco!
Ciao cara, i miei due neuroni hanno avuto un sussulto quando ho letto il nome di Bachelard, dunque immagino che durante i miei studi universitari qualcosa di lui devo pur aver letto (ho una memoria pessima per tutto ciò che studio e leggo... una tragedia), ma dovessi dirti che me ne ricordo mentirei senz'altro.
RispondiEliminaIl libro che sto leggendo mi ha incuriosito molto, soprattutto perché unisce in sé due elementi che su di me hanno un fascino assolutamente irresistibile: è un mémoir e parla della casa, come spazio fisico e reale ma anche come spazio simbolico e spirituale in cui ricostruire la propria vita e la propria identità dopo la fine di un matrimonio.
La meta del nostro trasloco, stavolta, è vicina, vicinissima: restiamo in Italia, restiamo addirittura a Firenze, che dico, nello stesso quartiere! Ma andiamo qualche via più in là, in una strada meno trafficata e rumorosa, in una bella casa degli anni '30 che assomiglia tanto all'appartamento che Scola ha ricostruito per girare La famiglia. Sono molto contenta!
Torno, appunto, a fare scatoloni!
Un abbraccio
Una nuova avventura, nuovi spazi da creare, sono curiosissima di vedere come sistemerai il tuo "nuovo studio" io, quell'armadio tanto ordinato e pieno di cose preziosissime, non credo di poterlo dimenticare mai!!
RispondiEliminaBuon trasloco!
RispondiEliminaHai contribuito a farmi tornare la voglia di scrivere su queste pagine virtuali.
e' universalmente e scientificamente dimostrato che il trasloco e' dopo il divorzio, uno degli avvenimenti piu' stressanti (oddio... adesso che ci penso.. hai/avete mai provato a fare teglie e teglie di croissant, con grave dispendio di energia e burro, per poi buttarli in the pattumiera, tanto pessimerrimi erano? anche li non si scherza, assicuro...). E dopo il trasloco....l'apertura pacchi!! + seguente mettere a posto e pulire! mega rottura di cabbasisi! ma s'ha da fffa'. Cambiare e' bello, inizio come dici di una nuova avventura. C'e' spesso una eccitazione indefinita, un'allegria sottopelle che non se ne vuole andare, nonostante esaurimento nervoso incombente: cosa portera' la nuova casetta? come sara' la vita? come mi trovero' nella nuova cucina? e' un bel sentimento, creativo, un'investimento emotivo nel futuro. bello. aspettiamo prime ricette e divagazioni da casa nuova/accampati alla bella e meglio. cius. s
RispondiElimina@ Federica: di studi ne avrò addirittura due (la Spia ha ottenuto in cambio la stanza più grande della casa, dove schiaffare tutte le sue carabattole e scrivere in santa pace il suo libro): uno dedicato ai lavori manuali - e lì andrà a finire quell'armadio che ti ha tanto colpito - l'altro alle occupazioni 'intellettuali', vale a dire, meno pomposamente parlando, al mio lavoro di traduttrice e a un altro progetto che mi frulla in testa da un po' e vorrei finalmente concretizzare. Speriamo!
RispondiElimina@ Cicciopernacchio: (questa tua nuova identità mi è molto molto simpatica!). Mai provato a fare teglie di croissants e da quel che mi dici dubito lo farò mai. Altro che avvenimento stressante: io per molto meno mi trasformo in un'erinni! Non temere, comunque: avrete la vostra dose di divagazioni e deliri paperi, anche in versione accampati/baraccati e (spero) un po' di foto - per la tua gioia, so che sei un grande estimatore dei miei capolavori :-)
grazie a te!
RispondiEliminaIo aspetto, a trasloco ultimato, la ricetta del crumble di albicocche e mandorle! Non ho trovato il libro nelle librerie che frequento, ma riproverò!
come ti invidio lo studio, gli studi!, sto cercando di crearne uno per me, ma a quanto pare c'è qualcuno o qualcosa che mi rema contro.
Il gran giorno è alle porte, povera paperottola, sono assolutamente con te, anzi, con voi!
RispondiEliminaI traslochi spezzano la schiena e minano la serenità anche dei più inguaribili ottimisti, però poi, a fatica passata, ritrovarsi in uno spazio nuovo, possibilmente più bello ed accogliente di quello che si è lasciato (per me è stato sempre così, per fortuna), con la prospettiva delle novità e di tutto quel che di bello -sicuramente- arriverà, è davvero una cosa impagabile. :-)
Un bacio grandissimo.
a dire la verita' quel cicciopernacchio indica che sono scemo e che faccio le cose spesso alla carlona: mi sono iscritto a wordpress e senza pensarci molto ho messo quel nick, che converrai per un autore laureato e' forse un filo poco dignitoso.
RispondiEliminaDato che l'Arturi e' buono e ama gli amici, ti risparmio un poco di lavoro e di energia, che potrai dedicare ad impacchettare i dentifrici e lascio una ricetta per
CRUMBLE ALBICOCCHE E MANDORLE, di cui Trameorditi chiedeva.
Apricot and almond crumble
Il crumble con le albicocche e le mandorle
Il ‘crumble’è uno dei dolci più diffusi ed amati dagli inglesi. ‘To crumble’ significa letteralmente ‘sbriciolare/si’ : il composto ‘tutto-burro con cui si copre la frutta diventa infatti croccante e ‘sbricioloso’ allo stesso tempo.
È un dolce recente, nato probabilmente durante gli anni della seconda guerra mondiale quando, per il razionamento alimentare, bisognava ingegnarsi per ‘allungare’ gli ingredienti: un crumble infatti può essere fatto con quantità minime di burro e zucchero. Non quando cucino io però.
I crumble sono i dolci ideali per chi ama il sapore semplice delle crostate di frutta ma ha il terrore di fare e stendere la pastafrolla: il principio è più o meno quello, ma l’esecuzione molto più facile.
Per 4-6
24 albicocche, non troppo mature, larghe, tagliate a metà e snocciolate
1 cucchiaio di essenza naturale di vaniglia
2 cucchiai di zucchero
125 g di farina
80 g di zucchero (caster sugar)
Pizzico di sale
la buccia di 1 limone grattugiata
120 g di mandorle tostate e tritate grossolanamente
150 g di burro freddo a pezzetti
Preparate il crumble mix: mettete tutti gli ingredienti nel mixer ed azionate molto brevemente (funzione ‘pulse’) fino ad ottenere un composto ‘sbriciolato’. Le ‘briciole’ devono rimanere irregolari e medio-grosse. Oppure fatelo a mano, adoperando burro morbido e usando i polpastrelli delle dita per incorporarlo alla farina, strusciando il pollice avanti e indietro dal mignolo all’indice. L’impasto va sollevato e ‘strusciato’, fino ad ottenere quella consistenza ‘sbriciolosa’. Certo che col mixer si fa molto prima.
Lasciate poi raffreddare nel freezer per 10 circa, perché si raffreddi bene.
Scaldate il forno a 200º
Imburrate una teglia da forno che possa contenere le albicocche in un solo strato. Versate la vaniglia sulle albicocche, spolverizzatele con lo zucchero e distribuite dei fiocchetti di burro.
Versate il crumble sulle albicocche, coprendo l’intera superficie, con particolare attenzione ai bordi. Fate in modo di ottenere uno strato uniforme di crumble che ‘sigilli’ lo strato di frutta. Pressate bene con il palmo della mano.
Cuocete in forno per 20 minuti.
Abbassate a 180º e cuocete per altri venti minuti circa, o finché il dolce non appaia di un bel colore dorato scuro.
Rimuovete il crumble dal forno e fatelo riposare, scoperto, per 15 minuti prima di servirlo. All’aria, lo strato di pasta diventerà croccante.
Un inglese si offende se gli offrite il crumble senza la custard, io preferisco creme fraiche o yogurt greco scolato.
una nuova casa, bellissima avventura.
RispondiElimina@ trameorditi: resisti! Anche io ho dovuto aspettare molti anni prima di riuscire a realizzare questo (in parte delirante) sogno!
RispondiElimina@ Paola: grazie per l'appoggio morale. Ovviamente non puoi non venire a trovarci, vero? :-)
@ Stefano: grazie per la ricetta (ne ho approfittato per impacchettare il callifugo della Spia) e sì, convengo che a uno scrittore un nickname tanto goliardico forse non si attagli, ma a me cicciopernacchio piace un frego lo stesso!
@ Artemisia: una bellissima avventura, sì, per la quale si parte sempre un po' impreparati. Ma è il suo bello.
casa nuova vita nuova ! buon trasloco ti capisco, ti capisco ;-)
RispondiEliminaMa vedo solo ora questo post! Un trasloco! Ohimè, non amo troppo i traslochi neppure io, e posso capire lo stato d'animo - ma poi vedrai, quando (se…) ci si ritrova nella casa nuova con tutte le tue cose la vita torna a sorridere! Coraggio!
RispondiElimina@ Vera: se non mi capisci tu...!
RispondiElimina@ Claudio: che bello vederti qui! Posso immaginare quanto poco tu possa amare i traslochi. Non vedo l'ora di vedere come ti sei sistemato tu. E quanto a noi, la camera degli ospiti è sempre pronta per te e la tua Betta!
Un abbraccio
Buon inizio! Il qualcos’altro non potrà che essere radioso!
RispondiEliminaUn bacio
sperando che ti faccia piacere ascoltare la voce di Virginia quando avrai un po' di tempo libero, ti lascio un link:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=GKwQ8kBMuJw&feature=related
@ trameorditi: che regalo che mi hai fatto! Non avevo mai sentito questa registrazione: ne conoscevo una (che pensavo fosse la sola), brevissima, uno spezzone di un intervento alla BBC, in cui si sentiva appena quel che la Woolf diceva. Che emozione è stata, ieri, ascoltare quella voce gracchiante e dall'accento aristocratico! Grazie grazie grazie!
RispondiEliminaSono contenta che la registrazione ti sia piaciuta!
RispondiEliminaIn questi giorni sto preparando dei vasi con le erbe aromatiche per le amiche. Se fossimo vicine te ne regalerei volentieri.
La menta è facilissima da coltivare e la puoi usare per aromatizzare l'olio, per infusi o tè, a me piace molto anche la melissa.
Per il basilico parto sempre dai semi e in genere dà risultati migliori di quello che trovi nei vasetti già pronti, anche se lo seimini adesso secondo me cresce benissimo.
Il timo al limone mi sembra più docile di quello normale e poi... scegli tu secondo le preferenze.
Attenzione: può dare dipendenza, sono partita da poche erbe e adesso continuo a rifornirmi di vasi svedesi per coltivare piante e sfrutto ogni angolo di terra disponibile.
Ora voglio provare a coltivare zenzero: lo adoro, ma purtroppo nella mia zona non lo trovo facilmente, speriamo che cresca...
Buona domenica, spero di rileggerti presto con gli aggiornamenti sulla nuova casa!
@ Trameorditi: se fossimo vicine ti tormenterei chiedendoti in continuazione di insegnarmi come coltivare le piante! La mia menta dopo un po' che ce l'ho si 'schiarisce': le foglioline diventano più piccole e di un verde pallido. Chissà che cosa significa.
RispondiEliminaComunque non faccio fatica a credere che ci si ritrovi presto dipendenti da questa bellissima occupazione: nel mio piccolo, anche io amo più volte al giorno passare a trovare le mie piantine: un po' d'acqua a una, una fogliolina appassita da staccare all'altra, e intanto accarezzarle per ritrovarsi tra le mani il loro balsamico profumo.
Tifo per lo zenzero (che amo moltissimo anche io!), e attendo foto che documentino la nuova produzione!