Fu una folgorazione.
Scoprii un nuovo amore - e capii due o tre cose fondamentali sul mio fidanzato di allora che, mentre io vivevo un'esperienza che oserei definire trasformatrice e catartica, si addormentò seraficamente sulla poltrona (probabilmente sognando la sua moto).
Scoprii di amare quella particolare sensibilità, quello stile, quel mondo di storie e quel modo di raccontarle che solo i cineasti di scuola francese hanno.
Quel tocco delicato, a tratti ironico, a tratti elegiaco, ma raramente sentimentale, speziato da dialoghi spesso di grande raffinatezza e intelligenza (e un filo di snobismo, diciamolo), anche nel caso di belle commedie spensierate.
E poi scoprii di amare le attrici francesi, se non tutte bellissime (ma molte lo sono) tutte comunque interessanti, con quel fascino indefinibile, quell'eleganza tutta loro, quello stile riconoscibile ovunque che è tipico di quella categoria a parte nell'universo femminile che per me è la 'donna francese'.
Tutte le volte che sono andata a Parigi, oltre a bearmi dell'indubbia magnificenza della città, sono sempre rimasta affascinata dalle donne che camminano per le sue strade: ognuna con un suo personalissimo incedere, un suo singolare modo di indossare il foulard o il cappello, di far dondolare la borsa dal braccio, di sistemarsi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
A me sembra che a Parigi non esistano donne banali.
Anche la musica, nei film francesi, è spesso assolutamente di mio gusto.
In Un coeur en hiver, essendo i protagonisti una violinista e un liutaio, essa è fondamentale, direi quasi un personaggio a tutti gli effetti: con la sua presenza segna e commenta lo sviluppo della storia, riflettendo quel complesso gioco di sentimenti che Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart ed André Dussollier (quest'ultimo una mia grande passione) sono così bravi ad esprimere con la loro recitazione intensa e al tempo stesso misurata.
E poi, come non innamorarsi di questo Trio di Ravel?
Buona domenica!
e' una delle sonate preferite..troppi pensieri e ricordi legate ad essa....
RispondiEliminaChapeau madame!!!
Clelia
Devo ammettere che con quel film io mi sono innamorata con un amore elegantemente impossibile di Daniel Auteil .Per questo -e non solo - amo il Trio di Ravel e continuo a sognare...
RispondiElimina@ Clelia: anche a me questa musica evoca pensieri e ricordi (e non tutti allegrissimi, per dirla tutta). Ma è talmente bella che continuo ad ascoltarla.
RispondiElimina@ Grazia: in effetti fu ben difficile per me ventenne decidere se innamorarmi di Daniel Auteuil o di André Dussollier: il personaggio del primo era irresistibile nel suo gelo sentimentale che non riusciva a sciogliersi; ma il secondo finì per conquistarmi per la sua ferma dolcezza e ancora adesso, che è un attore canuto e appesantito dagli anni, ogni volta che lo vedo in un film divento irragionevole.
Ieri pensavo lo stesso dopo aver visto in dvd un film europeo (eureka in questa terra di monopolio cinematografico americano !) - I've loved you so long di Philippe Claudel e con un'attrice stupenda - Kristin Scott thomas.
RispondiEliminaI dialoghi, il tempo, le atmosfere ... "le raffinement" ! altre priorita cinematografiche che sono anche il riflesso di un'altro stile di vita , diverso dal americano, e che speriamo che continui cosi !
@ Vera: sì, è vero, il cinema europeo è il riflesso di un altro stile di vita, di altri valori. Non che il cinema americano sia tutto da buttare. Ma è così raro che io mi emozioni davvero per un film d'oltreoceano. Saluti!
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