domenica 5 dicembre 2010

Sunday Music: Subdivison - Ani Di Franco

Per anni ho acquistato libri come altre donne acquistano vestiti e scarpe: in maniera compulsiva, sconsiderata, bulimica.

A volte anche solo perché mi aveva colpito la copertina, o perché un'amica di un amico del cugino di un mio amico aveva sentito dire da un amico del fratello del suo ragazzo che quel libro era bello.

Ovviamente ho preso molti granchi nella mia storia di consumatrice di libri.
Di cose francamente e irredimibilmente brutte, per fortuna, me ne sono capitate tutto sommato poche.
Pur facendomi guidare a volte dall'istinto, mi sono sempre mantenuta entro certi limiti per me invalicabili: niente letteratura sentimental-spazzatura, niente best sellers del mese, niente libri presentati in tv in qualche programma orrendo, niente edizioni sciatte e impresentabili.

Anche così, però, qualche delusione l'ho patita. E ci sta.
Ma anche leggere libri brutti o insulsi è istruttivo.
Quanto meno fa capire quali siano i propri gusti in fatto di letture, di cosa si ha bisogno, che cosa si cerca nei libri.
Non è poco.

Poi, da quando sono tornata in Italia definitivamente, ho scoperto che i libri che veramente mi interessa acquistare e possedere sono pochi. Sono soprattutto classici, libri di cucina, manuali pratici, e i testi di pochissimi autori di cui voglio avere tutto.
Per il resto esistono quelle meravigliose e meritevoli istituzioni che sono le biblioteche.

Bene, direte voi. Così risparmierai un bel po' di soldi, anche.
Purtroppo no. Perché adesso invece che libri acquisto musica.

Ah comprare musica, che emozione!
Portarsi a casa propria canzoni da ascoltare e ascoltare e ascoltare, secondo l'umore del momento, le suggestioni del tempo atmosferico, le emozioni che ci si smuovono dentro: che lusso, che ricchezza, che orizzonti infiniti da esplorare.

E quante scoperte entusiasmanti in questi ultimi anni.
Quanti autori nuovi per me, trovati per caso, ma per lo più presentatimi da amici, persone che mi sono vicine, che mi hanno detto: "Ascolta questo e dimmi che ne pensi".

Ma quant'è bello fare ascoltare musica a qualcuno e vedere sul suo viso accendersi la stessa emozione che proviamo noi.
Che modo semplice, magico, di raffinare e moltiplicare in modo esponenziale il proprio punto di vista sul mondo, di risvegliare la propria sensibilità a temi e suggestioni che altrimenti ci sarebbero lontani, estranei e che invece contribuiscono a far di noi esseri umani più completi, più comprensivi, più complessi.
Che modo splendido, immediato, potente di essere vicini.

Buona domenica!







4 commenti:

  1. ani di franco piace tantissimo anche a me. è che -orrore!- a volte mi dimentico che si può anche ascoltare un disco, invece che girovagare frenetici a fare cose.

    programmi per l'anno nuovo: passare del tempo ad ascoltare la musica

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  2. Uh che bel proposito per l'anno nuovo!
    Mi sembra di ottimo auspicio!
    Un abbraccio

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  3. Uh, Ani Di Franco, che bei ricordi di gioventù. Ma che è, ti ci impegni a scavare nel mio passato eh? :)
    Un abbraccio,

    wenny

    p.s.: ieri ho cucinato per la seconda volta i finocchi bruschi. Sono diventati un tormentone da noi!

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  4. @ Wenny: mi piace questo passato che evidentemente abbiamo in comune!
    (buoni i finocchi bruschi, vero? A parte l'effetto alito da sera...)

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