sabato 11 febbraio 2012

Un altro sguardo: Claudio Santambrogio

margherite, gomma bicromata (2011)
Ho riflettuto a lungo sull' eventualità di dedicare un post a Claudio Santambrogio, perché quando si tratta di parlare di qualcuno cui si è legati da vincoli di fraterna amicizia si  corre senz'altro il rischio di essere accecati dall'affetto e dalla stima e di perdere l'obiettività.

Pure, nel caso di Claudio, questo rischio non si corre: è così evidente che si tratta di una persona speciale e l'evidenza si impone subito, non appena lo si conosce.

A me pare che quel che di speciale c'è in lui sia soprattutto la sua capacità di nutrire ed esprimere una sensibilità unica e "diversa", che segue percorsi spesso eccentrici, poco frequentati e raffinatissimi, senza mai, mai, mai perdere il gusto, il piacere dello scambio autentico e profondo con gli altri, una curiosità e un interesse realmente affettuosi per loro, non importa quanto lontani possano sembrare o essere da lui.

Se qualcuno mi chiedesse a bruciapelo una definizione di "artista", direi che per me è un artista proprio chi riesce a contattare, vedere, ascoltare il mondo, anzi i mondi, quello visibile e quello invisibile; chi riesce a elaborarne un'interpretazione insieme personalissima e universale e ad esprimerla con i mezzi più adatti ad esprimerla; ma soprattutto chi, facendo tutto questo, riesce a rimanere nel mondo e vicino agli altri, senza sentirsene distante, senza sentirsene lontano, ma anzi, con una raddoppiata capacità di ascoltare, di contattare, di unire, di condividere.


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birnbäumchen, stampa all'albumina virata all'oro e al platino (2009-2011)
 
Dicci qualcosa di te e che cosa fai
È sempre difficile parlare di se stessi... Sono musicista, fotografo, informatico, guida artica...

Da dove trai ispirazione?
Sono maturato, artisticamente parlando, come musicista, e la musica è sempre stata la mia "guida". Se nella musica il silenzio è una pausa che articola il suono, nelle mie fotografie i "silenziosi" oggetti e spazi vogliono essere pause che strutturano lo scorrere del tempo. Roland Barthes scrive: "la fotografia deve essere silenziosa: non è una questione di discrezione, ma di musica".
Ma ancora prima, e al di sopra di tutto, viene la creatività come dimensione esistenziale. Non riesco a stare fermo, dipingo, assemblo sculture, disegno i mobili di casa, costruisco burattini e boîtes à musique... Vivo questa dimensione creativa come il mio processo di elaborazione della cultura di cui mi nutro: le arti visive, la musica, la letteratura, la storia del pensiero, dei costumi, dei gesti...

Quando hai capito di aver trovato il tuo personale percorso creativo?
Fai sembrare il percorso creativo qualcosa che si raggiunge, come un traguardo... è invece la strada, il "percorso", appunto. Sono sempre stato creativo, lo ero già da bambino. Ogni volta che si usciva con i miei genitori per andare al ristorante, portavo con me un blocco da disegno e riempivo i tempi di attesa disegnando. Sono stati il disegno e il teatro (di marionette e di burattini) i miei primi incontri con l'arte. La musica è arrivata solo molto più tardi, ma è stata poi la disciplina che ho studiato. Il ritorno all'immagine è stato graduale, ma l'ho sempre sentito molto "naturale"- un "ritorno, appunto...

Quali sono state (se ce ne sono state) le difficoltà che hai dovuto affrontare all'inizio? E come hai fatto a superarle?
Difficoltà ce ne sono ad ogni passo... Tralasciando quelle di ordine pratico, la difficoltà maggiore riguarda l'"identità". Chi sono, dove mi trovo in questo mondo? Come mi relaziono al mondo, e agli altri? Superare questa difficoltà è l'atto creativo stesso...

nord, stampa all'albumina (2009-2011)

Hai mai dei blocchi creativi? E se sì, che cosa fai? 
E chi non ha blocchi creativi? La cosa migliore è non perdersi d'animo e non perdere la pazienza! Ogni cosa al suo momento. Ogni blocco creativo ha una sua ragione, e bisogna capirne le radici.Questo viaggio dentro se stessi poi spesso porta a sbloccare le energie creative quasi senza che uno se ne accorga...

C'è stata una persona che in qualche modo ti ha fatto da guida, o da modello, o ti è stata di ispirazione?
Ho imparato molto da tante persone a me più o meno vicine, ma d'ispirazione sono, da sempre, due maestri della storia della fotografia, Edward Steichen e Josef Sudek: del primo la vibrante intensità delle stampe del primo periodo, del secondo la musicalità, la delicata poesia delle sue nature morte.

In genere come lavori? Come si sviluppa per te il processo creativo? Segui particolari procedure, usi particolari tecniche, hai piccoli riti?
Il lavoro fotografico è per me, per quanto contraddittorio possa sembrare, un processo introspettivo. È un processo lento, ho bisogno di tempo sufficiente per relazionarmi al soggetto. Lavoro senza fretta, quasi esclusivamente con macchine fotografiche di grande formato. Questo rallenta di molto il processo, bisogna preparare la macchina, impostarla, inquadrare, mettere a fuoco, correggere, calcolare i tempi di esposizione...  

L'esposizione poi è fatta "a mano" - uso lenti che non sono montate in otturatori, e quindi apro e chiudo la lente con la mano. Ovviamente questo comporta tempi di esposizione relativamente lunghi. Quando osserviamo un oggetto lo vediamo sempre anche nella sua dimensione temporale, e mi piace catturare questa dimensione nella fotografia. Ricordo i miei primi tentativi col grande formato: dopo accurate e lunghe preparazioni, lo "scatto" dell'esposizione della durata di una frazione di secondo, era il momento più deludente, il vero anticlimax. Anche l'esposizione ha bisogno, nel mio approccio lavorativo, di tempi umanamente sensibili... Il soggetto ha bisogno di tempo per "manifestarsi" nella fotografia.
L'aspetto manuale mi interessa nel corso dell'intero processo: non solo nell'esposizione del negativo, ma anche nella fabbricazione della stampa fotografica. Raramente uso, infatti, tecniche di stampa "normali". Per lo più utilizzo tecniche di stampa cosiddette alternative: processi di stampa "di altri tempi", degli esordi della storia della fotografia. Lavoro con stampe all'albumina, stampe alla gomma, stampe al platino e gomma su platino. La carta fotosensibile per queste stampe viene preparata manualmente. Questo è un processo lento, che lascia ampio spazio anche alla riflessione, all'introspezione...
Stampo con tecniche antiche, ed eseguo musica con strumenti d'epoca. Sono entrambe attività che cercano di gettare un ponte verso qualcosa che appartiene al passato e che è svanito. Esse hanno una stretta parentela con la memoria e l'assenza. John Berger scrive che "le prime fotografie erano considerate delle meraviglie perché, in modo molto più diretto di qualsiasi altra forma di immagine visiva, presentavano l'apparenza di ciò che era assente". Una fotografia non è solo un'immagine - la seducente bellezza delle fotografie sta lentamente svanendo nel nostro mondo, sostituita dal lucido schermo. Tutto quello che è rimasto delle fotografie sono le immagini... Ma una fotografia è un'evocazione magica e il suo valore artistico unito alla qualità materiale della stampa, contribuiscono in eguale misura alla trasformazione del soggetto in qualcosa che va al di là dello stesso. I laboriosi processi di stampa dei primi anni della storia della fotografia sono parte dell'alchimia dell'evocazione di memorie svanite, della magia di presentare "l'apparenza di ciò che era assente".


harper, stampa al platino (2011-2012)

Puoi descrivere brevemente il luogo in cui lavori?
Lavorando con tecniche di stampa alternative sensibili solo ai raggi UV, la mia camera oscura di fatto non è, come ci si aspetterebbe, oscura! Si lavora con normale luce di deboli lampadine. Questo aspetto molto piacevole del lavoro, si unisce al fatto che per i tempi di esposizione (tra i 30 secondi e i 10 minuti), esco al sole! Non uso, infatti, banchi di lampade UV.

Come promuovi il tuo lavoro? Hai qualche consiglio in merito?
La promozione del mio lavoro, devo ammettere, mi interessa meno - fotografo, faccio musica, creo, per passione. Lo faccio primariamente per me stesso in quanto artista. Un corpus artistico cresce poco alla volta, e così vengono anche a crearsi, quando è il momento giusto, le giuste opportunità. Bisogna solo saper aspettare - e poi riconoscere il momento giusto. Non voglio però, dicendo questo, dare l'impressione che non mi occupi della promozione dei miei lavori - incontri personali, visite alle gallerie, internet sono tutti canali di promozione.

Un progetto nel cassetto?

Ma certo! Ce ne sono tanti - non riesco a lavorare esclusivamente ad un progetto solo: ne porto avanti alcuni in parallelo, a volte all'inizio non sembrano nemmeno progetti definiti e prendono forma solo crescendo... Ma se non hanno ancora visto la luce è perché non è ancora il momento giusto... E allora non disturbiamoli, lasciamoli maturare in silenzio...

Un sogno?
Sogno di vivere in un mondo in cui la sensibilità è un valore, in cui la cultura è un tesoro rispettato, curato, fatto crescere... Un mondo governato dal rispetto per gli altri, per le diversità, governato da valori etici, dalla cultura e dall'arte - ma mi accontenterei di molto meno. Penso che sarei già soddisfatto se solo vivessimo in un mondo in cui quelli che ci governano, siano essi politici o mecenati, fossero eticamente dei modelli da rispettare, e ci "ispirassero" a prenderci cura del nostro ricco patrimonio culturale...

E poi...
Te, oggi, in 3 aggettivi: Curioso, creativo, dedicato.

giardino, stampa al platino su carta giapponese kozo (2012)

Te, bambino, in un ricordo o un'immagine:
Una delle fotografie che preferisco mi ritrae a 4 anni nel Marocco - con un panino in mano, in mezzo al deserto, di fianco allo scheletro di una capra. Con sguardo perplesso. Et in arcadia ego...

 
Il dono di natura che vorresti avere:

Vorrei esser capace di vedere e sentire il tempo...

Forse non tutti sanno che... (qualche cosa di curioso, o di buffo, su di te):
... ho una passione per i libri - non solo leggo tanto, ma mi appassionano i libri come oggetti. Illustrati, per l'infanzia, d'artista, pop-up... Non è una collezione sistematica la mia, ma una ricerca costante del libro "speciale", del libro che abbia una storia sua da raccontare - una storia dell'oggetto che è.

Sul tuo tavolo di lavoro...
... sempre una moltitudine di stampe che aspettano di essere approvate, o scartate; una pigna di negativi che aspettano di essere portati in camera oscura; torri di libri di fotografia che sfoglio come se sfogliassi un volume di poesie... Considera però che io non lavoro al tavolo di lavoro! Il tavolo di lavoro è dove mi siedo a riflettere, a pensare a come e dove muovermi. Il vero lavoro si svolge o dietro la macchina fotografica o in camera oscura.

Sul tuo comodino...
... le poesie di Montale.

Nella tua borsa...
... un libro. Les Très Riches Heures de Mrs Mole di Ronald Searle è il più recente. (Ebbene sì, sono uno di quegli uomini che usano la borsa).

Dalla tua finestra...
... un paio di palme dove, in primavera, le tortore fanno il nido.

Prima di spegnere la luce...
... mi piace leggere. Ma in realtà poi finisco spesso per andare a letto troppo tardi, e la lettura ne soffre.


Il tuo motto (se ne hai uno):
... il faut cultiver notre jardin
.


giardino, stampa al platino su carta giapponese kozo (2012)

Se volete contattare Claudio, questo è il suo sito: http://csant.info/
e questa è la sua "palestra degli esperimenti", la sua galleria su flickr: http://flickr.com/csant


6 commenti:

  1. Un vero piacere conoscere un tuo amico ( e questa è già una bella presentazione) e un artista. Grazie

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  2. Sono immagini impalpabili che superano l'attimo e durano un tempo indefinito. Foto che presentano davvero "l'apparenza di ciò che era assente". Sono impressionata dalla sensibilità di Claudio. Ricordo di aver avuto il piacere di visitare il suo sito qualche tempo fa e di essere stata decisamente colpita dalle sue opere. L'intervista mi conferma che non è possibile arrivare a creare qualcosa di bello senza l'educazione al silenzio, l'amore per ciò che è e ancora non c'è, il rispetto del tempo. Il richiamo a Candido è quasi una necessaria, naturale conclusione della tua bellissima intervista.

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  3. la stampa al platino mi ha commosso di primo mattino, che per me è tutto dire *_*

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  4. Certo che ne conosci, di persone interessanti...
    Concordo con giacynta: l'opera e l'Artista, la sua sensibilità, la sua passione, la sua intelligenza, sono cose inscindibili. Vedi le sue creazioni, e t'immagini già che parlerà così. Leggi le sue parole, e t'immagini già che le sue creazioni saranno così...

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  5. Grazie a tutti per i commenti; sono molto felice che abbiate colto la particolare sensibilità di Claudio e del suo lavoro.
    Un grazie in particolare a Giacinta, che ha espresso in modo molto chiaro e come meglio non si sarebbe potuto un pensiero che è da sempre in me e non sono mai riuscita a verbalizzare:
    non è possibile arrivare a creare qualcosa di bello senza l'educazione al silenzio, l'amore per ciò che è e ancora non c'è, il rispetto del tempo.

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  6. Brava Giacinta con la quale sono più che d'accordo e bravissimo Claudio, che magia le sue foto, ho colto l'invito e sono andata a vedere il sito... davvero sorprendente quanto i soggetti che lo hanno ispirato riescono a dire nel loro completo silenzio. Bravo davvero!! Gli auguro di incantare tutti come ha fatto con me... Grazie pisi per averlo ospitato e grazie a lui per aver condiviso con tutti noi la sua anima gentile.

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