mercoledì 29 febbraio 2012

Blogroll: Senza dedica

Nomen omen, così dicevano gli antichi.
Mai espressione fu più adatta per descrivere, in due parole, l'ospite di oggi, l'autrice di un blog a me carissimo, Senza dedica.

Chi abbia avuto la fortuna di imbattersi in carne ed ossa in Grazia (Zia Grazia nella sua versione aNobiiana - una zia formato tascabile, è minuta e piccina come un elfo), non potrà non essere d'accordo con me: se il nome che ci è stato dato deve esprimere la nostra più intima essenza, allora il suo è perfetto.

Di Grazia colpisce subito... la grazia, appunto, il suo incedere lieve e leggiadro nella vita, il suo entusiasmo bambino, la sua pacata ironia, la sua capacità di scorgere negli altri il meglio e di evocarlo, la sua vena malinconica sottile e mai compiaciuta di sé, la sua indubbia vocazione, il suo talento - direi - per l'amicizia.

Col tempo, leggendo il suo blog, sono arrivata però a farmi un'altra idea: che se Grazia è il nome perfetto per lei, il suo secondo nome dovrebbe essere Sheherazade.

Provate a leggere uno qualsiasi dei suoi post, uno di quelli in cui da un quadro ricostruisce una storia, una vita, un momento storico, una città, un personaggio e capirete perfettamente che cosa intendo dire.

Si leggono i suoi post e ci si trova per una decina di minuti trasportati in altri mondi, nel medioevo fiammingo o nella Bruxelles magrittiana; nella jungla notturna del Doganiere o nei mari del sud con Gauguin, gli occhi spalancati su mondi misteriosi, complessi, affascinanti, grotteschi, grondanti malinconia o intrisi di disperazione: un caleidoscopio magico che ipnotizza e seduce. 

E accanto a noi, lei, leggera come Campanellino, con la sua voce trillante e argentina e gli occhi ridenti dietro gli occhiali, investigatrice dell'immagine, affabulatrice ammaliante, pronta ad indicarci lì la posizione di una mano, là la piega di una bocca, più in là, ancora, il ricamo di una blusa e soprattutto ad abbracciare e a comprendere tutto e il contrario di tutto con l'arma irresistibile dell'ironia.

Signore e signori, chapeau.

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Una definizione del tuo blog:
Un cassetto, da dove può uscire di tutto.

Perché hai cominciato a scriverlo:
Ho cominciato come si comincia a scrivere un diario, per la necessità di fissare i ricordi e per paura che svaniscano.

Quali sono stati i primi blog che hai letto:
Il tuo quando ho cominciato a frequentare Anobii e l'ho trovato come link nella tua libreria. E mi è piaciuto tanto come modo di comunicare e condividere. Poi c'è stato Scarabooks, il blog di due miei amici che mi hanno invitato a collaborare con loro: è là che mi sono scoperta "blogger"(si fa per dire). E poi, piano piano, ho trovato gli altri: un mondo di pensieri e di amici.

Un bel ricordo della tua vita da abitante della blogsfera:
Il primo commento, quando mi sono resa conto che qualcuno mi leggeva. Un'emozione enorme che si ripete tuttora. E poi quando le amicizie nate dal blog sono diventare vere e reali.

Te, oggi, in tre aggettivi:
Oggi ? Allegra, serena, pigra.

Te bambina in un ricordo o un'immagine:
In una foto con le mie sorelle da bambine, in Toscana: tutt' e tre con i nostri vestitini migliori e con gli occhiali da sole appoggiate al cancello del giardino. La porto sempre con me.

Il momento più felice della tua vita:
Oh mamma mia ! Non so. Non vorrei essere retorica, ma quello che mi viene a mente è quando sono uscita dall'ospedale, certa di essere guarita. Era aprile, pioveva e io continuavo a pensare: "Ce l'ho fatta!" “Ce l’ho fatta”.
 
Il regalo più bello che hai ricevuto:
Uno wok, il padellone cinese, pesantissimo in ghisa che Thomas mi ha portato, trascinandoselo per tutta Europa, la prima volta che è venuto da me in Italia. Quando l'ho guardato stupefatta mi ha detto "Spero che tu non ce l'abbia". E, in effetti, non ce l'avevo. Tuttora troneggia ancora intonso (se si può dire intonso per un padellone) come una specie di totem augurale, sul frigorifero nella cucina di Bologna.

Il dono o il talento naturale che vorresti avere:
Saper cantare e ballare.

Una persona che in qualche modo ti ha formato:
Il mio professore di lettere alle scuole medie. Ci ha insegnato il piacere della lettura e il gusto dell'ironia.

Libro dell'isola deserta:
E me lo chiedi? "Guerra e Pace" di Tolstoj e , finché durano le batterie, l'Ipad con tutto il resto della libreria.

Canzone preferita:
Tante. Una per tutte: "Vieni via con me " di Paolo Conte.

Film culto:
Tanti. Due per tutti: "I quattrocento colpi" di Truffaut e "Amarcord" di Fellini.
 
Un profumo:
Ô de Lancôme, ça va sans dire.

Un oggetto:
Non saprei, in questo momento la radio, forse.

L'ultima cena del condannato:
Temo che non avrei appetito. Se proprio insistono: pane con sale e olio, la fettunta alla toscana.

Neanche con una pistola alle tempia mangeresti...
Aragoste, ostriche o tutto quello che sa troppo di mare.

Nessuno può resisterti quando in cucina...
...NON cucino: sono una pessima cuoca.

Nel tuo frigorifero non manca mai...
Insalata e scatolette Simmenthal (quando sono da sola).

Momento del giorno prediletto:
La sera.

Un bel modo di morire:
Non ne esistono, ma, se fosse possibile, senza paura.

Quando sei sovrappensiero ( gesti, tic..):
Non lo so. Di notte digrigno i denti (mi si dice).

Dalla tua finestra:
Una stradina tranquilla di un quartiere periferico di Bruxelles, la terrazza della casa di fronte.

Sulla tua scrivania:
In ufficio un ordine esagerato: sono maniaca della cancelleria e dei classificatori . A casa scrivo sul tavolo di cucina.
 
Sul tuo comodino:
La sveglia, l’orologio, le statine e l'Ipad. I libri li tengo in un cestone a terra.

Nella tua borsa:
Di tutto, non faccio altro che cercare le chiavi e gli occhiali.

L'angolo della casa che ami di più:
Il tavolo di cucina.

Il viaggio dei tuoi sogni:
Tanti, tutti quelli che non ho ancora fatto.

Da grande avresti fatto (ovvero sia: il lavoro che volevi fare da bambina):
Dicevo sempre che volevo fare la mamma. Non è andata così.

Da grande farai (ovvero sia: il lavoro che vorresti fare oggi, indipendentemente da considerazioni pratiche, realistiche ed economiche):
Mi piacerebbe continuare a fare quello che faccio ora: alternare due vite, il lavoro e la casalinghitudine, la vita di coppia e la solitudine, l'Italia e il Belgio. Spero che duri.

Il tuo motto (se ne hai uno):
"Nessuno ci toglierà quello che abbiamo ballato".

10 commenti:

  1. Sì, si, e sì.
    (testimonio che quello che dice Duck è vero. Grazia/sharazade)
    :)

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  2. ogni parola mi sembra insufficiente...in questo momento sento solo gratitudine per questi momenti di intimità e di amicizia che condividiamo.
    Forse è per questo che sento molto vicine a me le parole di Grazia, le immagini che la rappresentano, e straordinariamente familiari il tavolo della cucina, la tenda blu, nonché il Magritte ( è il suo dipinto che preferisco in assoluto ). Bellissimo tutto, ma in particolare le ultime due risposte del questionario. Vivere in due dimensioni opposte, che meraviglia ( ambirei anch'io a qualcosa del genere, diciamo che rimedio come posso ) !

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  3. Guarda caso, quasi tutte le belle persone che stanno nel tuo blogroll trovano posto (e Grazia non fa eccezione) anche nel mio...

    Paperottoli abbracci!! :)

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  4. sSeguivo Zia Grazia su aNobii, ma m'era sfuggita su Blogger. Lo so, mea culpa, mea grandissima culpa. Bè, meglio tardi che mai :D

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  5. Questo post su Grazia nel Blogroll è fra quelli che non mi sarei mai persa per niente al mondo!
    Esiste un Oscar, un Orso o una Palma d'oro da dare ai blogger?
    Perché con questo post tu meriteresti quello alla Regia e lei, Grazia, quello come miglior attrice protagonista: due splendide blogger che ho avuto la fortuna di incontrare.
    Bye&besos bloggerrollanti!

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  6. Leggo e condivido anche i commenti. Ah, quella dimensione doppia che io non ho , solitudine e essere in due , autonomia e interdipendenza amorosa ... un pochino la invidio.

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  7. Un altro bel ritratto che mi suona come una conferma. grazie

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  8. Che bella persona che mi hai fatto conoscere papera!!! E poi il quadro di Magritte che ha in cucina è lo stesso che per tanti anni ho tenuto nel mio vecchio ufficio e che ho regalato ai colleghi andando via più di 11 anni fa. Che bello rivederlo appeso nella casa di una persona così familiare anche se sconosciuta... è stato come un link inaspettato alle cose care e dimenticate che si ritrovano improvvisamente. Ringrazio Grazia per la sua grazia (eh eh)e per la sua umanità così reale!! ^_^

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  9. Grazia: se già non la conoscessi e avessi voglia di abbracciarla moltissime -se non tutte- le volte che la leggo, avrei voglia di abbracciarla adesso. così, da sconosciuta.
    (grazie duck per questi bellissimi approfondimenti!)

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  10. Grazie a tutti per i bei commenti! Leggerli fa bene a me tanto quanto a Grazia, ne sono certa.

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