martedì 16 giugno 2009

Del cantare troppo presto vittoria. Una doverosa postilla

Moby Dick mi ha beffata ancora...

Le croccanti meringhe di ieri, stamane, appena infilate in bocca, si sono trasformate in enormi, gommose caramellone...

Forse ho tardato troppo a riporle in un barattolo sottovuoto, esponendole al calore e all'umidità mentre con la macchina fotografica immortalavo, insieme a loro, la mia ingenua presunzione di esser venuta finalmente a capo di questa caccia infinita?

O la pecca sta da qualche altra parte?

Me lo aspettavo, però...

Di nuovo in caccia.

5 commenti:

  1. senti, Duck, mi spieghi cosa posso fare coi datteri, che me ne ritrovo svariati pacchetti in dispensa? Fatte veloci ricerche su internet, non ho trovato niente di soddisfacente. E niente ingredienti "difficili" che qui a sud, molto a sud, non si trovano. Complimenti per la perseveranza e la qualita'. Scrivere bene, oltre che cucinare bene, aiuta a cambiare il mondo. Ciao. Gargamella

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  2. Ciao Gargamella e grazie per i complimenti.
    Forse sono la persona sbagliata cui rivolgere una simile richiesta, perché non amo i datteri e dunque non sono molto 'ferrata' in materia.
    Le prime cose che mi vengono in mente, però, potrebbero interessarti.
    Una è una tagine (una specie di spezzatino) di agnello (si trova lì?) con datteri e mandorle; l'altra è, ovviamente, lo sticky toffee pudding, che conosci senz'altro e che potrebbe soddisfare il tuo lato gourmand.
    Ora che scartabello tra i miei libri, c'è anche una torta datteri, mele e spezie, che non ho mai provato e che però sembra molto promettente.
    Ti scrivo le ricette?
    Dimenticavo: se le tue scorte in dispensa dovessero essere di una certa entità, potrebbe essere un investimento acquistare 'La cucina del medio oriente e del nord africa' di claudia roden (ponte alle grazie): un bellissimo libro di cucina, e una lettura delle più amene.
    Un abbraccio, a presto!

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  3. che fortuna, mi piace tutto (cibo occidentale, intendo, su ragni ecc. ho delle remore); non conosco lo sticky toffee pudding, e mi pare seducente. i datteri, specie freschi, li metterei dovunque.

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  4. Ciao Artemisia,
    sei davvero fortunata ad amare pressoché tutto. Io da anni porto avanti una difficile 'rieducazione' alimentare, per guarire da alcuni traumi inflittimi da due scriteriati (anche se benintenzionati) genitori, ma ci sono ancora delle cose che proprio faccio fatica a farmi piacere.
    Ma quella dei datteri è una storia buffa, perché la prima volta li mangiai che ero piccola, facevano parte di un cesto natalizio che qualcuno aveva mandato a mio padre. Avevo la febbre quella sera, e, messo in bocca un dattero non me ne piacque la consistenza, che trovai leggermente fibrosa, e l'eccessiva dolcezza. Anche l'aspetto non mi conquistò, e, non avendone mai visto uno prima di quel momento, chiesi a mio fratello Andrea, che ha quasi 10 anni più di me, da dove venissero quei frutti e perché fossero così rugosi. Mi disse che venivano dal deserto, e che erano così avvizziti perché prima di essere confezionati venivano ciucciati dai cammelli. Rimasi piuttosto sconcertata, come puoi immaginare!
    Scherzi a parte, vuoi che ti mandi una ricetta dello Sticky Toffee Pudding? E' una vera bontà; io lo mangiavo sempre nella parte turca di Cipro, in un ristorantino romanticissimo vicino al mare, una vecchia casa di un notabile del luogo (l'Efendi's House) di proprietà di due personaggi da romanzo, due gallesi, marito e moglie, che vivevano lì da 40 anni.
    Nonostante le temperature elevate, non potevo non ordinarne sempre una fetta, da mangiare nel giardino del ristorante, sotto il grande, centenario albicocco da cui pendevano tante lanternine traforate.
    Ricordi, ricordi, ricordi...

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