mercoledì 30 marzo 2011

Le poesie del mercoledì: da La traversata dell'oasi di Maria Luisa Spaziani

Di Maria Luisa Spaziani non sapevo e non so praticamente nulla (se non che ebbe una famosa liaison con Eugenio Montale) e mi rendo conto che questi post sulla poesia esordiscono spesso con questa professione di ignoranza, assai poco promettente.

Ma vorrei fosse chiaro che le poesie che propongo sono per lo più scoperte anche per me: sono tappe di un percorso in divenire, che compio in modo del tutto libero e casuale (se esiste davvero qualcosa di casuale in questa vita, cosa di cui mi piace dubitare), seguendo unicamente l'intuizione, la curiosità, il ghiribizzo.

Come spiegavo qui, i poeti li ho frequentati soprattutto all'università, e per molto tempo - per quanto strano mi possa sembrare oggi - ho fatto a meno della loro compagnia e delle loro parole.

Dico che oggi mi sembra strano aver vissuto tanti anni senza poesia perché sono in un momento della mia vita in cui invece sento proprio il bisogno di leggerla: comincio davvero a sentire, intimamente, profondamente, che si tratta di un'altra voce che parla della realtà in modo unico e insostituibile, soggettivo - ovviamente - e insieme, però, così illuminante per tutti e dunque necessario, tanto più adesso, in questo momento storico in cui mi sembra ci sia un disperato bisogno di strumenti il più possibile diversificati e sofisticati (nel senso di sensibili) che possano aiutare a interpretare la realtà.
Di sicuro questo bisogno quasi disperato ce l'ho io. 

Mi piace immensamente andare alla biblioteca di quartiere e curiosare tra gli scaffali di poesia, prendere qualche volume, scorrerne le pagine, magari sedermi per qualche istante ai tavoli della piccola sala di lettura - sempre un po' rumorosa: la gente che frequenta la biblioteca è gente del quartiere, appunto, che si conosce magari da una vita e va in biblioteca anche per veder qualcuno, scambiare due chiacchiere e a me questa cosa piace tanto, sì sì, anche se mi distrae dalle mie letture - e poi scegliere tre volumi, il massimo consentito, e tornarmene a casa tenendomeli sotto il braccio e sentirli quasi fremere di vita: quali parole, quali immagini nuove, inaudite o familiari mi offriranno? Quali illuminazioni, quali intuizioni?

Arrivata a casa li appoggio sulla piccola cassa ottagonale in salotto che mi fa da tavolino da caffè, vicino alla mia poltrona, accanto a un mazzetto di segnalibri che tengo a portata di mano per infilarli tra le pagine che voglio ritrovare in seguito, e da lì li prendo per leggerli dopo pranzo, la casa avvolta nel silenzio, le gatte che dormicchiano, una sul divano, l'altra sulla seconda poltrona, la Spia che riposa in camera da letto, la porta appena socchiusa, il sole che entra dalle alte finestre.

Ecco, ho aperto il libro.
Siete con me, ora, e i vostri occhi leggono quel che leggono i miei.


****


Nei miei vent'anni non ero felice
e non vorrei che il tempo s'invertisse.
Un salice d'argento mi consolava a volte,
a volte ci riusciva con presagi e promesse.

Nessuno dice mai quant'è difficile
la giovinezza. Giunti in cima al cammino
teneramente la guardiamo. In due,
forse la prima volta.


(da La traversata dell'oasi. Poesie d'amore 1998-2001, Mondadori 2002)

13 commenti:

  1. Lasciati dire che le professioni di ignoranza hanno qualcosa di Angelico, in questo mondo pieno di barbosi saputelli... come angelico è il tuo procacciarti poesie in biblioteca, esitare un poco nella sala di lettura, e poi concederti a casa questo nutrimento dell'anima mentre le gatte dormicchiano... (già questa è poesia del vivere!)... angelico anche questo brano da La traversata dell'oasi, che con disarmante semplicità confuta il luogo comune della "felicità" dei vent'anni...
    Un abbraccio enorme e paperoso!!!! :-))))

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  2. Duck, ti aspettava, per leggere con te ,nel tuo salotto calmo, con la quercia che si intravede dalle finestre , la poesia di questa settimana.Scopro con te Maria Luisa Spaziani .
    È vero : la giovinezza può essere dura, la vecchiaia lo è di sicuro.L'unica consolazione è di guardare il cammino percorso "teneramente"e in due.

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  3. Grazie Duck.Grazie per accompagnarmi nel mondo della poesia, mondo a me del tutto sconosciuto prima dei tuoi mercoledì.

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  4. Bellissimo il chiasmo dei primi due versi: "tempo" ed "io" disgiunti. La ricomposizione nei versi finali. Questa poesia mi richiama un recente post di Ruhevoll ( trovi il link al suo blog nel mio blogroll) che ho letto non più di un paio d'ore fa. A proposito del caso...
    Anch'io voglio darti un abbraccio pennuto. Bacio bacio.

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  5. MI è piaciuta la poesia, ma mi piace soprattutto leggerti !!!A proposito dei punti esclamativi di Grazia . Mi piace la realtà di chi si racconta per quel che è, che qualche volta vuol dire che pur avendo studiato e lavorato non si sa tutto. Molto piacevole stare nel tuo soggiorno e la giovinezza è dolorosa e molto bella, ma un tale stress ! Soprattutto per le mamme quando guardano quella delle figlie e non possono intervenire .

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  6. @ Zio Scriba: è bello trovarsi sotto uno sguardo tanto benevolo come il tuo, e comunque sono d'accordo, meglio un ignorante che sa di esserlo e magari fa qualcosa per modificare questa sua condizione che un ignaro ignorante che si atteggia a "so tutto io". Quanto al luogo comune sulla giovinezza, ci vuole ben poco per sfidarlo quando ci sono io di mezzo: dico sempre di essere ben contenta di invecchiare! Un abbraccio anche a te

    @ Grazia: bello scoprire qualcosa di nuovo insieme! Non so se la vecchiaia sia brutta, te lo dirò tra un po'; ma ho l'impressione che viverla in due non basti ad addolcirne certi lati amari. La vecchiaia è davvero, credo, il banco di prova della vita tutta. Almeno questa è la mia impressione.

    @ Barbara: è bello saperti qui nei dintorni che scopri nuovi mondi!

    @ Giacy.nta: è bella l'idea che solo la maturità riconcili con la giovinezza e che l'amore aiuti questo processo di accettazione della propria storia. Vado a vedere il blog che mi segnali. Saluti!

    @ Vitamina: ogni tanto i punti esclamativi ci vogliono, soprattutto se esprimono entusiasmo. Quanto al non sapere tutto, guarda, io ho una pessima memoria e di tutto quello che ho studiato ricordo ahimè assai poco. Un tempo mi ci tormentavo con questa mia incapacità di trattenere, adesso comincio a farci pace e mi assaporo la riscoperta di incontri che ho già fatto, vedendoci altro, guardando con occhi diversi ciò che ho già guardato.
    Immagino davvero quanto difficile debba essere vivere la giovinezza dei propri figli con la voglia di preservarli da ogni possibile tristezza e sofferenza e la consapevolezza di non poterlo e doverlo fare. Coraggio!

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  7. Bella poesia. Indietro nel tempo è esercizio pericoloso. Sempre pensato anch'io che sia meglio che questa possibilità ci sia stata risparmiata dalla natura (a vent'anni, con la testa di allora proprio no, grazie).
    Semmai la penso come Gassman che si lamentava di non poter avere una "vita di prova" prima della "vita vera". Dobbiamo concentrare tutto in un unico spettacolo improvvisato e se ci fosse qualcuno che l'ha proprio voluto organizzare così non è un professionista serio. Comunque, è ovvio che la seconda parte di solito viene sempre meglio della prima.
    Pensarlo d'altronde aiuta anche ad immaginare un finale di spettacolo da applausi. E non è poca cosa.
    Grazie Alessia per i pensieri che sei capace di resuscitare (almeno quelli).
    Gil

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  8. Cara Duck, mi piace tanto quando ci racconti di te ed ora sono qua che ti immagino in biblioteca a cercare i tuoi amati libri di poesie.
    Devi essere carinissima! :)
    Io quando vado in biblioteca di solito non ho mai niente di scritto da cercare, vado un pò per sensazione e fino ad ora devo dire di esser stata molto fortunata. Difficilmente ho riportato un libro che non sono riuscita a finire.

    Grazie per aver fatto conoscere anche a me Maria Luisa Spaziani,

    un abbraccio

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  9. Sottoscrivo parola per parola ciò che ha scritto Gil [il bello di questo posticino è anche questo : si fanno begli incontri!].
    Mi piace leggerti e mi piace anche leggere insieme a te.
    Ho apprezzato la poesia. L'immagine del salice d'argento, che invece di piangere consola (probabilmente il pianto altrui) inventando presagi e promesse, è folgorante.
    La poesia è insostituibile, un distillato prezioso. La penso anch'io così.

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  10. Oh la mia A., come farei senza di te. Sto scoprendo di essere particolarmente attratta dalle poetesse: mi hai fatto {ci, a tantissimi, ovviamente} un bellissimo dono dandomi l'opportunità di leggerne tante e così meravigliosamente diverse. Grazie, davvero {e persevera con le fotografie, eh}.
    Un abbraccio,

    wenny

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  11. bellissima, grazie.

    esprime un pensiero che sento molto mio.

    grazie davvero

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  12. @ Gil: i tuoi commenti mi colpiscono sempre, non sono mai banali o tirati via, e di questo ti ringrazio, vuol dire che davvero scrivi ciò che pensi e che senti. Chissà, davvero, se il regista di tutto l'ambaradan non si riveli, in fin dei conti, un dilettante che manca di qualunque professionalità, non lo escluderei. Io sono comunque fermamente convinta che il secondo atto venga molto meglio del primo. Saluti affettuosi

    @ Iulia: non so se sono carinissima in biblioteca, di sicuro sono elettrizzata, credo mi si legga in viso che mi piace andarci e scegliere le mie letture: le bibliotecarie, che di solito sono abbastanza musone, con me sfoderano sorrisoni-a-tutti-denti, credo siano contente di vedere che qualcuno apprezza davvero il servizio che offrono. Sei sempre molto cara, davvero. Un abbraccio

    @ Marilì: lo spero ardentemente che qui dentro si facciano begli incontri, mi piace l'idea! Anche a me ha colpito molto l'immagine del salice, come portatore di messaggi, simboli, proiezioni. Ti abbraccio

    @ Wenny: non sai quanto mi fa piacere saperti qui vicino in queste mie scoperte e riscoperte. E sappi che ogni fotografia che scelgo la scelgo pensando "chissà se piacerà a Wenny?". Ti abbraccio

    @ Gaia: grazie a te. Evidentemente questo mito della giovinezza felice non si applica a tutti.

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  13. Adoro il tuo blog proprio perché esprime la tua bella persona, cara Duck!
    Mi ha colpito in particolare questa poesia, perché è da un po' di tempo che penso che non vorrei (anche potendo) ritornare indietro, a quegli anni di giovinezza dov'era tutto così difficile... No, non è facile essere giovani.
    Un affettuoso abbraccio e l'augurio di un buon primo giorno di aprile!
    Lara

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