giovedì 2 giugno 2011

Che cosa combino nella stanza accanto: processi creativi erratici

Ma quanto mi piace passare i pomeriggi nella mia stanza, il tavolo da lavoro ingombro fino all'inverosimile di perle, perline, fili, pinze e tronchesini, cercando di ritrovarmi tra le mani qualcosa che mi piaccia.

A volte, ma è raro, parto con un'idea già in testa - idea che, come spesso accade, esce fuori così, inopinatamente, nei momenti meno opportuni, ultimamente soprattutto all'alba: mi sveglio e penso qualcosa tipo "Ecco come fare!" - e c'è solo da raccogliere tutti gli ingredienti necessari e mettersi al lavoro assemblandoli.

Per lo più, però, l'idea è vaghissima e magari si limita a un colore, oppure ad un particolare tipo di perla che voglio usare ma non so come e per cosa e con che cosa.

E allora il processo è tortuoso e assolutamente non lineare e a volte è questione di aggiustamenti minimi, ma necessari: quella perlina che invece di star qui è meglio stia lì o accanto a quella e non a questa, un cordino invece di un altro. 

Ma non è facile capirlo subito, o almeno non lo è per me, e a volte per fare un paio di orecchini ci metto anche una settimana di tentativi anche perché accosto, provo, faccio, sfaccio, riprovo, riaccosto, metto al collo e alle orecchie, valuto, giudico, smonto e ricomincio e nel frattempo vado in cucina, faccio merenda, vado nello studio della Spia a fare quattro chiacchiere, do l'acqua ai fiori, carezzo le gatte, cucino, parlo al telefono con qualche amica, insomma, vivo.

Vorrei avere dei processi creativi più lineari, più disciplinati, meno casuali (e soprattutto meno dispersivi e che richiedano meno tempo) ma pare per me sia assai raramente possibile. E pace, esistono problemi più seri.

Ieri pomeriggio, comunque, ho avuto una di queste "sessioni" creative intensive, a metà della quale sono dovuta uscire per andare dal ferramenta, il mio ferramenta di fiducia, dove quando arrivo i commessi fanno finta di imboscarsi perché li faccio diventare matti.

Spesso non conosco il nome di ciò che voglio, o se lo so lo so in inglese e allora cerco di descriverlo, con risultati che vanno dal surreale allo psichedelico; a volte, invece, semplicemente non so che cosa voglio e vado dal ferramenta in cerca di idee ed è in questa versione, soprattutto, che divento particolarmente molesta e nociva per i poveri commessi.

In entrambi i casi, questi commessi con me sono tanto pazienti, ma pazienti che non vi dico, e sempre molto sorridenti, di quei sorrisi che in genere si riservano alle vecchiette svaporate che si capisce non vogliono tormentare nessuno intenzionalmente, però finiscono per farlo, e con metodo, caparbietà, costanza.

E poi arriva sempre il momento in cui sfoggiando io il mio miglior sorriso chiedo "Non è che mi farebbe passare dietro il bancone che da qui non vedo bene?" e allora davanti a tutti quei cassettini pieni di robine interessanti mi sento un po' come quando sono in libreria e tutti quei libri, quella scelta quasi illimitata, mi mettono letteralmente in uno stato di frenesia euforica. 

Tantissime idee mi vengono in mente quando sono dal ferramenta e se non mi vengono (ma è raro), mi viene sicuramente il buonumore - che è persino più importante, a volte, delle idee.

Come che sia, alla fine sono tornata a casa e ho capito che cosa mancava alla collana che stava cercando di materializzarsi sul mio piano di lavoro: delle schegge di pietre dure zambiane, che ovviamente non ho preso dal ferramenta, ma che con quello che ho comprato lì e certe perle strane di vetro grigio acquistate non ricordo nemmeno dove secondo me stanno molto bene.

Eccola qui, la collana che volevo.
Una con granati per me e una con ametisti per lo shop.


15 commenti:

  1. Ecco cosa combini nella stanza accanto: delle gran belle "combinazioni" di fantasia e di abilità.
    E il negozio di ferramenta ... Sai che qui non esistono più. Bisogna andare in un grande magazzino, da Brico, ma non è lo stesso e non ti fanno nemmeno passare dietro il bancone:dommage !
    La collana, ovviamente, è stupenda (e la modella pure. Un abbraccio
    g

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  2. A. eccola che arriva
    B. io vado a finire l'inventario
    A. No, aspetta, che devo andare in bagno, servila tu
    B. ma sarai mica matto ? Io oggi ho già servito due vecchiette svaporate, ho mica fatto voto, eh ?
    A. "Buongiorno :))) come posso esserle utile (grrrrrr)"

    Però dico, chi se ne frega, in special modo se poi arrivano queste creazioni ad affacciarsi alle finestre di questo blog, no ?

    P.S. Io questi processi creativi li lascerei proprio così come sono, un po' contorti, che si fanno strada per infiniti tentativi, con quel tantino di logorante e ossessivo che dà in testa, insomma... creativi !
    Un bel bacio

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  3. E' dello stile che più mi piace. Pietre, metallo, linee definite e contorni grezzi...Un mondo in una collana.
    Se vuoi compiacere l'incontinente negoziante, di' pure da parte mia che i suoi bulloni ( spero interpreti il termine nell'accezione più stretta...) sembrano firmati tanto son belli. :-))))

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  4. Fantastica collana, Duck! E ti devo dire che mi ritrovo molto, moltissimo nei tuoi processi creativi! Anche per me funziona così: a volte delle sessioni creative intense e produttive di ore, che mi lasciano sfinita ma soddisfatta; altre volte i dipinti nascono un po' per caso, un pezzo alla volta, quasi distrattamente... ma non sempre l'intensità creativa corrisponde a un prodotto migliore, o viceversa. Semplicemente la "musa" decide lei, e noi dobbiamo solo fidarci e lasciarci trasportare... è una forza che non possiamo controllare o costringere in un pensiero razionale e organizzato: la faremmo morire... ed in fondo è bello così, come dici tu: vivere nel frattempo, far sì che questa creatività sia parte concreta della nostra vita fatta anche di altre cose. Un abbraccio, e ancora un "bellissima" alla tua collana (quella che ho già me la sto godendo tantissimo!)!

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  5. Il risultato è speciale. Veramente belle le tue creazioni, cara Duck!
    Ciao,
    Lara

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  6. ma quanto pesano???? szzzate a parte: bella.s

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  7. Quando si dice una giro di "vite" alle collane pacchiane! Questa ha carattere da vendere!

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  8. Mi piace la collana , ma mi piace tanto il racconto , mi sembra di essere lì a bere una tisana di melissa.

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  9. @ Grazia: da piccola i negozi di ferramenta mmi mettevano tristezza, sai? Forse perché sono tutti un po' bui, polverosi, pieni di roba ed assomigliano - molti - a delle botteghe di rigattiere. Adesso trovo molto triste che vengano sostituiti da quei grandi centri come Brico. Lì si perde un po' il lato umano, forse, e di commessi pazienti da far ingrullire, secondo me, ce ne sono pochi!

    @ Marilì: che ridere il tuo dialogo, immagino sia molto simile a quelli che in realtà ci sono tra le mie "vittime". Hai usato due aggettivi ("logorante" e "ossessivo") che temo si attaglino assai ai miei processi, non solo creativi, ma ahimé, mentali tout court. Bisognerebbe solo imparare a disciplinare meglio tutta questa tonnellata di energia "impazzita". Hai detto niente... ma ci si lavora! Un abbraccio

    @ Giacy.nta: riferirò senz'altro i tuoi complimenti, sono sicura mi faranno perdonare di molte mezzore di torture!

    @ Cristina: grazie, quello che hai scritto dovrei ricopiarlo in bella grafia e farci un cartello da attaccare nel mio studio, da rileggere nei momenti di scoramento. Sono contenta che tu ti goda la tua collana. Baci

    @ Lara, Stefano, Nela San: grazie! La creatura non è leggerissima, ma è assolutamente portabile. A me piace molto indossare collane "sostanziose", ecco!

    @ Vitamina: è bello se sono riuscita a farti sentire così, grazie per avermelo detto.

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  10. CIoa cara Duck...

    Oh...eccomi finalmente, ora scorribanderò sul tuo blog...intanto ho già visto una ricettina sfiziosa ed a quest'ora è il massimo...ed anche la collana è un tripudio di fantasia...

    Ah...ecco vedi con questo broswer dovrò fare un escamotage...

    Baciotti...cara e buon WE...NI

    www.teddybearshouse.com

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  11. Quanto mi piacerebbe vederti lavorare cara Duck! Le tue creazioni sono splendide e la tua creatività lo è ancora di più!

    un caro saluto

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  12. La collana mi piace da impazzire e devo confessarti che il ferramenta è uno dei miei negozi preferiti..quel senso di euforia lo conosco bene!! I grandi negozi del fai da te sono il mio vero paradiso..prima o poi anche io avrò il mio studio..è il mio desiderio..oddio adesso che l'ho confessato non si avvererà?!!
    Un abbraccio Duck,
    fede

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  13. @ bear's house: benvenuta e grazie per la visita!

    @ Iulia: come ho già detto altrove, non so quanto sia edificante lo spettacolo da me offerto quando sono al mio tavolo da lavoro: a volte sembro un'erinni infuriata, per lo più canto e parlo da sola - chiedere alla Spia! Un caro saluto anche a te

    @ Federica: allora non sono l'unica ad avere questa insana passione per i negozi di ferramenta. E comunque non ti preoccupare: ci vuol ben altro perché un desiderio non si avveri. Io faccio il tifo per te! Saluti

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