Ricordavo di lui ciò che ne avevo studiato all'università, qualche etichetta con la quale la critica lo ha sempre classificato ("l'anti Montale", per esempio) e alcuni particolari curiosi della sua biografia.
Ecco che cosa ne dice Giacomo Debenedetti nel suo Poesia italiana del Novecento:
Sandro Penna è nato a Perugia nel 1906. Si è diplomato in ragioneria. Pare che, da principio, abbia anche fatto il contabile o il ragioniere; ma è molto difficile essere sicuri delle notizie che egli dà di se stesso. Nel raccontarsi, nel parlare della propria vita, pare che si consegni con disarmata innocenza all'ascoltatore, meravigliandosi di ciò che gli è accaduto e sicuro che anche gli altri si meraviglieranno, come se quei fatti comuni avessero qualcosa di incredibile o di paradossale. Nello stesso tempo, in quegli accenni sparsi e discontinui che egli dà sul proprio conto, sembra che si sottragga e si mitologizzi. È come dire?, cronistico ed evasivo. Si sa invece, con certezza, che fece per un certo tempo il commesso in una libreria di Milano: questo è sicuro, perché quell'impiego gli fu procurato da Sergio Solmi. Adesso, da molti anni, Penna vive senza un'occupazione fissa. Dopo la guerra se l'è cavata con un po' di borsa nera: sigarette, saponi, vestiario americano ma anche libri, specie le edizioni allora rare della "Pléiade", che amici francesi gli mandavano a prezzi di favore e senza dogana. Civetta con gli editori, a cui promette le sue raccolte, poi tergiversa, le muta, le pubblica in parte presso altri. (...) Ultimo particolare biografico da ricordare è che Penna, ogni volta che lo si incontra, si dichiara affetto da gravissime malattie che a un altro lascerebbero forse pochi mesi di vita. Oltre che gravi, sono anche malattie piuttosto rare nelle loro complicazioni. Citiamo questo fatto che può sembrare pittoresco, perché non costituisce la banale "fuga dalla malattia" che ne sarebbe l'interpretazione psicologica più ovvia, ma perché ci pare una raffigurazione mitologica di quel suo essere nella vita, sottraendosi alla storia, con quel diritto di assenza, di esenzione dalla storia, di non partecipazione alla storia che hanno i malati.
E poi, avevo ben impressi nella memoria alcuni suoi versi indimenticabili, per esempio questi:
Un dì la mia vita era beata.
Tutta tesa all'amore anche un portone
rifugio per la pioggia era una gioia.
Anche la pioggia mi era alleata.
(da Una strana gioia di vivere {1949-1955})
quel "anche la pioggia mi era alleata" soprattutto mi ha sempre incantato: esprimere in così poco quel senso di onnipotenza, di assoluta e inebriante fusione con la vita che si sperimenta quando, per così dire, si vive d'amore, ha del miracoloso.
Sono altri, però, i versi che ho scelto per questo mercoledì.
Son versi famosissimi che da molti anni mi accompagnano ma che forse solo oggi cominciano a mostrarmisi chiari e preziosi e veri, un distillato felice, leggerissimo e insieme straordinariamente denso di una grande, paradossale, irriverente saggezza.
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
(da Appunti {1938-1949})
Sandro Penna è morto nel 1977.
Nel volume della Garzanti che tutte le raccoglie, la sua ultima poesia, dedicata ad Eugenio Montale, si chiude così:
E io non mi ricordo più chi sono.
Allora di morire mi dispiace.
Di morire mi pare troppo ingiusto.
Anche se non ricordo più chi sono.(da Il viaggiatore insonne {1977})
Sandro Penna, Poesie, prefazione di Cesare Garboli, Garzanti 1989.
Giacomo Debenedetti, Poesia italiana del Novecento, Garzanti1993.
Grazie tante,Duck. Sai quanto io ami Sandro Penna e quella che tu citi è la poesia che ho messo per prima tra i miei "pensieri".
RispondiEliminaLe cose che tu scrivi, i tuoi commenti alle sue poesie mi fanno capire, una volta di più, come sia profonda la tua sensibilità e quanto sia bello leggerti e averti per amica.
Evviva Sandro Penna !
Vedere un Angelo finire in una stanza così mi commuove ancor più che indignarmi. Così come mi commuovono i suoi versi.
RispondiEliminaGrazie, a lui e a te!
Si, chi è diverso essendo egli diverso, può," seduto su un letto-cuccia, perennemente sfatto" con " uno sguardo insieme avvilito e fermo" lanciare "un guizzo di divertita sfida " come chiedendo "E allora?".
RispondiEliminaHo letto recentemente di Sandro Penna una raccolta di prose autobiografiche.
Voglio lasciarti qui un passo che avevo sottolineato, tratto dal racconto di una passeggiata notturna:
" Il mormorio del fiume è certo più bello di quello delle grandi fontane di San Pietro. E' quella cosa uguale in tutto il mondo dal priincipio del mondo. E bello è pensare che se di giorno esso parla ugualmente, e nessuno può udirlo, sembra soltanto la sera ritrovare la sua vera ispirazione, scriverla quasi, ed essere ascoltato."
Bellissimi i versi che hai scelto per noi, grazie davvero!
RispondiEliminaFelice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
..wow!
Scusami, ho dovuto riscriverli perchè ne sono rimasta stregata. Me li segno subito sull'agenda.
Come sempre, grazie di cuore cara Duck.
@ Grazia: sì, sapevo che ti avrei fatto felice scrivendo di Penna. Mi è piaciuto pensare a questo post anche e soprattutto perché mi ha fatto pensare a te.
RispondiElimina@ Zio Scriba: io penso che Penna fosse segretamente "persuaso" (direbbe Magris) della sua vita e del modo in cui la visse, fino all'ultimo. Ciò mi ha sempre impedito di provare compassione per lui, anche se molto - di lui - mi rimane incomprensibile.
@ Giacynta: bellissima quella citazione di Penna: la traccia di un pensiero e di un sentire davvero inusuali e raffinatissimi. Mi hai dato un ottimo spunto per prossime letture, grazie.
@ Iulia: grazie a te, Iulia. Non puoi immaginare quanto piacere mi faccia sapere che mi leggi con la disponibilità e l'apertura che ogni volta manifesti nei miei confronti.
Esiste anche un Penna solare e gioioso e passionale , che è poi quello che amo di più. Mi hai stimolato a rileggerlo. Te lo riporto come un ringraziamentto in due piccoli gioielli:
RispondiEliminaMORALISTI
Il mondo che vi pare di catene
tutto è tessuto d'armonie profonde
e poi
Dacci la gioia di conoscer bene
le nostre gioie, con le nostre pene
Ciao, Gil
@ Gil: due gioielli, veramente. Mi piace moltissimo la prima, soprattutto. Grazie per averle scritte qui.
RispondiEliminaquesto post mi ha colpito profondamente.
RispondiEliminagrazie duck...
Mmm. Tu mi preoccupi!
RispondiEliminaSembra scritto proprio per me questo post: le parole di Penna le sento perfettamente aderenti alla mia condizione attuale, tanto che un pò mi spaventa. Quant'è vero quello che dice.
L'ultima fotografia è di una bellezza mozzafiato, credo che la salverò sul pc.
Grazie cara A..
A presto, spero!
wenny
C'e' uno strano sapore paesano in queste poesie, mi sembrano le rime di un nonno di campagna... che strano!
RispondiElimina@ Gaia: spero ti abbia colpita ma non turbata, o quanto meno non in maniera sgradevole. Un abbraccio
RispondiElimina@ Wenny: sto cominciando anche io, come la cara Tiziana, a sviluppare capacità paragnostico-medianico-stregonesche e a leggere nella mente dei miei lettori?
L'ultima foto è davvero bella, vero? Ha un'espressione così dolente ed enigmatica. Un bacio
@ Alessandra: la grandezza di Penna - un po' come quella di Saba, per certi versi - è stata per me proprio questa: scrivere versi di semplicità e purezza assolute, che arrivano dritti dove devono arrivare, senza ermetismi e cerebralismi di sorta. Ma dietro ci sono una tecnica e un lavoro formale immensi, una ricerca continua dell'essenziale.
a volte ho difficoltà a rispondere a questi tuoi bellissimi spunti. può capitare perché conosco poco l'autore, può capitare perché quello che hai scritto è già così armoniosamente completo che non sento il bisogno di dire altro. ecco, in questo caso si uniscono le due opzioni: non conosco bene sandro penna, ciò che hai scritto è così bello che... cosa potrei dire di più? e allora perché scrivi, mi dirai! ;)
RispondiEliminaperché a volte invece, pur non avendo niente da aggiungere mi viene voglia di esserci. e fartelo sapere. mi viene voglia di dirti che leggo sempre. e di ringraziarti per tanta bellezza.
(nelle immagini mi ricorda un po' la stessa sfrontatezza di alda merini)
un abbraccio!
@ Tiziana: come "e allora perché scrivi?". Ti pare che potrei pensare una roba del genere? Giammai! È una tale gioia trovare i tuoi commenti, di qualsiasi tipo essi siano, e sapere che vieni qui con piacere.
RispondiEliminaUn abbraccio anche a te!
(è vero; Penna e la Merini hanno qualcosa di molto simile, di molto vicino)
Ciao,
RispondiEliminagrazie mille per essere passata dal mio blog :D Carinissimo anche il tuo, e molto interessante anche questo post! :D
ho visto che hai anche tu un Etsy shop :D
@ Rely: benvenuta e grazie per essere passata di qui. Ti terrò d'occhio!
RispondiEliminaGrazie per questo omaggio a Penna, ci si dimentica troppo presto dei poeti è stato un piacere ricordarlo
RispondiEliminabello questo post!
RispondiEliminaciao
Grazie Peppe!
Eliminaoh non ti dare arie di superiorità
RispondiEliminauno sguardo solo io vidi
degno di questa
era un bambino annoiato
in una festa
L'ho ricordata a memoria spero in modo corretto
Mi piacerebbe un commento a felice chi è....
Sì, Marilena. L'hai citata a memoria e in modo corretto (ho controllato su google - vorrei poter millantare una conoscenza approfondita di Penna o una memoria prodigiosa, ma, appunto, sarebbe un millantare mie doti inesistenti).
EliminaGrazie per il tuo commento!