martedì 1 giugno 2010

Di vecchie cartoline e prozie e di un viaggio


Le papere, si sa, viaggiano spesso - anche quando ne farebbero volentieri a meno.
Ciò non toglie che i loro viaggi, a volte, possano anche essere estremamente piacevoli, soprattutto se ad attenderle ci sono persone e luoghi molto amati.

Prima di lanciarmi nel delirio dell'ennesimo trasloco (il sesto in dieci anni!), mi prendo una vacanza nella 'mia' città.

Dico spesso che potrei finire per fare come Stendhal, che sulla sua lapide volle scritto solo il suo nome e sotto: 'milanese'.

Ecco, io mi sento milanese come ci si sentiva Stendhal, che in quella città trovò amici, amori, arte, musica, ispirazione.
Io, a parte l'ispirazione, ci ho trovato tutto il resto. Non è poco.

Vi lascio con alcune vecchie cartoline milanesi, una pubblicità della Pasticca del Re Sole: sul retro si leggono buffi slogan, tipo: "La Pasticca del Re Sole è da raccomandarsi agli Artisti e agli oratori", oppure: "Le pasticche del Re Sole son le sole per i Re!", e ancora: "La Pasticca del Re Sole!... non ne trovai una migliore!". Ma la mia preferita è senz'altro questa: "La tosse diventa un'opinione, quando c'è la Pasticca del Re Sole!".

Questi piccoli gioielli appartengono alla mia personale collezione di vecchie cartoline della zia di mio padre, la mitica zia Lina, che conservava qualunque cosa: biglietti del tram, cucchiaini di plastica dei gelatai, scontrini, volantini pubblicitari, cannucce e che, ovviamente, ha lasciato tonnellate di fotografie e di cartoline acquistate nelle sue frequenti peregrinazioni: pur nei limiti imposti dal suo sesso, dai tempi e dalla sua educazione borghese, la zia Lina veniva spesso presa da inquietudini romantiche e nomadiche che sfogava viaggiando, preferibilmente sola.

Un personaggio, questa zia. Magari un giorno ve ne parlo.

A presto!

8 commenti:

  1. “La zia Lina e le sue inquietudini nomadiche”. Questo sì che mi sembra un buon titolo. Dai, parlacene…
    Buona vacanza milanese!

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  2. nella casa di campagna, cassetti pieni di vecchie cartoline, accumulate da una mamma sognatrice che voleva sempre partire; da ragazza le collezionava in album in perfetto stile anni venti e trenta del secolo scorso. quelle però non di viaggi, ma disegnate (olandesine, venezia, dame, lune piene, tutto un repertorio di quegli anni) compagne della mia infanzia. ogni tanto mi propongo di postarle :)

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  3. Divertiti e goditi il sole che finalmente e' arrivato anche al Nord :D

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  4. che combinazione! anche io ultimamente ho ritrovato vecchie, anzi vecchissime foto di avi sconosciuti che mi guardano da un temo remoto... buon proseguimento di settimana,
    t.

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  5. ciao duck, spero che ti venga ispirazione per parlarne prestissimo di questa zia...io da una zia altrettanto conservatrice ho recuperato vecchie foto incredibili, racconti, aneddoti...a volte davvero sono persone preziose per arricchirci la vita

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  6. Primo: bellissimo questo post, fotografico e familiare.

    Secondo: ti ho citata nella classifica dei libri di oggi :-)

    Giornate belle a te, cara
    Alf

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  7. Bellissime queste cartoline..chissà quante cose e quanti racconti da una zia così moderna, ma un tipo così pieno di "inquietudini" e conservatrice di tutto non scriveva un diario per conservare anche i ricordi?

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  8. @ Barbara: Prima o poi scriverò di questa mia prozia, di quel poco che so di lei (è morta che ero molto piccola), ma soprattutto posterò una serie di fotografie, sue e di sua sorella, la mia nonna paterna, che ho sempre trovato stupende.

    Da tempo ho in mente, come Artemisia, di postare anche quelle cartoline dipinte (le ho anche io! quelle con le papere, le olandesine con gli zoccoli, i barconi sul fiume, i cagnolini etc. etc): alcune sono dei capolavori di ingenuità.

    @ Anna: Benvenuta! Che piacere averti qui! (Ho visto finalmente come sei nella foto del tuo profilo. Che bello vederti!)

    @ Donatella: hai ragione; peccato io ne abbia potuto approfittare così poco.

    @ Alf: che onore! Sono passata a farti visita.

    @ Federica: Forse è esistito un diario della zia Lina; che io sappia, però, non ne ha mai avuto uno. I suoi diari di viaggio erano buste piene di biglietti, cartoline, cartine stradali, tutte diligentemente archiviate. Quel che ho io è una frazione infinitesimale di tutto quello che accumulò durante la sua lunga vita.

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