venerdì 26 febbraio 2010

In nome della madre di Erri De Luca

Scrivere qualcosa su un libro come questo è davvero un'impresa.
Non solo perché è un libro compreso in sé e che, a mio avviso, nella sua 'perfezione' non chiede, non cerca, non ha bisogno di altro, men che meno della mia opinione.

Ma anche perché in queste poche pagine quel che si legge è un canto, che unisce in sé il mistero dell'amore divino per l'uomo e dell'accettazione umile e fiduciosa, da parte di quest'ultimo, del peso enorme e a tratti insostenibile che questo amore inevitabilmente finisce per poggiare sulle fragili spalle di un essere umano.

La giovanissima Miriàm è visitata da un angelo che le porta il più inaudito degli annunci. Dio l'ha scelta, tra tutte le donne, per farne la madre del proprio figlio. Miriàm non si chiede perché proprio lei. Nella sua docile forza, Miriàm accetta, china la testa, si arrende al mistero del sacro e al volere divino, si fa strumento, canale, contenitore.

E lo fa con un incredibile, commovente e sublime coraggio, lo fa con quella grazia che De Luca definisce, attraverso le parole dello sposo di Miriàm, Iosef, come "la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi".

Quel Iosef che, dopo un primo comprensibile momento di smarrimento, di sospetto e dubbio, uomo giusto e retto si abbandona con fiducia all'amore per Dio e di Dio e a quello del tutto umano che lo unisce alla sua giovane sposa, perché, dice, "Siamo acque correnti chiamate dal mare a riempirlo, senza possibilità di riuscita, però in obbedienza".

De Luca è poeta, prima che scrittore, e poeta capace di cantare con vivida e sobria commozione la bellezza umile del quotidiano, spesso appannata dalla consuetudine, ma che un occhio attento, insieme compassionevole e lucido, basta a riscoprire (e da questo amore per il quotidiano nascono le straordinarie immagini tratte dalla vita semplice, nuda e cruda, l'attenzione ai dettagli che rendono una storia viva, come se si svolgesse in tempo reale sotto gli occhi del lettore, coinvolgendolo).

A mio parere, De Luca è anche uno dei pochi veri 'saggi' che esistono in Italia al giorno d'oggi.
Un uomo che offre le sue riflessioni con convinzione ma anche senza alcuna traccia di sicumera, con intensità ma senza essere fazioso, che sa indignarsi per le cause giuste e compatire realmente chi merita la compassione degli uomini, che sembra saper sempre distinguere l'essenziale dal superfluo, il luccichio falso e pacchiano dallo splendore vero della realtà.
Un uomo le cui parole non sono mai né superflue, né superficiali, né pronunciate con leggerezza, e hanno sempre e comunque il suono semplice, seducente e terribile della verità.

Per questo, pur essendo uomo, De Luca riesce a cantare con grande semplicità, intensità e rispettosa passione l'amore che come uomo non ha potuto mai provare e non proverà mai, ma che, pure, sembra conoscere bene: quello materno.
Questo libro, infatti, oltre ad una poetica meditazione sull'amore di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio, è anche la storia dell'ennesima, commovente incarnazione, antichissima ed eterna, di quell'amore umano che però ha del divino, quello che unisce una donna al proprio figlio.

La lunga e silenziosa preghiera che Miriàm rivolge a Dio nella notte in cui Ieshu viene al mondo è tra le cose più commoventi e belle che io abbia mai letto.


Erri De Luca, In nome della madre, Feltrinelli 2006.

5 commenti:

  1. oh cara duck! bellissime queste tue parole su erri de luca, da me tanto amato.

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  2. Scrivere di un libro che ci scava dentro qualcosa di grande è indubbiamente un'impresa, che tu - in questo come in mille altri casi - hai compiuto con la consueta bravura.
    Non solo l'amore divino per l'uomo, che ne è una semplice proiezione, ma anche e soprattutto quello di un mortale per un suo simile contiene in sé il mistero del sacro, e ci impone un peso enorme, spesso forse insostenibile, come tutto ciò che viene posato sulle fragili spalle di un essere umano.
    E' vero, diveniamo strumenti, canali, contenitori di qualcosa che - per via delle nostre inevitabili limitazioni di creature finite - non ci è dato di comprendere se non in piccola parte. E il prezzo da pagare è molto spesso una straziante sofferenza.

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  3. Cara,
    Tra tutti i tuoi post sui libri questo e' in assoluto quello che piu' mi e' piaciuto. Anche io amo De Luca, anche se non sempre mi pare di poterlo comprendere a fondo. Grazie perche' quello che scrivi da voce a sensazioni difficili da esprimere. A presto Cagozzi & Co.

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  4. Erri de luca è oò mio scrittore preferito...amo il suo stile asciutto e profondo... e tu hai saputo scrivere di questo libro.. con grande garbo. brava.

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  5. @ Simoff: grazie e benvenuta. Son passati dei mesi dalla lettura di questo libro, ma la ricordo ancora con grande emozione. Saluti!

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