domenica 8 maggio 2011

Sunday Music: No Pressure over Cappuccino - Alanis Morissette

Non posso non ascoltare questa canzone di Alanis Morissette (e le altre contenute nel bel cd da cui è tratta, registrato durante un suo concerto acustico per MTV) senza pensare agli anni che io e la Spia abbiamo trascorso a Cipro.

Sono stati anni per certi versi difficili e per altri eccitanti, sicuramente strani, in cui abbiamo visto luoghi, conosciuto persone e fatto molte cose che non avevamo mai visto, conosciuto e fatto, con l'entusiasmo e la curiosità, ma anche l'ansia e la paura (e a volte il terrore, diciamolo), delle prime volte. Sono stati anni formativi,  sotto tutti i punti di vista, forse gli anni più importanti per me, quelli in cui ho cominciato a capire chi sono, che cosa voglio, di che cosa ho davvero bisogno.
   
Nella mia memoria associo quegli anni, soprattutto i primi, ad un mio personale senso di inadeguatezza provato di fronte praticamente a qualunque nuova esperienza. 
Ricordo per esempio quanto sia stato paralizzante, all'inizio, ritrovarmi in un luogo in cui nessuno, a parte la Spia, parlava la mia lingua e quanta fatica abbia dovuto fare per imparare a comunicare e a esprimermi per essere in grado di ascoltare e capire il mondo intorno a me e perché quel mondo potesse, a sua volta, ascoltarmi e capirmi.

Allora era forse troppo presto per esserne consapevole, ma più tardi ho riconosciuto il grande dono che mi è stato fatto in quegli anni: essere obbligata ad uscire dal mio piccolo mondo per ritrovarmi catapultata in un altro, estraneo e sconosciuto, essermi sentita tanto inadeguata di fronte a tutto quel nuovo, è stato proprio ciò che mi ha spinto a crescere, ad ampliare i miei orizzonti (umani, culturali, intellettuali), ad acquisire conoscenze che non avevo e che oggi sono la mia gioia, ad aprire il guscio in cui avevo vissuto fino ad allora, a cominciare ad essere la persona che voglio e posso essere.

La ragazza che in un pomeriggio rovente di giugno lasciò quell'isola era molto diversa da quella che, quattro anni prima, ci era arrivata; insieme a un marito appena sposato, tre gatti e un imprecisato numero di valigie e borse, portava con sé anche un prezioso bagaglio: l'esaltante consapevolezza che la fragilità può diventare un punto di forza, che una mancanza può trasformarsi in stimolo costruttivo e creativo e che la vita non si ferma mai e noi con lei.

Non credo che sia andata così, ma nel mio ricordo quella ragazza, mentre si avviava sulla pista di decollo, pronta a volare dall'altra parte del pianeta, canticchiava proprio i versi di questa canzone.




15 commenti:

  1. che bel post! e poi Alanis Morissette? forse la mia cantautrice preferita. ho tutti suoi cd. amati alla follia e cantati a squarciagola. adorato i suoi testi cosi intimi e profondi. ora è un pò che non l'ascolto. una buona occasione me la stai ridando tu! GRAZIE duck! un abbraccio!

    And God bless you in your travels,
    in your conquests and queries!
    ;)

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  2. Non è certo questo il contesto più adatto per lisciarti il pelo. Senza voler dare l'impressione che ce la soniamo e ce la cantiamo, però, è giusto darti atto pubblicamente di quel misto di coraggio, bravura e misurata intelligenza con cui hai affrontato una sfida di fronte alla quale in molti sarebbero, prima o poi, fuggiti. E di questo il “marito (allora) appena sposato” - e consapevole di tutte le pecche e limitazioni che ha mostrato in quel periodo ormai lontano - sa di non poterti mai essere grato abbastanza...

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  3. Ho letto la traduzione del testo, un invito a "entrare" nelle situazioni prima di parlarne, ( se non ho capito male ). Alanis piace molto anche a me. Per un certo periodo di tempo l'ho ascoltata incessantemente.
    Mi hai incuriosito: dove posso trovare nel tuo blog qualcosa sull'esperienza cipriota ?
    Buona domenica. :-))))

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  4. @ Manusa: sì, una grande cantautrice; a volte forse troppo "distruttiva" per i miei gusti - alcuni testi sono davvero troppo per me. Ma ha uno stile tutto suo e certe sue canzoni sono, per me, dei piccoli capolavori. Amo molto quei due versi conclusivi, un bacio

    @ Spia: :-)

    @ Giacy.nta: non so che cosa voglia dire esattamente il testo, ti confesso che l'ho sempre trovato piuttosto criptico. Ma quei due versi finali che citava Manusa e quegli altri due in cui dice che siamo solo temporary arrangements, per me, valgono la canzone.
    Saluti!

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  5. Congratulazioni! Hai fatto quella che per i neozelandesi è un'esperienza ovvia: l'overseas esperienze, prendendosi un anno sabbatico. Tu nei hai presi tre di più e tutto ciò ti fa onore. Qualcosa ci accomuna: anch'io ho vissuto per 14 mesi lontano da casa e lo consiglio a tutti i ragazzi giovani, soprattutto di questi tempi. Solo che...mia figlia mi ha preso alla lettera e lo farà. Visto ora dalla prospettiva di genitore-coinvolto-in-prima-persona è un po' più difficile. Ma cercherò di pensare com'ero io ai suoi tempi e senza skype, senza cellulare, senza low-cost. Bye&besos

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  6. ... ma dunque i tuoi gatti sono ciprioti? :)
    un bacio duck, bello tornare a leggere di te.

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  7. Un post molto bello, cara Duck e anche un insegnamento prezioso.
    Grazie, cercherò di ricordare sempre queste tue parole.
    Lara

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  8. @ Giacy.nta: dimenticavo. Non so rispondere alla tua domanda, e cioè in quali post io abbia parlato dei miei anni ciprioti. Ho l'impressione questo sia il primo, a dire il vero.

    @ Nela San: veramente la mia overseas experience è durata 8 anni: dopo i quattro anni a Cipro ne abbiamo trascorsi altri quattro in Africa. Ma ti do ragione su tutto, vivere lontani dal proprio paese per un po' non può che far bene: sprovincializza e aiuta a diventare realmente consapevoli del fatto che il mondo è grande e variegato e alimentato dalla diversità. Non temere per tua figlia; non vorrei dire una frase da vecchia babbiona, ma i giovani di oggi sono molto più svegli e attrezzati di quanto non si creda. Saluti!

    @ Tiziana: sì, le mie due gatte sono cipriote (il terzo, un loro cugino, sempre cipriota, ci ha lasciato qualche anno fa). Sarà per questo che fanno sempre quello che vogliono e mai quello che gli si dice di fare? Perché non parlano ancora l'italiano? :-)
    Bello tu sia tornata a trovarmi, saluti!

    @ Lara: grazie Lara. Non che mi ripromettessi di insegnare alcunché, ma se ho scritto qualcosa che potrà esserti utile sono felicissima. Saluti!

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  9. Due cose condivido con quello che dici (e, forse, anche con la canzone di Alanis Morisette): la fatica di vincere il proprio senso di inadeguatezza e la voglia di provarsi, tagliando i ponti e andando lontano. Ora me l'ascolto,con calma e ripenso a com'ero anch'io quando ho deciso di partirmene per il Giappone, il primo dei viaggi "in solitario" che mi hanno cambiato la vita.
    Intanto, grazie.

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  10. Molto bello quello che scrivi, la canzone e la cantante
    Giulia

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  11. @ Grazia: la storia del tuo viaggio in Giappone è bellissima. Spero che un giorno tu voglia scriverci su qualcosa.

    @ Giulia: grazie, sono contenta che tu abbia apprezzato la scelta.

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  12. " l'esaltante consapevolezza che la fragilità può diventare un punto di forza, che una mancanza può trasformarsi in stimolo costruttivo e creativo e che la vita non si ferma mai e noi con lei"

    Grazie per queste bellissime parole, in un momento come questo mi sono davvero molto utili, le scriverò sulla mia agenda.

    un abbraccio

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  13. Cara Duck, ma quanto è vero...insomma sì, impiantare la vita altrove (preferibilmente all'estero proprio per la componente linguistica che gioca un ruolo tutto suo, dal fascino misterioso e profondo) è davvero una fase di crescita insostituibile. E ciò che rimane dentro di quell'esperienza è fondante per il proprio essere. Anche per me lo è stato.
    P.S. ma quanto mi ha intenerito il commento della Spia...

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  14. @ Iulia: mi fa tenerezza e onore questo tuo appuntarti sull'agenda le mie parole. Grazie, sei molto cara a dirmelo.

    @ Marilì: sì, è così, o almeno per me è così. Senza quei lunghi anni lontana da tutto ciò che per la prima parte della mia vita mi è stato familiare (questo disgraziato e benedetto paese, la mia città, i miei amici, la mia famiglia) oggi sarei non solo una persona diversa - e questo è ovvio - ma oso dire una persona meno ricca, meno completa, meno matura. Non sarei io, ecco, nel bene e nel male.
    Un abbraccio
    (il commento della Spia ha intenerito molto anche me: mi fa dannare a volte, ma è una cara, carissima persona...)

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  15. Un meraviglioso ricordo, Duck... e condivido in pieno quello che dici sulla fragilità e la forza che ne deriva... Un abbraccio!

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