
Mi interrogo da tempo sul nesso, doloroso e inquietante, che sembra spesso esistere tra una particolare sensibilità - soprattutto musicale - e una decisa tendenza all'autodistruzione.
Come se questa sensibilità mettesse in contatto, oltre che con la bellezza e con la ricchezza della vita, anche con il suo dolore e il suo orrore.
Come se essa, ad un certo punto, non sostenesse più il suo proprio peso e la sua propria profonda intensità e decidesse di ottundersi, inesorabilmente, crudelmente.
La storia della musica è tristemente affollata di uomini e donne che un incredibile talento, l'amore delle folle, l'acclamazione della critica non sono riusciti a salvare dal bisogno oscuro e terribile di annullarsi.
Alcuni sono entrati nella leggenda, altri no.
Alcuni si sono salvati, più o meno bene, e hanno scelto di vivere.
È ciò che sta cercando di fare Cat Power.
Con tutti i fantasmi che si porta dietro, tutto il dolore che ha accumulato negli anni, tutte le insicurezze e le fragilità della sua ricca e complessa personalità.
Ed io ne sono molto contenta.
(Grazie a Manusa)
Che scoperta ! Che emozione
RispondiEliminaE' come se toccasse la parte più fragile, più indifesa di noi tutti.
Non la conoscevo : grazie
@ Grazia: Sì, credo tu abbia colto perfettamente la malìa che esercita - almeno su di me e, a questo punto sembra anche su di te - questa cantante. Esponendo sinceramente e con disarmante candore la sua fragilità, tocca quella di tutti.
RispondiEliminaUn abbraccio
Parole intense e che fanno riflettere più del solito (parlo per me stessa, naturalmente), quelle che hai usato in questo post.
RispondiEliminaPungono.
Un caro abbraccio,
wenny
bel post.
RispondiEliminatoccante.
come Cat.
grazie!
;)
@ Wenny: Le parole pungono perché nascono da riflessioni molto sofferte anche se, per fortuna, non legate alla mia esperienza personale.
RispondiEliminaGrazie per le belle parole, un abbraccio anche a te.
@ Manusa: Grazie a te, che mi hai fatto conoscere questa musica.