giovedì 14 giugno 2012

Di assenze e presenze e di un incontro lungamente atteso


Quando ho aperto questo blog, quasi tre anni e mezzo fa (vincendo infinite remore, le solite: la vergogna, il timore del giudizio altrui, la paura di essere una velleitaria e di presumere di me, il terrore che a nessuno interessasse etc. etc. etc.), mi sono ripromessa che avrei scritto solo e soltanto se e quando avessi avuto qualcosa da dire e, soprattutto, la voglia di dirlo.

In questo mio mese e mezzo di assenza, di cose da scrivere ne avrei anche avute. Mi mancava la voglia.
Perché per me scrivere non è immediato; non è un gesto spontaneo, liberatorio, disinvolto. 
È disciplina, riflessione, lavorio mentale, lotta con il mio feroce giudice interiore, ricerca di equilibrio. 
Se non fosse forse eccessivo, direi: è lavoro.

E in questo periodo, di fare questo lavoro, non me la sentivo.
Sono stata distratta dalla vita, potrei dire; e per non esser troppo retorici, dalla bella stagione, dalla lettura (di pagine cartacee e non virtuali), dalle piante di cui cerco di prendermi cura, dal mio tavolo da lavoro; soprattutto sono stata distratta - assai felicemente distratta - dagli amici. 
Amici mai incontrati se non nelle maglie della rete e ai quali finalmente ho dato un volto e una voce (ciao Nela San!); amici cari che sono andata a trovare in Inghilterra.

E proprio lì, nella perfida Albione (per la precisione a Rodmell, nel Sussex), ho finalmente visitato - dopo circa 20 anni che lo desideravo - Monk's House, la casa di campagna di Virginia Woolf ("una casa senza pretese, lunga e bassa, dalle molte porte" la definì lei nel suo diario).

Raccontavo a più di una persona che temevo, una volta lì, di essere travolta dall'emozione e dalla commozione e di trasformarmi - con imbarazzo mio, soprattutto, più che della Spia e degli amici che erano con noi - in una sorta di estintore umano.

Invece no.
La commozione c'è stata, certo. Ma più forte di lei è stata la sensazione, dolcissima, di trovarmi in un luogo amico, noto, familiare.
Quante volte ho osservato con attenzione le foto di quel suo studio/capanno da giardino, la sua "stanza tutta per sé" con vista sui prati; di quel salotto verde ("verde nilo", direbbe mio padre) con le sedie disegnate dalla sorella Vanessa; della camera da letto monacale con la libreria dietro il letto, la grande finestra dalla quale si vede il glicine, il caminetto con le mattonelle dipinte, il paralume decorato...

E quante volte ho immaginato il giardino? Con gli iris piantati da Leonard durante i bombardamenti tedeschi, la chiesetta al di là del muro, la vasca con le ninfee, il grande prato teatro di interminabili partite estive a bocce (una grande passione di Virginia, che nei suoi diari si lamentava di dedicarle troppo tempo, a scapito della scrittura)?

In ogni centimetro quadrato di quel luogo ho sentito - non appannato dalla presenza pure costante di turisti, come me, armati di macchine fotografiche e silenziosi, quasi in soggezione, ancora, di fronte allo spettro della sua morte tragica e romanzata - la presenza viva di quello spirito inquieto e geniale che tra quei fiori e quelle mura trovò spesso riposo e ristoro e amicizia e molte ore di beate letture e scrittura.

Non sono una grande fotografa, lo sapete; ma vi lascio comunque con alcune immagini di quel giorno.
Mi piacerebbe che, anche se maldestramente, riuscissero a comunicarvi un po' della mia emozione e della mia gioia.












 

45 commenti:

  1. Bentornata:)

    (ci sei riuscita, sì)

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    1. grazie Alea, soprattutto per quel "ci sei riuscita, sì"

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  2. Perfetto! Non c'è bisogno di commenti. Mi sembra di esserci stata e di aver sentito nell'aria una presenza benevola e lieve. Grazie

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    1. Hai colto perfettamente lo spirito del luogo: nonostante la storia, l'atmosfera è leggera e dolce.

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  3. Capisco la tua grande emozione, adoro anch'io le pagine di Virginia Woolf... e questa tua emozione ci hai saputo perfettamente comunicare con le tue parole (vedi che il tuo "lavoro" dà dei risultati eccellenti?), ma anche con le tue foto: come fai a dire che non sei una grande fotografa? Sono immagini splendide, raccolte, intense... hai un occhio speciale, cara paperella! Un bacio!

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    1. Forse ho solo occhi che guardano con grande affetto, ma grazie comunque!

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  4. Se dovessi indicare un luogo rappresentativo del concetto di "inglesità", sceglierei proprio questo paesino minuscolo e di poche anime elette, immerso in una campagna resa verdissima dalle molte piogge (a cui il giorno della visita siamo fortunosamente sfuggiti). Case tipiche e basse, una chiesetta, un pub dove si mangia benissimo, e la sensazione che - da quando la sua abitante più celebre non c'è più - il tempo abbia rallentato fino quasi a dormicchiare, come per rispetto della sua memoria.
    Di Monk's House a colpire non sono solo la pulizia del giardino e l'impeccabilità della conservazione di ogni singolo oggetto, ma soprattutto la cortesia e la competenza delle persone. Ed è così che, anziché dai guardiani annoiati e ipersindacalizzati a cui sono avvezzi i visitatori dei nostri musei, la casa è popolata da persone competenti e sempre pronte a condividere le molte informazioni che possiedono di quel luogo, a cui a volte sono legate addirittura da vicende personali (come nel caso della figlia, oggi ottuagenaria, del giardiniere, che sembra non aver mai abbandonato la stanza da letto che presidia orgogliosa.
    C'è poco da fare: forse non ci vuole molto, ma il "National Trust" dà una bella lezione di professionalità a chi gestisce (o dice di farlo) il patrimonio artistico di casa nostra!

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    1. E brava Spia che hai raccontato la storia della figlia ottuagenaria (solo? secondo me aveva almeno 103 anni!) del giardiniere. Quanto alla tua invettiva, come non esser d'accordo con te?

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  5. Le tue foto trasmettono l'emozione che hai provato tu visitando quella casa e ce ne rendono partecipi, come puoi dire che non sei una gran fotografa?

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    1. Grazie Dede: se ci son riuscita davvero sono contenta.

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  6. E' tutto bello qui nelle foto, l'intimità della lampada, il letto con i fedeli libri compagni di veglia e di sonno, quel taglio prospettico di grande originalità della papera che guarda il busto dell'artista. Una casa dove vivrei anch'io volentieri. Con sole due varianti: io dovrei vedere il mare, anzi l'Oceano di fronte al Portogallo. Mi ripeto?! Lo so.
    Bye&besos lusitanitudici.

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    1. La foto di me che guardo il busto eseguito da Stephen Tomlin (e che io ho sempre trovato abbastanza agghiacciante, con quelle orbite sporgenti e quel naso fin troppo aquilino) me l'ha fatta Sarah, la nostra amica che vive a Londra. La amo moltissimo, pensavo addirittura di farne il mio avatar.
      Quanto alla tua passione per il Portogallo, l'avevo intuito che tu ne avessi una :-)

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  7. Bella la luce, calda. Inquadra o sfiora dettagli preziosi, teneri. Bella la presenza di quel verde mela che esalta i rossi e i gialli e fa apprezzare per contrasto i toni pastello, morbidissimi. Grazie per esserti affacciata per un po' dalla casa dalle tante porte! Come ci fossi stata!:)

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    1. I colori degli interni sono splendidi, davvero. Il verde, poi, domina su tutti: era il colore preferito di Virginia. Saluti!

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  8. e quelle lunghe chiome a chi appartengono? :)
    per il resto è vero quello che dice Grazia. è così perfetto, è un post così bello e appagante (nel quale si sente tutto il tuo essere a tuo agio lì) che non c'è quasi da commentare. ti abbraccio :)

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    1. Eh, le lunghe (e perennemente spettinatissime) chiome sono ovviamente chiome papere! :-)

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  9. grazie x il bel racconto e bentornata :)

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    1. Commento qui per entrambe (sei sempre tu, no? o mi sono sbagliata?): grazie!

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  10. Un'idea che mi ha sempre affascinato, visitare le case dei grandi scrittori, anche se finora non l'ho mai messa in pratica. Se poi metterò in pratica l'altra mia idea (diventare io, un grande scrittore) dovrò darmi da fare per rendere un po' più presentabile la mia cadente e disordinatissima stamberga... :-))))

    Bentornata Amica cara!

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    1. Caro Zio, che pensiero lugubre, il tuo: di solito le case degli scrittori diventano luogo di visita (e culto) solo dopo la loro morte.
      Io preferisco che tu ti concentri soprattutto sulla prima parte del progetto, diventare un grande scrittore!
      Baci

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  11. Felice di leggerti, e grazie di avermi fatto visitare questa casa, la trovo molto elegante, deliziosa quella lampada accanto al bellissimo caminetto e splendidi i due piccoli tavoli.

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    1. Grazie, Ruhevoll. Sì, la casa è bella, piena di personalità e di calore.
      Saluti!

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  12. Bentornata e poi in questo modo è stato davvero piacevolissimo ritrovare le tue pagine e la tua presenza.Non mi è capitato ancora di visitare realmente le case ed i luoghi di scrittrici amiche negli anni, solo indirettamente sono entrata nelle loro case, dopo lunghe ricerche per scoprire gli angoli che più avevano amato e già questo mi ha regalato emozioni intense
    A presto
    Adele

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    1. Adele, davvero non hai mai visitato i giardini di cui hai scritto? E a proposito, verrò presto a trovarti per sapere come fare ad acquistare il tuo libro.
      Saluti!

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  13. Sai già che dissento: sei una brava fotografa. Le immagini che hai messo in questo diario sono perfette. Non sono un reportage distaccato e nemmeno un commento troppo coinvolto. Corrispondono al sentimento che hai espresso a parole, di trovarsi a casa anche in un luogo lontano che non si è mai visto quantomeno nella realtà. La realtà, a volte, è molto sopravvalutata. bentornata.

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    1. La realtà, a volte, è molto sopravvalutata: mi piace molto questa tua frase. È fulminea e paradossale, proprio nel tuo spirito.
      Saluti!

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  14. Grazie! Aspettavo con ansia questo post e non mi hai deluso!
    Un bacio

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    1. Lo sapevo che lo attendevi. Son contenta ti sia piaciuto: l'ho scritto pensandoti :-)

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  15. Grazie a tutti per i vostri commenti e soprattutto per la calorosa accoglienza!

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  16. Lo sai che il tuo post mi ha strappato un brivido e mi ha commosso? che posto magnifico, il luogo perfetto dove avrebbe potuto rifugiarsi un'anima complessa come quella della Woolf. Mi capita, quando visito luoghi che hanno visto respirare grandi scrittori o pittori, di sentire un forte senso di smarrimento. L'ultimo l'ho provato a casa di Puccini, a Torre del Lago, sfiorando il suo pianoforte...mi sono sentita stringere il cuore...ma forse perché amo così tanto la sua musica che ringrazio il cielo di averci donato un genio come lui. Stupendo il tuo racconto e le immagini che ci hai regalato. Un abbraccio, Pat

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    1. Sì, Patty, Monk's House è un luogo magnifico dove si respira una quiete di straordinaria dolcezza; lo spettro della morte della Woolf sbiadisce davanti a quel giardino così sereno e curato, a quegli interni verdi e accoglienti. Resta solo, tangibile, la sensazione di trovarsi in un luogo che ha visto molto amore, molta amicizia, molte ore di lavoro intellettuale fruttuoso e geniale e la gratitudine per essere stati messi in condizione di godere di quei frutti meravigliosi - un po' quello che dici tu a proposito del tuo amore per Puccini.
      Grazie per la visita!

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  17. bellissimo e pieno di emozioni.
    emozioni contenute, non so spiegare, una cosa molto in tono con il luogo insomma.
    concordo con quello che scrive la spia sul national trust. ricordo quando sono stata a fare un giro per le campagne inglesi tantissimi anni fa, e queste ville e villone e villette e castelli conservati con amore, come se fosse casa loro, erano un piacere. ho anche un bellissimo libro delle tea-time recipes delle case di campagna del national trust, che rende proprio l'idea di cosa voglia dire per loro accoglienza.

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    1. Che bello dev'essere quel libro! E comunque avete ragione, ragione da vendere, tu e la Spia; basta uscire dall'Italia (diciamo da certa Italia, via; per fortuna esistono anche situazioni virtuose) per accorgersi con quanta intelligenza ci si possa prendere cura del proprio patrimonio artistico e storico.

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  18. Arrivo solo adesso ma i tuoi brividi di emozione sono ancora lì, espressi dalla tue parole. E grazie anche per le foto.

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  19. Guardando quelle foto mi aspettavo di vederla apparire da un momento all'altro mentre levava una foglia gialla da qualche pianta rigogliosa del giardino ombreggiato mentre passeggiava pensosa, o prendeva un libro dallo scaffale in un assolato e silenzioso pomeriggio estivo inglese. Si sente ancora molto la sua presenza, quasi fosse solo assente momentaneamente. Peccato che non vi siate trovate!!! Sarà per un'altra volta! Baci grandi tesoro e grazie delle belle foto!

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  20. Già, peccato non esserci trovate! :-)
    (che bello il tuo commento, bellissimo!)

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  21. Ciao, solo ieri sera sono passata da te e cosa scopro? queste foto? - Ma io questo posto lo conosco - che emozione, non avevo tempo, ma sono tornata da te anche se l'ora era tarda. Sì che lo conosco sai ci sono stata anch'io qualche anno fa, non ero potuta entrata in casa, non era aperta alle visite in quella giornata, ma visto il mio interesse ci hanno lasciato girare nel giardino... il cancelletto, la serra, l'orto, i fiori, il muretto che separa dalla chiesa con il piccolo cimitero... vabbè, non vado oltre ma sento attraverso il tuo scritto tutta la mia palpitazione, se fossi entrata... so che mi sarei ubriacata di lei.
    Avevo visto la sua casa di Londra dove era cresciuta con i genitori, le case a Bloomsbury, quella amata delle vacanze con il faro, ho poi trovato anche la casa di campagna di Vanessa a Charleston e e il giardino del Castello di Sissinghurst di Vita Sackville-West...
    Io allora non avevo ancora il blog, ma forse qualcosa prima o poi posterò perchè era stato per me un viaggio dell'anima.
    Scusa la prepotenza del mio commento, e grazie infinite di avermi riaperto questo cassetto e fatto rivivere le sensazioni di questa emozionante avventura inglese. ;)

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  22. Ciao A, non definirei il tuo commento "prepotente", quanto appassionato - che fa una bella differenza ai miei occhi e mi ti rende molto molto simpatica.
    Anche io ho compiuto il pellegrinaggio londinese d'ordinanza e, anzi, quest'anno, approfittando del fatto che c'erano degli operai che la stavano restaurando, sono entrata anche nel giardino del retro della casa in 22 High Park Gate e ho dato un'occhiata (le altre volte il cancello era chiuso) a quel microscopico, ombroso giardinetto su cui si affacciava il salotto in cui in genere Vanessa e Virginia, da giovani, studiavano.
    Spero nei prossimi anni di vedere St.Ives, Charleston e Sissinghurst e magari anche Knole - la dimora avita dei Sackville West. Nel caso, non dubitare, ne parlerò qui.
    A presto!

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  23. Sono contenta di non aver fatto figuracce, sai quando si viene presi dall'entusiasmo si rischia anche di essere invadenti o ridicoli, ma tu sento che condividi le mie emozioni e le capisci. Bello!
    Anch'io avrei voluto visitare anche Knole, ci siamo arrivati, sulla strada per Sissinghurst, ma era chiuso per lavori... deve essere molto interessante e poi, dopo aver letto "Orlando"... Pazienza, per me non so se ci saranno altre opportunità, ma non si sa mai. Diversamente aspetterò il tuo post.
    (p.s. nella fretta notturna non ho digitato bene, ci siamo già sentite anche su aNobii parlando di orti e giardini)

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  24. emozionanti le foto... è tutto poco "perfido" :)

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    1. Ciao Luca e benvenuto. Si', la perfida Albione e' anche per me assai poco perfida :-)

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  25. Ciao Duck, oggi 25 gennaio, mi faccio un regalo e linko il tuo articolo. Ok?

    Un abbraccio.
    Maria

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    1. Ma certo, Maria! Il regalo lo fai a me.
      Un abbraccio anche a te

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