mercoledì 27 aprile 2011

Le poesie del mercoledì: Meleagrina di Primo Levi

Ci sono poche cose che  mi piacciono di più che incontrare un nuovo autore e iniziare a conoscerlo: comincio da un libro - non sempre il primo, non sempre il suo più noto - e da lì parto per la mia missione esplorativa. 

Di solito, se è possibile, mi piace farmi un'idea leggendo prima qualche testo autobiografico: raccolte di lettere e diari sono da sempre tra i miei testi preferiti. Sono mattoni preziosi nella costruzione del ritratto di un autore ancora sconosciuto.

Quale immagine avrei avuto, per esempio, della mia cara Virginia Woolf se mi fossi limitata a ricostruirla sulla base dei suoi romanzi e dei suoi racconti? La lettura del suo ponderoso epistolario (in Italia pubblicato da Einaudi, che però si è fermato al penultimo volume - e l'ultimo? Se qualcuno dell'Einaudi capitasse per sbaglio da queste parti potrebbe dirmi dov'è finito l'ultimo?) e di parte dei suoi diari mi ha consentito, invece, di avere altre prospettive sulla sua incandescente personalità.

Dopo, in ordine di preferenza, sempre se possibile, ci sono tutti i testi d'occasione: piccoli saggi, raccolte di articoli, spesso fonti utilissime di informazioni circa i gusti e gli interessi di un autore. E se si tratta poi di recensioni o saggi letterari sono felicissima: poche pagine sono più rivelatrici circa i processi creativi di uno scrittore di quelle in cui quest'ultimo discetta dei processi creativi altrui.

Quando scopro un nuovo autore, me ne innamoro sempre un po' e divento un po' maniaca: cerco di reperire ogni suo libro, lo leggo, ci penso su, ne parlo, tormento chiunque mi capiti a tiro leggendogli estratti che mi hanno colpito (la Spia, lo immaginerete, è spesso la mia prima vittima).

Adesso è il momento di Primo Levi.

Non sapevo che mi sarebbe piaciuto così tanto. 
Un uomo di scienza prestato alla letteratura: aveva tutto per interessarmi poco.

Invece, come spesso accade, i fatti mi hanno smentito.
Primo Levi mi piace tantissimo.
Mi piacciono la sua secchezza, la sua scrittura precisa e senza sbavature.
Mi piace il misurato pudore col quale ogni tanto si apre al sentimento, all'elegia, alla tenerezza.
Mi piace la lucidità con la quale ha vissuto e gestito la propria storia e il proprio ingombrante e disumano passato.
Mi piacciono soprattutto la dirittura morale, la compostezza, la sobrietà e la serietà che si respirano nelle sue pagine e che non escludono l'ironia, la leggerezza, un certo senso dell'umorismo.

Non sapevo che avesse scritto poesie; non ce lo si aspetterebbe da un autore come lui.
E in effetti neanche lui, in un certo senso, si aspettava di scriverne.
Ecco che cosa ha affermato al riguardo:
In alcuni momenti, la poesia mi è sembrata più idonea della prosa per trasmettere un'idea o un'immagine. Non so dire perché, e non me ne sono mai preoccupato: conosco male le teorie della poetica, leggo poca poesia altrui, non credo alla sacertà dell'arte, e neppure credo che questi miei versi siano eccellenti. Posso solo assicurare l'eventuale lettore che in rari istanti (in media, non più di una volta all'anno) singoli stimoli hanno assunto naturaliter una certa forma, che la mia metà razionale continua a considerare innaturale.
Tra le molte sue che mi piacciono, ho scelto questa, perché - e alcuni di voi lo sanno - ho da sempre la certezza che anche altri esseri viventi, non solo noi, abbiano sentimenti, ricordi, emozioni e questo pensiero, sebbene a volte abbia moltiplicato le ragioni di certe mie tristezze e malinconie,  mi ha anche spesso confortato e rallegrato.

****

Meleagrina*

Tu, sanguecaldo precipitoso e grosso,
Che cosa sai di queste mie membra molli
Fuori del loro sapore? Eppure
Percepiscono il fresco e il tiepido,
E in seno all'acqua impurezza e purezza;
Si tendono e distendono, obbedienti
A muti intimi ritmi,
Godono il cibo e gemono la loro fame
Come le tue, straniero dalle movenze pronte.
E se, murata fra le mie valve pietrose,
Avessi come te memoria e senso,
E, cementata al mio scoglio, indovinassi il cielo?
Ti rassomiglio più che tu non creda,
Condannata a secernere secernere
Lacrime sperma madreperla e perla.
Come te, se una scheggia mi ferisce il mantello,
Giorno su giorno la rivesto in silenzio.

30 settembre 1983

(da Ad ora incerta, 1984)

* la meleagrina è un mollusco

20 commenti:

  1. Ha detto tutto Paola : grazie ! Ogni poesia, ogni libro, ogni ricordo di Primo Levi è importante. Lo conoscevo come scrittore, ma non come poeta : una lacuna da colmare, prima possibile.

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  2. Nemmeno io lo sapevo poeta: Grazie, a lui e a te, per questi versi così delicati e sublimi!

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  3. Non c'è dubbio che ti sia piaciuto. Lo dicono le parole che hai scelto per descrivere l'uomo/scrittore e la grande foto ( anche i bimbi quando vogliono rappresentare qualcuno per loro importante disegnano dei giganti :-)))) )
    Sono sicura che apprezzerai tutta l'opera di Levi. In particolare io sono rimasta colpita da " I sommersi e i salvati", un testo sociologico chiarissimo e illuminante per capire determinate dinamiche di gruppo e non solo. E' singolare che tu abbia letto Levi dopo Orwell. Hanno, secondo me, qualcosa in comune, forse più di tutto l'onestà intellettuale e la curiosità.
    La poesia lascia senza parole tanto è bella.
    Grazie, Duck, per questo ennesimo meraviglioso post.

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  4. Cara Duck, come non ringraziarti per questa dolce poesia di Levi?
    Anch'io faccio spesso come te, nel senso però che ho bisogno di scoprire attraverso le raccolte di lettere e i diari tutto il possibile sui miei autori preferiti.
    Forse è più giusto come fai tu, anzi sicuramente.
    Ti abbraccio,
    Lara

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  5. la tua rubrica della poesia del mercoledì sta diventando un appuntamento fisso per me, caro e atteso...
    grazie per avermi fatto scoprire primo levi poeta!

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  6. Neanche io conoscevo Primo Levi come poeta. Grazie carissima Duck, leggerti mi arricchisce sempre di più.

    un caro abbraccio

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  7. Mi piacciono le ragioni per cui ti piace.
    Gil

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  8. @ Paola e giardigno 65: grazie a voi (e benvenuto a te)

    @ Grazia e Zio Scriba: esiste un volume della Garzanti che raccoglie le sue poesie. Un volume sottile ma denso e di straordinaria intensità.

    @ Giacy.nta: mi è piaciuto molto quello che hai scritto sui bambini ed è verissimo: questa bella foto di Levi, se fosse possibile, vorrei trasformarla in poster e metterla nello studio. I sommersi e i salvati sono nella mia wish list e presto saranno sul mio comodino. Volevo ringraziarti perché da molto tempo giravo intorno a Levi, ma è stata la lettura di un tuo recentissimo post su Il sistema periodico ad avermi dato la spinta giusta. Saluti affettuosi

    @ Lara: non credo esistano sistemi "giusti" per avvicinarsi ad un autore; penso esistano solo sistemi individuali, da scegliere in totale libertà. Buone letture, Lara cara!

    @ Iulia: ricambio l'abbraccio, felice di farti conoscere qualcosa di nuovo!

    @ Gil: mi piace il modo in cui l'hai scritto.

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  9. Credo che la foto che hai scelto abbia molto in comune con la poesia dell'autore: entrambe intense, forti e delicate al tempo stesso.

    Se ci fosse un reading da qualche parte su brani tratti dalle opere di Levi, allora sceglierei di declamare questa, sperando di esserne all'altezza.
    Bye&besos

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  10. Ha rivestito in silenzio la scheggia che ha ferito il suo mantello , fino a che quella scheggia non l'ha costretto ad uccidersi .

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  11. @ Nela San: sì, la foto mi ha molto colpita per quell'espressione insieme misurata ma inquieta degli occhi. Bella l'idea di un reading di poesie di Levi.

    @ Vitamina: mi sono documentata un po' ed in realtà l'ipotesi del suicidio è stata più o meno accantonata da biografi e studiosi. Levi soffriva di depressione - cosa che non sorprende - ed aveva appena subito un'operazione alla prostata che l'aveva lasciato debole e stremato; in più era angosciato dalla malattia della madre ultranovantenne, che viveva in casa con lui, costantemente vegliata da un'infermiera. C'è un articolo molto interessante di Diego Gambetta, che io ho trovato in inglese nel sito della Boston Review, uno studio assai documentato e puntuale che porta diverse prove a conforto dell'idea che non di suicidio si sia trattato ma di un incidente. Se ti può interessare e leggi in inglese, questo è il link:

    http://bostonreview.net/BR24.3/gambetta.html

    È abbastanza lungo, ma vale la pena.

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  12. cara Duck, non sai che gong imperioso mi ha suonato in cuore questa poesia. Mi ha commossa talmente che non l'ho riletta subito. L'ho copiata e lasciata sul desktop e, a distanza di ore, ho riaperto il file. Solo Levi poteva avere tanta sensibilità da immaginare/perpcepire l'dea dell'altro, della sua sofferenza, anche in un piccolo mollusco. Tutto vive, tutto soffre, tutto è degno di rispetto. Grazie mille, come sempre rubo da te più di quanto ti lasci ma chissà...

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  13. @ Anonimo (Oriana? Claudia? Marilì?): che bella immagine quella del gong, mi ha colpita moltissimo. Hai centrato perfettamente il punto che mi fa tanto amare questa poesia: che si possa immaginare e "sentire" anche il dolore di un essere vivente tanto lontano da sé come un mollusco e per questo riconoscersi in esso e rispettarlo e sentirsi - forse - meno soli. Saluti

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  14. Ho dimenticata la firma, pardon... Oriana :-)

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  15. M'hai chiamato ? Eccomi, cara, a condividere queste parole potenti eppure dolci di Levi. Nell'andare avanti in questa vita (eufemismo, leggi : nell'invecchiare) seppure cementati allo scoglio, il tentativo di indovinare il cielo si fa ancor più urgente, necessario. E sebbene sia uno sforzo personale, solennemente individuale, lo si può vivere anche in una coscenza collettiva, che ci lega e ci unisce, alleviando quel senso di solitudine che alberga la parte più profonda di noi. Questo ho pensato leggendo questa poesia, ma anche rileggendo quello che hai scritto tu.
    Buuona domenica !

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  16. Anche io sono una appassionata di Primo Levi, che ho cominciato a conoscere da piccola, ho continuato a conoscere da più grande e ho continuato a studiare quando della lettura ho potuto fare (anche) un lavoro fino ad arrivare, con gioia, ad affidare lavori su di lui ai miei studenti nell'altro mondo. Le poesie di Ad ora incerta (titolo che deriva dal famoso verso di The Rhyme of the Ancient Mariner) sono splendide, e questa non fa eccezione!

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  17. @ Marilì: non potevi esprimere meglio il mio pensiero, davvero. Grazie per averlo fatto in modo tanto chiaro e intenso. Buona domenica anche a te!

    @ povna: benvenuta! Felice di sapere che la mia nuova passione sia condivisa. Saluti

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