mercoledì 11 gennaio 2012

La soavissima discordia dell'amore di Stefania Bertola

Leggere ogni tanto Stefania Bertola fa bene alla salute, di questo sono assolutamente certa.

Così come sono assolutamente certa del fatto che i suoi libri, pur essendo per lo più catalogati sotto l'irritante (almeno per me) etichetta di letteratura sentimentale - o sotto l'ancora più irritante sua versione inglese, chick lit - sono in realtà soprattutto dei bei libri umoristici, scritti con garbo, finezza e molta maestrìa.

Perché Stefania Bertola scrive bene e sarebbe ora di dirlo a chiare lettere, vincendo quel po' di remore snobistiche che impediscono a certi lettori forti e un po' fieri delle loro letture di ammettere che sì, forse esistono categorie letterarie di serie B - ma esistono? - che possono però essere frequentate da scrittori di tutto rispetto.

E quando uso l'aggettivo "umoristico" lo faccio perché in realtà non ne so trovare un altro più adatto che esprima efficacemente la frequenza e l'allarmante (per il coniuge che ascolta attonito) intensità delle risate incontrollabili e da orco che mi vengono quando leggo uno dei suoi libri - non tutti, ma questo in particolare mi ha regalato qualche ora di assoluta e perfetta letizia.

Detto ciò, penso che la Bertola - che è anche finissima traduttrice dall'inglese - abbia alle spalle solide letture e grande esperienza: i suoi non sono romanzi umoristici con una fragile impalcatura a far da quasi inesistente supporto a trovate sia pur irresistibilmente brillanti: alla lunga libri così annoiano, e i suoi non annoiano mai (almeno, io leggendoli non mi annoio mai).

Quel che trovo di miracoloso, nella Bertola, è infatti la capacità di costruire personaggi e storie assolutamente realistici e coerenti che all'improvviso fanno una sterzata netta verso l'imprevedibile e il surreale, e questo, ovviamente, genera l'effetto comico. Questa sterzata, però, non appare mai forzata: pur nella sorpresa è assolutamente in linea con tutto ciò che l'ha preceduta e per questo l'effetto comico che produce è tanto più forte e convincente.

I suoi personaggi sono i nostri vicini di casa, le nostre cugine e le nostre amiche, i nostri mariti e le nostre mogli, noi stessi; le loro vite sono quelle che viviamo noi; le loro svolte, a volte assurde e teatrali come può esserlo la vita, sono quelle che potremmo avere anche noi se perseguissimo la felicità con la stessa determinazione e leggera incoscienza con la quale la perseguono loro.

E poi mi piace l'atmosfera squisitamente femminile che si respira nei suoi romanzi. E quando dico femminile non dico leziosa, dico proprio femminile.

Il modo in cui la Bertola riesce a dare vita all'infinita selva delle donne nei suoi romanzi (che sono sempre corali) ha per me del paranormale: io ho riconosciuto almeno una mezza dozzina di amiche nelle protagoniste di questo romanzo, tanto precise e puntuali e vere sono le personalità, le piccole infinite manie, le idiosincrasie, i punti deboli e quelli di forza che la Bertola attribuisce ad ognuna di loro.

E con quale sguardo affettuoso e ironico, poi, le abbraccia tutte insieme; con quale bonario umorismo ne costruisce, pagina dopo pagina, il volto e la storia.

Solo una donna che si conosce e che conosce a fondo le altre donne e comprende e sa con leggerezza accettare le mille imperfezioni e fragilità di una donna e dunque, in primis, le proprie, può, per esempio, scrivere una cosa del genere:

Sulla tavola rotonda al centro della cucina di Emilia campeggiavano biscotti, marmellata, dei pretzel, un avanzo di olive, del cioccolato dell'uovo di Pasqua, latte, una teiera di Darjeeling, burro, qualche carota, due finocchi a pezzi, pane, un avanzo di uova ripiene, acciughe in scatola, toma di Biella e mezzo cacciatorino anziano: una normale cena femminile.


Stefania Bertola, La soavissima discordia dell'amore, Tea 2011. 

19 commenti:

  1. Ciao Duck :-) benritrovata e buon anno!
    Mai letto niente di stefania bertola ma la tua recensione ha fatto centro... appena ordinato su amaz. Qualche risata incontrollata è quello che mi serve x iniziare bene l'anno ;-)
    a presto :-)

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  2. In effetti l'etichetta "letteratura sentimentale" è irritante e non poco (sa di melassa, banalità e furbetteria) ma in fondo tutte le "etichette" lo sono... e da come ne parli tu la tentazione di leggerla viene... :-)))
    Abbracci paperi (dal Paperino che è in me...)

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  3. uh, come sono d'accordo!
    uh, come le riconosco, quelle risate con annesso sguardo attonito!
    uh, quanto mi hai fatto venir voglia di rileggerlo!
    (come dimenticare Rocco Rotella... sospiro)
    (ah, in quanto a risate, lo stesso tipo di terapia lo sperimento con Bill Bryson: tutt'altro genere, ma quanto bel ridere notturno...)

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  4. I libri di Stefania Bertola mi hanno risollevato un'estate forzatamente solitaria. Ridevo seduta su una panchina dei giardini pubblici. Concordo su tutta la linea: scrive bene, sa annodare i fili delle trame, i personaggi sono tutt'altro che superficiali. Poi...signori...la legge Carlo Fruttero e si fa pure lui delle grasse risate. Più sdoganata di così...

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  5. Mi piacciono molto questi libri che sanno di chiacchierata tra donne-amiche davanti a una tazza di tè. Me lo son segnata :)

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  6. Non mi resta che leggerla e sono sicura che mi piacerà.D'altra parte tu la presenti e Oriana sottoscrive.Non si può che essere d'accordo.
    Grazie

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  7. Ecco, io di solito evito questo genere di libri, ma per pregiudizio, un pregiudizio suffragato dalla mia pochissima disponibilità a leggere chissà quanti libri scemi prima di trovarne uno buono. Anche io diffido delle etichette, ma mio malgrado non ne sono immune. Eppure se mi fossi sempre lasciato influenzare dalle etichette non avrei mai letto (perchè etichettato Fantasy) quel capolavoro assoluto che è La storia infinita di M.Ende.
    Quindi valuterò attentamente il libro che segnali.
    Grazie,
    un abbraccio

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  8. Che dire?
    Segnato. Mi hai messo troppa curiosità :)
    Buon pomeriggio,

    wenny

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  9. la citazione del libro che hai riportato alla fine del post mi ha fatto scappare una risatella.. ma proprio scappare!! magnifico!
    monica s.

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  10. Sono molto contenta e di aver trovato altri estimatori della Bertola e di averla fatta conoscere a chi ancora non la conosceva (Aldebarina, spero che avrai voglia di dirmi che ne pensi quando la leggerai).
    Una parola in più per

    Tiziana: di Bill Bryson mai letto nulla, ma se a te fa questo effetto penso sia l'ora di farci un pensierino.

    ruhevoll: così d'impulso ti direi che la Bertola è un'autrice soprattutto per donne; detto ciò, se la csoa ha valore, piace molto alla Spia, che è lettore in genere assai selettivo e dai gusti generalmente assai diversi dai miei. Se ti capita di trovarla in biblioteca dalle senz'altro un'occhiata.

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  11. @ Monica S.: benvenuta! È vero o no che è la perfetta descrizione di una normale cena femminile?

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  12. siiii! è troppo vero!! mi viene ancora da ridere..
    Monica S.

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  13. Allora ho deciso: lo compro per me e ne compro una copia anche per la sorella-dalla-vita-piatta-e-regolare. A vedere se si scuote un po'!

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  14. Non la conoscevo e ora me lo ordino su ibs...anche se una cosa vorrei ancora chiedertela: di che cosa parla? Qual è il cuore di questa soavissima discordia dell'amore, che già mi ispira non poco? Forse sono troppo curiosa...
    Ciao, grazie della segnalazione e complimenti per la sentita recensione.

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  15. @ Nela San: chissà, magari la lettura di un libro può aiutare a scuotersi da una vita piatta-e-regolare. Magari qualche barlume di una vita diversa lo fa balenare davanti agli occhi di questa tua sorella (tanto diversa da te, mi pare). Speriamo!

    @ Simona: in tutti i romanzi della Bertola ci sono diverse storie che si intrecciano e in genere un gruppo di amiche dalla vita abbastanza complicata, alle prese con amori più o meno deliranti. In questo caso, al centro della storia, c'è uno spettacolo teatrale surreale, una versione "moderna" di Shakespeare, che vede gli attori sul palco, impegnati in estenuanti e disgustosi lavori di pulizia domestica, ognuno che declama, urlando come un ossesso, celebri monologhi shakesperiani sull'amore. Un'idea geniale del regista Rocco Rotella :-)
    Le pagine che descrivono le prove e la messa in scena di questo delirio sono tra le più esilaranti in assoluto, almeno per me.

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  16. Non conosco l’autrice ma dal tuo prezioso post emerge la descrizione del libro perfetto per “far prendere una boccata d’aria al cervello”. Non ridere! Io li chiamo così! Sono quei libri che magari non resteranno impressi nella storia della letteratura però sono esattamente ciò di cui hai bisogno in certe giornate grigie. Una lettura piacevole, non banale, che faccia ridere di gusto e dimenticare certe cosette, magari di poco conto ma fortemente irritanti. Prendo nota.
    Un abbraccio forteforte

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  17. Duck, sono venuta a cercarti. Non so perché non ti vedevo più in giro:)
    E così ora come ricompensa, mi trovo questa bella recensione di una autrice che non conosco.
    Ma corro subito ai ripari.
    Grazie mille cara Duck!
    Lara

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  18. @ Valigiesogni: perché dovrei ridere, carissima? Mi sembra, la tua, una definizione piuttosto pertinente. Spero che le cosette "di poco conto ma fortemente irritanti" non ti infastidiscano troppo. Ricambio l'abbraccio

    @ Lara: che cara sei stata a venirmi a cercare, grazie. Ogni tanto mi eclisso, ma poi torno a molestarvi tutti :-)

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