sabato 7 gennaio 2012

Un altro sguardo: Tiziana Rinaldi

Avere un piccolo negozio on line significa anche, tra le tante cose, entrare in una vasta e multiforme comunità di persone che in rete mostrano e offrono i prodotti della loro creatività.

All'inizio il contatto con questo mondo può disorientare: ci si trova in una galassia immensa e apparentemente sconfinata, con milioni di abitanti.

L'enorme quantità degli stimoli offerti dà alla testa: si possono passare ore e ore in rete, vagando di rimando in rimando, di link in link, ipnotizzati, giungendo quasi alla nausea o alla paralisi: l'eccesso di offerta e varietà può anche avere questi effetti - almeno li ha, di sicuro, su di me.

Col tempo però, magari dopo una pausa di riflessione, si ricomincia a navigare in quella galassia con più calma, con maggiore discernimento, cercando di non farlo in modo bulimico, indiscriminato, superficiale, accumulatorio.

Col tempo, diventa sempre più facile capire quando ci si trova di fronte anime affini alla propria, stimoli di cui si ha bisogno, finestre dalle quali ci si può affacciare per guardare ad altre realtà, o alla nostra, ma con uno sguardo diverso, e si comincia a sentire quanto sia bello essere parte attiva (anche se una piccola, piccolissima parte) di quella grande galassia.

Nasce allora la voglia di conoscere meglio queste anime affini, di parlare con loro, di sapere dove e come lavorano, di invitarle a parlare di sé e soprattutto della loro passione: i racconti che ne escono sono sempre coinvolgenti, interessanti e - almeno per me - di grande ispirazione.

Comincia oggi dunque un'altra rubrica di interviste e la prima non poteva che essere quella a Tiziana Rinaldi: perché in questa galassia quello con lei è stato uno dei miei primi fortunati incontri; perché è anche e soprattutto un'amica, prima che una delle mie artiste predilette; perché nel suo blog è continua fonte di ispirazione, poesia, bellezza e divertita leggerezza; perché è sempre generosa di consigli, incoraggiamenti e stimoli (non ultimo, come molti di voi avranno capito, quello a inaugurare questa rubrica che ricorda e vuole essere un omaggio al suo "Perché a me piace..."); perché, molto semplicemente, è Tiziana.


Dicci qualcosa di te e che cosa fai
Mi chiamo Tiziana, sono pittrice e illustratrice... e sono terribilmente impacciata parlando di me. E allora facciamo così, che mi appoggerò alle tue domande per provare a descrivermi.
Da dove trai ispirazione?
Non c’è qualcosa che mi ispiri in modo particolare, allo stesso tempo tutto mi può ispirare. In effetti, se ci pensiamo, è un fatto misterioso ma vero, che ovunque e in qualunque situazione può accendersi la scintilla che dà energia alla creatività. E dunque: un evento naturale, una vecchia foto, una canzone, una poesia, una frase letta, un’immagine, una persona - specie se ne osservo i dettagli, i silenzi-, brandelli di conversazioni - a volte anche una sola parola captata per caso -, le forme di vuoto che stanno tra le cose... tutto può essere di grande ispirazione se avviene la giusta sinergia, se ciò che abbiamo visto/ascoltato risuona da qualche parte in noi. Al contrario, la cosa più bella ed entusiasmante può non dirmi assolutamente nulla, se non sono ricettiva. Aperta. Disponibile a farmi raggiungere. 
Quando hai capito di aver trovato il tuo personale percorso creativo?
L’ho trovato? Non saprei :) 
Credo sia una di quelle cose che capitano, ma delle quali non siamo completamente consci. Almeno, per me è così, e dunque tuttora non penso di aver trovato il mio percorso creativo personale. C’è quello che faccio adesso, e questo mi piace. Ma, penso, immagino - perché è sempre successo - che cambierò ancora, e dunque cambierà il mio percorso. 
Quali sono state (se ce ne sono state) le difficoltà che hai dovuto affrontare all'inizio? E come hai fatto a superarle?
La mia è una storia particolare. Per un lungo periodo della mia vita ho fatto altro, tutt’altro. Avevo trovato un lavoro, quello che si definisce un buon, anzi ottimo, lavoro come impiegata. Questo mi aveva fatto dapprima relegare in momenti da hobbista, poi quasi completamente abbandonare, le mie aspirazioni più intime, legate all’arte. Le mie difficoltà sono state dunque principalmente dovute al fatto di riconoscere che ero profondamente infelice, in quel lavoro. Mi sentivo prigioniera di una gabbia dorata, dalla quale non credevo di avere i mezzi per fuggire. Ho dovuto cercarli quei mezzi, trovarli, con forza, con tenacia. In alcuni momenti lottando anche contro chi pensava la mia fosse una scelta da folle (e io posso capirli, quei pensieri; ma quando una voce ti chiama forte e chiara, per quanto tempo puoi fingere di non sentirla? e quale sarà il prezzo che poi dovrai pagare per non averla ascoltata?).

Hai mai dei blocchi creativi? E se sì, che cosa fai?
Uh, sì, certamente che li ho. Quando accade vuol dire che sono stata ingorda di informazioni. Mi sono riempita di scorie, guardando troppo, ascoltando troppo, ma soprattutto rimanendo troppo attaccata a internet a osservare immagini su immagini, video su video, e/o leggendo tutto quello che capita di leggere e osservare in rete  - a volte anche contro la mia stessa volontà. Quando è così, perdo il filo con me stessa. Mi spengo. Da ciò si forma il blocco creativo. Per superarlo devo digiunare. Spegnere il computer, smettere di sfogliare tutto quello che mi capita sottomano, smettere di guardare la pur pochissima televisione che vedo e dedicarmi a qualcosa per il quale non occorra pensare. Una lunga passeggiata in un contesto naturale - perché al contrario di ciò che nasce dall’uomo ciò che nasce dalla natura non è mai troppo. La pulizia a fondo di una stanza della mia casa. La cura dei fiori. Fondamentale è ritrovare il silenzio, esteriore e interiore. In questo modo, dopo un po’, riaffiora la mia voce. Riesco a riascoltarmi, e il blocco è superato. 

C'è stata una persona che in qualche modo ti ha fatto da guida, o da modello, o ti è stata di ispirazione?
Come ti dicevo più su sull’ispirazione in generale, anche in questo caso chiunque può essere, ed è stato, di ispirazione. Mi sono di grande ispirazione gli sconosciuti che incontro, per esempio. Su loro costruisco grandi storie interiori (ma penso sia pratica molto comune). Ovviamente, mi sono di grandissima ispirazione quelli che chiamo i miei personali maestri (del tutto inconsapevoli): una manciata di persone sparse tra vita reale e vita culturale, che continuano ad ispirarmi nello spazio e nel tempo, con le loro parole, il loro esempio, le loro scelte. 

In genere come lavori? Come si sviluppa per te il processo creativo? Segui particolari procedure, usi particolari tecniche, hai piccoli riti?
È difficile rispondere a questa domanda... Sai che non saprei, esattamente? Mi rendo conto, ogni volta che mi soffermo a pensare al mio modo di agire in tutti i campi, e dunque anche quello artistico, che molto, forse troppo spazio, è lasciato al caso. Al mistero. O all’inconscio, come vogliamo chiamarlo. 
Non ho particolari riti, se non quello di pulire alla perfezione il mio spazio lavorativo prima di iniziare un nuovo lavoro: deve sparire ogni traccia del lavoro precedente. Dopodiché mi metto lì e aspetto. A volte scarabocchio su qualche foglio, scrivo qualche frase, vado a rivedere vecchi  schizzi che raccolgo in una cartellina, e, in pochi minuti, o in diversi giorni a seconda dei casi, si chiarisce, si illumina, dentro di me, cosa voglio fare e come. 
Il processo è generalmente più lungo se devo creare qualcosa con un senso di aspettativa, ovvero se ho una commissione, che sia di dipinto o di illustrazioni. In quel caso ho dei canoni precisi, delle richieste cui aderire; questo comporta, in un certo senso, meno libertà, e dunque più impegno nel cercare di dire ciò che io voglio dire, all’interno della storia di qualcun altro.
Se invece si tratta di fare qualcosa su mia sola ispirazione il processo è solitamente più breve; a volte si tratta poi di pura sperimentazione, che non richiede dunque molto pensiero, ma principalmente gesto istintivo.

Puoi descrivere brevemente il luogo in cui lavori?
Vivendo in una casa molto piccola, il luogo dove lavoro è una sorta di studio in miniatura. Dove però c’è tutto quello che mi interessa: un tavolo solido e vissuto, una libreria con a portata di mano tutti i libri e i manuali cari, una bacheca per i colori, decine di barattoli per i pennelli, scatole e scatoline per matite, forbici e altri attrezzi del mestiere, tutte le mie carte - sulle quali disegnare o tra le quali scegliere per ritagliare - qualche oggetto caro, ritagli di immagini prese dai miei vecchi quadri, alcune piante, qualche elemento naturale come piccoli sassi, piume, frammenti di corteccia, bacche. 

Come promuovi il tuo lavoro? Hai qualche consiglio in merito?
Uso principalmente la rete: il mio sito, il blog, e da poco tempo i cosiddetti social network. 
Sono conscia che si possa fare molto di più, a partire anche proprio dall’ambito locale, il luogo in cui viviamo. Ma un po’ la pigrizia, un po’ una certa timidezza nell’espormi, non faccio moltissimo in questo senso. Dunque un consiglio che do (e dovrei darlo principalmente a me stessa) è, molto banalmente, quello di creare dei bellissimi bigliettini da visita, e con grande naturalezza, distribuirli ovunque, a chiunque. (Fra l’altro non si tratta neanche di un consiglio mio, ma che ho appreso da Kelly Rae Roberts: una vera maestra nel campo della promozione del proprio biz artistico - definizione tipicamente americana, dell’attività artistico/artigianale quando da hobby, diventa, seppure a piccoli passi e timidamente, lavoro).

Un progetto nel cassetto?
Non mi dispiacerebbe, avendo lo spazio necessario, provare a sperimentare la scultura, o la modellazione. Ho diverse bizzarre figurette che da tempo mi girano attorno e che vorrebbero prendere forma tridimensionale...  

Un sogno?
Il mio sogno è lo spazio. Avere molto più spazio. Un grande studio luminoso. Magari da trasformare in un atelier aperto al pubblico, dove poter finalmente incontrare le persone interessate al mio lavoro, potendole accogliere in un luogo sereno, dove chiacchierare con calma sorseggiando un buon tè.
E poi...
Te, oggi, in 3 aggettivi
Curiosa, solitaria, camminatrice

Te, bambina, in un ricordo o un'immagine
Ero una scimmietta curiosa e acrobatica. Quando non ero intenta a farmi - bonariamente, e per interesse sincero - i fatti altrui - ma anche i fatti di un orologio e i suoi meccanismi, per dire - potevi trovarmi a dondolare appesa a testa in giù dal ramo più alto di un albero.  

Il dono di natura che vorresti avere
Quando vedo le étoiles dei più grandi corpi di ballo, mi dico: eh, però... (con un sospiro lieve).

Forse non tutti sanno che... (qualche cosa di curioso, o di buffo, su di te)
Sono fondamentalmente timida, molto timida. Come tutti i timidi, in situazioni per me imbarazzanti, tipo quando mi trovo a parlare tra molte persone, inizio a farlo a vanvera disquisendo su questo o quello contro la mia stessa volontà! Potreste in quel momento strapparmi qualsiasi promessa, o carpirmi segreti di stato (che per fortuna non ho). Terribile. Al solo pensiero rabbrividisco. Per salvarmi l’unica cosa è evitare di raggrupparmi con troppe persone per volta.

Sul tuo tavolo di lavoro...
A costo di sfatare il fascino degli artisti caotici e disordinati, il mio tavolo è, per una mia forte esigenza, piuttosto sgombro e in ordine. Solo l’essenziale per lavorare e qualche piccolo oggetto bello e propiziatorio, che cambia di volta in volta. In questo momento ci sono tre bellissimi origami dono della mia amica Junko.

Sul tuo comodino...
Una boccetta di olio essenziale (cambia spesso, in questi giorni è lavanda), due taccuini per le annotazioni notturne, libri (del momento, che non riesco a lasciare, che voglio avere sempre sotto mano), la cartolina di un mio quadro, un talismano da sogni. 
(questo sopra, perché poi... il mio comodino ha molti piccoli cassetti... :))

Nella tua borsa...
Non molte cose. Non sono quel tipo di persona che si porta dietro la casa negli spostamenti. Direi che il bagaglio leggero mi si confà di più. Il taccuino e la macchina fotografica (fotografare e annotare sono le mie principali manie) sono gli unici oggetti - in più - che non mancano mai.
Però, se porto via poche cose da casa, ne raccolgo spesso per strada. E dunque è possibile che nella mia borsa ci siano: una foglia, un guscio di conchiglia, un sasso levigato, un piccolo ramo.

Dalla tua finestra...
Un giardino piccolo, ma lussureggiante, misterioso, boscoso, che cambia continuamente nel corso del giorno, nel corso dell’anno.

Prima di spegnere la luce...
Mi guardo attorno. Come per non dimenticare le forme che ho attorno nel buio.

Il tuo motto (se ne hai uno)
In realtà non ho un motto prediletto, né mio né di altri. 
Se una frase mi colpisce - o mi torna in mente - posso adottarla per un po', passando amabilmente da Woody Allen a Dante.
Giorni fa mi è tornata in mente questa, che per l'occasione ti lascio con un grazie, e un saluto ai tuoi lettori: la bellezza salverà il mondo.

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Ecco dove potete trovare Tiziana:

e presto, se si deciderà (e noi tutti speriamo che si decida!), anche su Etsy (vero, Tiziana?)


A presto!

11 commenti:

  1. grazie mia papera generosa e carissima! ho adorato la nostra chiacchierata, essere tua ospite.
    sul "se si deciderà" , ti avverto,potrebbe essere un'arma a doppio taglio.
    potrei trasformarmi in una stalker del "senti maaaaa, come si fa questo? " e "senti maaaaa, come si fa quest'altro?"
    io ti ho avvisata.
    fai sempre in tempo a fuggire, chiudere la mail, cambiare il numero di telefono.
    augh ;)

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  2. Che brava, Duck, sembrava di sapere così tanto su Tiziana, dalle sue parole e dai suoi quadri, e invece con le tue domande sei riuscita a farci scoprire tante cose nuove e aspetti sconosciuti e più o meno imprevisti!

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  3. Timida ma coraggiosa Tiziana. Quanti al giorno d'oggi osano scappare da una gabbia dorata per inseguire le proprie aspirazioni artistiche?
    Mi è piaciuto molto questo
    "Di notte mi metto in ascolto.
    E' bellissimo ascoltare la notte. Avete mai provato?
    A volte l'impressione è quella di percepire il tempo che si muove...
    E dunque la notte fa molto spesso capolino nei miei dipinti.
    Che sono creati a volte, proprio durante questo dilatato tempo blu... "

    Bella intervista Duck. Grazie.

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  4. Bello ri- scoprire Tiziana e capire di più sui suoi sogni e sui pensieri.
    "curiosa, solitaria, camminatrice" , mi pare una straordinaria definizione della sua voglia di fare, di camminare nel mondo e di assimilarne la bellezza. Grazie a tutt'e due

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  5. Che bello! Tiziana anche qui:)
    Piacere di conoscerti, craft-papera:D

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  6. Ohhh, che bella sorpresa la Tiz! Apprezzatissima l'esaustività delle risposte: come ha detto Barbara, sembrava di saperne non dico tanto, ma quantomeno *di più*.
    Un abbraccio ad entrambe, e naturalmente grazie Duck,

    wenny

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  7. @ Tiziana: non vorrei dar via al minuetto del "il piacere è stato mio", "no, più mio" etc etc, ma davvero è stato, è, un piacere averti qui. Quanto allo stalking, vai! Tanto probabilmente potrò rispondere a una domanda su 200 :-)

    @ Barbara e Wennycara: questa intervista doveva, almeno nelle mie intenzioni, riuscire proprio in questo: offrire di Tiziana qualche lato nascosto, rimasto in ombra e però - come tutti gli altri che in tanti conosciamo - incredibilmente interessante. Se ci sono riuscita mi fa piacere; grazie a entrambe per avermelo detto.

    @ Alberto: bellissima quell'immagine di Tiziana che ascolta la notte e in effetti molti dei suoi quadri (e di quelli che io prediligo) sono immersi in un'atmosfera notturna, sognante, incantata, sospesa.

    @ Grazia: quella definizione è bellissima, vero?

    @ Luly: Tiziana everywhere! Piacere mio, benvenuta!

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  8. Per trovare l'ispirazione in effetti è necessario "digiunare". e' l'unico modo per trovare la concentrazione ed il piacere di inventare per riempire, appunto, con forme un vuoto.
    Bellissima intervista e suggestive creazioni. Un caro saluto a te e a Tiziana.:)

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  9. approfitto ancora una volta dello spazio di Duck per ringraziare tutti per i commenti, l'apprezzamento e le parole gentili. grazie davvero :)

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  10. E io sto qui a guardarvi da lontano e mi sembra di conoscerla già anche se non la conosco, la brava Tiziana. Ho un suo disegno in casa, regalo della papera, ed è a me carissimo. Le tre ragazze si chiama ed è più vicino al mio cuore di tante altre cose. Grazie Tiziana, non ti immaginavo così.

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  11. @ Giacy.nta: sì, hai ragione. Il problema è che spesso il digiuno, invece che preparazione alla creazione, può esser vissuto come privazione. Non bisogna cadere in questa trappola.
    Un abbraccio

    @ Tiziana: ed io ringrazio ancora te, in un balletto senza fine :-)

    @ Shishi: che gioia leggere le tue parole, sorella mia.

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