domenica 13 febbraio 2011

Sunday Music: La banda dell'ortica - Enzo Jannacci

La Spia mi prende spesso in giro perché, lui escluso -  ovviamente - in fatto di uomini ho gusti, a suo parere, piuttosto eccentrici.

In effetti, chi mi conosce conosce anche la mia passione per alcuni rappresentanti del sesso maschile che notoriamente non rientrano nelle classifiche degli uomini più desiderabili del pianeta.

Nella mia personale lista, infatti, ai primi posti non si piazzano né Johnny Depp (per quanto...) né tanto meno Brad Pitt, ma nemmeno il già più simpatico George Clooney.

Non starò qui a far l'elenco degli uomini improbabili che popolano la mia fantasia, molti dei quali, tra l'altro, deceduti (ho un debole per gli attori del vecchio cinema americano). Posso dirvi, però, che Enzo Jannacci è uno di questi (e questo vi dirà molto e vi indurrà a pensare che, tutto sommato, la Spia ha forse dei buoni motivi per rimanere perplesso di fronte ai gusti della donna che lo ha scelto come suo compagno) e quando canta questa canzone, poi, lo trovo assolutamente irresistibile.

Trovo irresistibile la sua ironia stralunata, la sua pudica tenerezza, quel suo modo di fare che lo fa sempre assomigliare a qualcuno appena caduto qui sulla terra da qualche pianeta lontano e assurdo, e quella spudorata e scatenata goffaggine nel modo di muoversi sul palco mentre canta a squarciagola. 

Ogni volta che lo vedo in tv o lo sento cantare, mi viene in mente un'espressione che trovo bellissima, che la suocera usa per descrivere qualcuno che le sta molto simpatico ma l'è minga trop giüst, e anzi, proprio per questo le piace: è un sacramento di uno.

Posso essere anche di pessimo umore o arrabbiata con lui; la Spia lo sa che basta che da dietro gli occhiali mi sorrida e accenni a canticchiare "perché a vederci non vedeva un'autobotte, però sentirci ghe sentiva un accident" e può chiedermi (quasi) qualunque cosa.

Buona domenica! 
(Ci vediamo in piazza?)











13 commenti:

  1. La Spia (oggi costretta a manifestarsi in forma anonima perché non riesce più a usare il suo account di Gògol) è naturalmente più che lusingata da questo bellissimo post che gli ha fatto fischiare le orecchiuzze pelose. Nel leggere quel "l'è minga trop giüst", tuttavia, si è chiesto il motivo dell'inciso "lui escluso" che lo ha fatto sentire un po' escluso.
    E poi, sperando nella comprensione dei "diversamente milanès" che leggono, ti regala quest'altra perla jannacciana che lui ascoltava sempre quand'era piccolo, tanto da produrre profondi solchi di natura quasi mai artistica nel disco della suocera (purtroppo il video è penoso, ma pare non ce ne siano altri disponibili).
    http://www.youtube.com/watch?v=bx2cUDgVnpE&feature=related
    (The Spy)

    Quel che sunt drè a cuntav l'è ona storia vera
    de vun che l'era mai stà bon de dì de no.
    E s'eren conussu visin alla Breda
    le l'era de Rogored e lu el su no.

    Un dì lu l'aver portada a vedè la fera
    la gh'aveva un vestidin color de tra-su
    disse vorrei un kraffen oh... non ho moneta
    Pronti, el g'haa dà des chili e l'ha vista pu.

    Andava a Rogoredo e cercava i so danée
    Girava a Rogoredo el vosava 'me 'n strascée
    No, no, no, non mi lasciar
    No, no, no, non mi lasciar mai, mai, mai.

    Triste é un mattin d'aprile senza l'amore
    lu ghera vegnu in ment de andàa a negà.
    Là doe el Navili l'è pusse negher
    là doe i barcon poden no ‘rivà;

    e l'era bel fermott iammò d'un quart d'ora
    e l'era passada anca l'ora de andà a timbrà.
    Mi credi che a massass bisogna pensagh sora
    Adess voo a toeu i mè des chili, poi si vedrà.

    Andava a Rogoredo e cercava i so danée
    Girava a Rogoredo el vosava 'me 'n strascée
    No, no, no, non mi lasciar
    No, no, no, non mi lasciar mai, mai, mai.

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  2. .. e perchè non aggiungere 'el purtava i scarp del tennis'..??
    Avere un Dio a modo proprio.. o essere felice di di suo è un grande dono..
    Clelia

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  3. Amo tantissime sue canzoni... Sono cresciuto con Vengo anch'io no tu no, ma mi piacciono anche Silvano, Messico e nuvole, l'Armando e molte altre... appena ho visto il tuo titolo, mi è venuto in mente proprio il verso dell'autobotte che citi tu... :D
    Per le piazze provo qualcosa di molto simile all'agorafobia, ma col cuore, il pensiero e l'anima ci sarò.

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  4. @ Grazia: o be', è una delle prime volte che me lo sento dire! Ne farò tesoro.
    :-)

    @ Spia: grazie per il preziosissimo contributo di audio, video e testo (e quello, più importante, al mio buonumore oggi)

    @ Clelia: perché non El purtava i scarp de tennis? Troppe ce ne sono che vorrei mettere! Una alla volta le metterò tutte.

    @ Zio Scriba: bello esser cresciuto così (tra parentesi: questa cosa mi spiega un paio di cose sul tuo temperamento!).
    Anche io per le piazze non faccio follie: tanta gente insieme è uno spettacolo che risveglia in me ansie spiacevoli. Ma stavolta non posso mancare! Persino sotto la pioggia! E mi porto anche la Spia.

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  5. ... poi però un giorno, ci devi raccontare come tu e La Spia vi siete incontrati. perché qui c'è gente che immagina cose (tipo: siparietto di film muto che si apre, con tu e La Spia che vi aggirate in un mercato di istambul, tu un po' svagata, che rovisti il banchetto delle spezie alchemiche, lui che ti si avvicina sussurrando "vorrei un kraffen oh... non ho moneta") e insomma, vorremmo conferme.
    confermo l'ottima scelta.
    confermo che le nate in quei giorni di dicembre lì hanno gusti, diciamo, inconsueti.
    confermo l'agorafobia, ma per fortuna attorno alle piazze ci sono anche i muri (lo dice anche Gògol).

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  6. Tornata tre ore fa da Campo Santa Margherita di Venezia ( tanta gente!) in tempo per leggere il tuo post domenicale e sorridere insieme a te ed alla Spia (che saluto)!
    Baci!

    P.S.
    Gary Cooper e Gregory Peck?

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  7. @ Tiziana: eh eh, bisognerebbe scrivere un post intero su come ci siamo conosciuti io e la Spia. Dunque, devi sapere, cara Tiziana, che ero in aeroporto in attesa di partire per il Sudamerica quando ho notato un uomo con gli occhiali scuri che indossava un impermeabile e leggeva il giornale, sul quale aveva fatto due buchi per poter vedere che cosa succedeva intorno a lui... ovviamente no, non è andata così. Le cose sono andate molto meno romanticamente: ci siamo conosciuti a Festambiente, la manifestazione che ogni estate Legambiente organizza per un paio di settimane in Maremma. Ci eravamo andati entrambi come volontari (o meglio, io facevo la volontaria - ero in preda al sacro fuoco dell'ecologia -; lui c'era andato per vedere di incontrare qualche fanciulla! Scherzo, se mi sente...).
    Vero che abbiamo gusti inconsueti?
    E anche l'agorafobia in comune! Ma ieri è stato bellissimo sentirsi pigiare dalla folla: eravamo in tanti!

    @ Giacynta: dicevo a Tiziana che eravamo in tanta gente, vero? Anche lì a Venezia! È stata una bella giornata, spero anche per te.
    (Gary Cooper E Gregory Peck, e poi Cary Grant, ovviamente, ma anche James Stewart)

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  8. Io conosco solo vengo anch'io no tu no ma non mancherò di aggiornarmi anche sulle altre. :)

    un abbraccio

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  9. @ Iulia: ah sì, vedrai che mondo scoprirai! Dovrai però dotarti di un traduttore dal milanese (molte canzoni hanno pezzi in dialetto): io sono fortunata, avendone uno quasi sempre disponibile e molto economico, la Spia, ovviamente.
    Ti abbraccio anch'io

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  10. I gusti non si discutono, specie quelli femminili su noi maschietti. Ma i tuoi criteri mi piacciono moltissimo. Aggiungerei che è questione di accensione dei motori mentali. Quella frase famosa "lasciamo le donne troppo belle a uomini privi di immaginazione" (non dico di chi, ma si sa) la tengo come motto.
    E cmq, Iannacci mi piace molto (come cantautore, of course). Ciao Gil

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  11. La nostra piccola Marta cresce con una colonna sonora assai composita, fatta anche di queste piccole perle di bislacca felicità e "stralunata ironia". Ieri sera mentre disegnava fiorelloni sghembi e casette con tortuosissima strada di accesso, cantava fra sè e sè "Goganga goganga goganga-ga...buongiorno dottore..." !!!

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  12. @ Gil: nel mio caso credo sia molto accensione di strani motori che con il mentale hanno a che fare assai poco; ma ovviamente il punto è quello e la frase famosa è davvero declinabile al femminile.
    Ciao caro

    @ Marilì: che piacere sapere che esistono bambini che mentre disegnano cantano Gaber invece che le canzoni di Gigi D'Alessio o la sigla di qualche orrendo cartone animato. Saluta molto Marta da parte mia

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